scrittori

6 Giugno 2016

Si guardò ancora allo specchio.Chissà perché non era mai soddisfatta del suo look ogni qualvolta doveva incontrarlo. Le scarpe poi erano sempre un problema, tacco troppo alto o troppo basso, stile sportivo o elegante, colore anonimo o appariscente. Finalmente decise per un paio di decolletè di cuoio con il tacco abbastanza alto,ma comodo,un abito leggero rosa antico sopra al ginocchio ,scollatura arrotondata,che scivolava lento sul corpo dalle forme ancora adolescenti e si insinuava tra le gambe ad ogni passo. Si infilò l’impermeabile e prese l’ombrello. Quella sera estiva stava scendendo umida ed appiccicosa dalle nubi rosate del tramonto e questa Read more...

3 Giugno 2016

Piove a dirotto, l’acqua violenta ci sorprende costringendoci a entrare nell’atrio di una balera. Dall’interno arriva soffusa la musica di un liscio e la curiosità ci spinge dentro la sala. Alcune coppie di anziani danzano sulla pista; tutto un altro ambiente rispetto alla frenesia delle discoteche che frequentiamo di solito. Ci sediamo a un tavolo e ordiniamo un the caldo. Lo consumiamo seguendo i passi di valzer di un signore sulla settantina che guida magistralmente la sua compagna. Passi familiari che, improvvisamente, mi riportano indietro di vent’anni, a un’esistenza lontana, ma mai dimenticata; al ricordo dei miei genitori che non Read more...

3 Giugno 2016

L’aria calda di quel posto sembrava avere delle proprie mani, tenute ben vicino a crear la forma d’una maschera, e che lentamente incespicavano verso il mio viso. Parevano volerlo comprimere, frantumarlo, come in frantumi va il gheriglio d’una noce schiacciata malamente. Era una sensazione poco piacevole, quella che stavo provando quella mattina, tipica dei recessi angusti delle mansarde per un claustrofobico. Difatti, si può dire che in quel momento credevo proprio di trovarmi in uno spazio piccolissimo, asfittico, sovrastato dall’ombra di alti scaffali, e con gli arti quasi paralizzati, il respiro impercettibile, lo sguardo assai turbato. Anche quel giorno, com’ero Read more...

1 Giugno 2016

Oggi domenica, giorno di riposo e quindi niente sveglia, mi alzo e, tra uno sbadiglio e uno stiramento di arti, metto i piedi a terra. Il rimmel e l'ombretto della sera prima hanno lasciato delle evidenti sbavature sul mio viso che, al solito, ho dimenticato di struccare; l’utilizzo di latte detergente e tonico, non rientra, quasi mai, nelle mie priorità. Pazienza, vorrà dire che la pelle non respirerà, i pori avranno di che nutrirsi e forse prenderanno ossigeno da quella poca aria che sovrasta il mio spazio, fa sempre bene condividere qualcosa con gli altri e, perché no, con una Read more...

31 Maggio 2016

Una delle fiabe che più colpì il mio immaginario infantile è senza dubbio Biancaneve. Ricordate anche voi, vero, la vicenda della dolce e tenera giovinetta che la perfidia della matrigna, invidiosa della sua bellezza, condanna a morte per mano di un guardacaccia? Il suo progetto, però, va a monte perché l’uomo, impietosito, la risparmia, abbandonandola nel bosco in cui l’ha portata. Qui, Biancaneve incontra 7 nanetti, di professione minatori: Cucciolo, Mammolo, Gongolo, Pisolo, Brontolo, Eolo, e… come si chiama il settimo? Me lo dimentico sempre! Scommetto che succede anche a voi… Dunque… Ah, Dotto, ecco chi mancava all’appello! Biancaneve, riconoscente, Read more...

30 Maggio 2016

L’autobus, o meglio quello che ne restava, stava andando a fuoco. Il cielo era ricoperto di nuvole. La neve che scendeva copiosamente ricopriva tutto. Intorno all’autobus, vetri rotti e vari oggetti, zaini, telefoni. Tommaso si risvegliò come da un incubo, di colpo. Era a terra. Non si ricordava come fosse finito lì, sbalzato a quasi 5 metri di distanza dall’autobus. La neve cadeva ininterrottamente e ne era già ricoperto da un sottile strato. Si alzò confuso, guardandosi attorno, ma una fitta tremenda alla gamba destra lo fece accasciare. Un breve urlo di dolore. Si guardò la gamba: aveva una brutta Read more...

30 Maggio 2016

Un sibilo stridente si incuneava tra le linee spezzate della vecchia finestra di legno, consumata e screpolata dal tempo, tintinnio pungente e sottilissimo, come una spina aguzza, mi infastidiva il sonno di un pomeriggio d'inverno. Era freddo ed anche quell'anno era tornato come tutti gli anni, ma quella volta era più sovrapponibile, più simmetrico più identico del solito. Condensata e ritmica cadeva la neve e in sincronia col vento spolverava la natura incapace di reazione. La mia figura in ombra riposava nel grigio scuro della stanza, con la testa accolta nell'incavo perenne del cuscino di canapa. Sempre di fianco riposava, Read more...

27 Maggio 2016

"Intorno al fuoco ci piace narrare, storie di principi, Re e dame. Storie d'amore di morte e terre lontane”. Venite venite bambini e bambine, venite venite fanciulli e fanciulle, venite venite uomini e donne di tutte le età, sedete qui con me e rimanete ad ascoltare quel che vi voglio raccontare. Io sono un cantastorie, girovago, poeta e sognatore ed ora vi voglio narrare delle storie di una bellezza tale che anche volendo non potrete più scordare. Forse avrete già sentito parlare di una baronessa di una bellezza senza eguali, andata in sposa senza amore e che per amore dovette Read more...

27 Maggio 2016

Mio padre ci radunò in salotto, eravamo io e le mie due sorelle, Katrin e Jenna. Avevamo rispettivamente 10, 6 e 5 anni. Lui si sedette sul divano, le mani unite si stringevano mentre i gomiti poggiavano sulle ginocchia, la schiena leggermente curvata in avanti e la testa penzolava in avanti; osservandolo bene si poteva notare il suo lento ondeggiare. Mio padre ci radunò in salotto, era quasi ora di andare a dormire; a cena ci aveva detto con tono serio: "Non appena avrete finito sedetevi in salotto, posizionate i cuscini davanti al divano e aspettatemi lì. Devo raccontarvi una Read more...

26 Maggio 2016

Quando lo vide per la prima volta era ad un tavolino, malamente seduto sulla sedia, come se fosse pronto ad alzarsi da un momento all’altro. Invece stava lì, ormai da una buona mezz’ora, rigirando la tazzina del caffè tra le mani, indeciso sul da farsi e con uno sguardo tra il pianificatore e il pensieroso. Aveva gli occhi scurissimi, intensi e quasi inquietanti, caratteristica sottolineata anche dalle sopracciglia folte ed altrettanto scure. L’aveva notato subito lei, dalla sua postazione al bancone, mentre asciugava quei maledetti bicchieri su cui rimanevano sempre degli evidenti aloni. D’altra parte sarebbe stato impossibile non notarlo, Read more...