racconti

29 Giugno 2016

Viveva, in un tranquillo paesino circondato da verdi colline, una bambina vivace e sveglia di nome Molly, dai lunghi capelli ramati e dagli occhi azzurro cielo: abitava con la mamma e le tre sorelline in una graziosa casetta immersa in una radura circondata da querce secolari, rallegrata da petunie colorate che grondavano giulive dalle finestre. Tutte le mattine Molly si recava a scuola, dove era un’alunna modello: al pomeriggio, salutate le compagne e la maestra, tornava a casa a piedi fischiettando e saltellando, mentre percorreva la stradina che conduceva verso casa. Lungo il tragitto Molly osservava sempre estasiata e meravigliata Read more...

27 Giugno 2016

Può un incontro in treno cambiare la tua vita per sempre? Suona la sveglia, sono le 5 e 40, quel suono assordante mi fa alzare di colpo. È lunedì, il giorno più pesante della settimana. Ma non è un lunedì come gli altri, oggi è il mio primo giorno di lavoro. Tanti anni di studio, una laurea e un master per finire a fare il commesso per una grande catena di supermercati a 150 km da casa. Quando si dice il sogno della tua vita. Alle 6 e 5 ho il treno per Messina, forse ho messo la sveglia un Read more...

23 Giugno 2016

Sono nata tra i pioppi, sulle dolci colline abbracciate dai cieli tersi. Ricordo l’aria serena della Firenze antica, le serate primaverili illuminate soltanto dalle pallide stelle e dai lumi a olio. Mi sembra ancora di sentire l’odore del vento carico degli incanti di luoghi mai visti. E ancora lo schiocco di frusta che annunciava il cavallo al galoppo che portava Francesco a casa, la nostra. Raccoglievo i suoi baci con l’impazienza e la gioia di giovane moglie bisognosa di essere adorata e protetta. Spazzolavo i capelli e coprivo il capo per nascondere le lacrime e celare i rossori. Avevo orrore Read more...

21 Giugno 2016

Le scoppiava il cuore e il cervello di madre rifiutava la realtà, correva verso l’incrocio assassino. Era in casa, da sola, quando le era squillato il cellulare. Luca. Finalmente si era deciso a chiamare. “si può sapere dove sei?” comincia subito a inveire “è un’ora che ti aspetto.” Non capisce nulla di quanto le dice. E, a sentirla bene, non è neanche la voce di suo figlio. “che ci fa un estraneo con il cellulare di Luca?” E’ l’unica cosa che riesce a pensare. Si costringe ad ascoltare quella voce sconosciuta e odiosa che le parla di un terribile incidente. Read more...

20 Giugno 2016

‘Sale la nebbia sui prati bianchi.’ Fabrizio De Andrè, Inverno Si aggiunge bianco al bianco, insicurezza a insicurezza. I contorni sfumano, le linee vibrano, si frantumano e scompaiono. Rimane un confuso intreccio di piccole goccioline, stanche del loro fluttuare inesorabile, senza riposo. Più in là un viandante, una figura grigia. Grigio di pensieri, di cuore, di sguardo. Stanchi, i suoi occhi si chiudono e attorno ad essi si profila un’ombra nella quale pare accoccolarsi questa nebbia densa. Sembra che i suoi occhi portino il peso di miliardi di gocce di tristezza. E’ un uomo solo, viaggia per colmare chissà quale Read more...

17 Giugno 2016

Ore 21.35, Stazione di Battipaglia Sola. Tre ragazzi, pare di ritorno dal mare, ciarlano d’ovvio. Un omino sta di fronte a me, sul primo binario, sguardo al cielo, braccia intrecciate: appare stanco e sconfitto. Eppure i suoi occhi da qui neppure li intravedo. Io, seduta su una panchina del binario 4, diretta a Pompei. E’ buio. Ma sembra giorno. Un neon sulla testa segna sul foglio la sagoma della mano, mentre scrive queste poche parole insensate. Rossi i semafori qualche metro alla mia sinistra. Cicale lamentano il caldo di questa strana notte estiva. Si frantuma d’un tratto la luce, appare Read more...

16 Giugno 2016

Era agosto, e faceva un caldo che neanche ve lo voglio dire. Avevo vent’anni, e stavo facendo l’amore quando all’improvviso un forte botto in lontananza ha fatto tremare la finestra della mia stanza. Ricordo la sorpresa e lo spavento che provai in quell’istante, continuare ad amare era impossibile. Nudo com’ero, mi avvicinai alla finestra, e vidi una densa colonna di fumo nero che si alzava, a occhio e croce dalle parti della stazione. “Amore, deve essere successo qualcosa di grosso in stazione, si vede il fumo da qui.” Si alzò dal letto e si mise affianco a me alla finestra. Read more...

15 Giugno 2016

“Quarantanove e non sentirli” fu il pensiero con cui aprì gli occhi il giorno del suo compleanno. Ora si sentì di dover completare quel pensiero “quarantanove e non sentirli, che sia già diventata sorda?”. Avrebbe potuto e dovuto essere motivo di indagine, insieme a quel mal di testa fastidioso che le avrebbe rovinato la festa. Aveva deciso di prendersi la giornata libera per celebrare quel giorno, infondo se non pensava lei a se stessa chi altro era in dovere di farlo? Caffè veloce, avrebbe poi fatto colazione seduta al tavolino di uno dei bar del lungo-lago. Voleva festeggiare così il Read more...

15 Giugno 2016

Polacris era il nome della città di ghiaccio. Sorgeva su una piccola isola dell’Antartide, circondata dall’oceano gelato, in cui galleggiavano iceberg e nuotavano orsi e pinguini. Era l’unica città del suo genere, e aveva quindi un turismo incredibilmente sviluppato, anche se limitato dalle dimensioni stesse della città. Proprio il turismo era la principale fonte di reddito, visto che la città doveva importare tutto ciò che era necessario a suoi abitanti. Era nata come una piccola comunità di sbandati, come tutte le città che nascono isolate dal resto del mondo. Gli abitanti originari di Polacris erano un gruppo di emarginati sociali, Read more...

14 Giugno 2016

“Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre” (Luca 12,24). C’era una volta – e c’è ancora – un corvo che ogni giorno frequenta con una signorile discrezionalità casa mia entrando direttamente in salotto attraverso una finestra, che lascio aperta di proposito. Non svolazza per casa a fare danni, non fa chiasso, non tocca e non rompe niente, gli importa solo di appollaiarsi sulla credenza e aspettare. Aspettare che cosa? Che il vecchio orologio a cucù affisso alla parete rintocchi l’ora, così che quella graziosa canarina gialla faccia la sua comparsa. Read more...