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Buio – racconto di Maria Teresa Breviglieri

Chiudo la porta di casa e salgo in macchina. C’è una leggera foschia, ma non mi preoccupa. Parto a velocità sostenuta per andare al lavoro. Devo correre; come al solito sono in ritardo. La strada è diritta e non mi preoccupo del fatto che la foschia si sta addensando, trasformandosi ad ogni metro che faccio, in nebbia fitta, impalpabile. Sono costretta a rallentare sempre di più. La strada, seppur dritta, non mi aiuta.Dai settanta chilometri orari alla mia partenza, rallento fino a quaranta, poi trenta.
Mi fermo. La nebbia è così fitta che non vedo più nemmeno i tergicristalli. Solo nell’abitacolo della mia auto riesco a vedere. Ma al di là del vetro, c’è solo un muro.

Adesso ho paura. Non vedo assolutamente niente. E se arrivasse un auto e non mi vedesse? i tamponamenti mi hanno sempre spaventata. ma non ci sono altre auto…ci sono solo io. Sperduta, impaurita. E mi sento impotente.
All’improvviso una figura scura apre lo sportello…
L’acqua gelida mi sveglia di colpo, come un schiaffo in pieno viso. La testa è dolorante. Dove mi trovo? C’è buio pesto. Cerco di muovermi, ma sono saldamente legata ad un letto di metallo con cinghie di pelle molto strette.
Sento dei passi che si avvicinano. Sono terrorizzata. Vorrei urlare, ma la voce non arriva… dove sono? di chi sono quei passi pesanti.
Una mano enorme mi accarezza i capelli… forse ha un guanto… sento freddo e mi accorgo di essere completamente nuda… sento qualcosa di ancora più freddo sfiorarmi il seno… una lama… forse un bisturi… poi sento un grande calore…è quella figura enorme, senza volto e senza corpo che si avvicina al mio orecchio. Mi sussurra qualcosa con un voce molto profonda che fa eco dentro la mia testa, ma non capisco le parole. Sento un calore nel petto, poi si accende una luce…di quella figura non vedo i contorni, ma vedo solo che ha il mio cuore in mano… allora perchè sono viva?
Sono inorridita e finalmente dalla mia gola si leva un urlo fortissimo…

Mi sveglio di colpo e mi guardo intorno. Tiro un sospiro di sollievo. Era solo un sogno…
C’è un pò di foschia ma non mi preoccupo, la strada è diritta e io devo correre, come a solito sono in ritardo…
Devo fermarmi. La foschia si è trasformata in un muro impenetrabile di nebbia… Vedo una figura scura avvicinarsi alla mia auto.
No… Non può essere!!!
Lo sportello si apre e io capisco tutto. Chiudo gli occhi.

Buio…
Ora ha le mie viscere tra le mani. Ha appoggiato il mio cuore pulsante sul mio pube… gioca con le mie interiora, le accarezza, le stuzzica.
Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra qualcosa. Sembrano parole d’amore, o almeno credo perchè non riesco a capire cosa dice. E io chiudo gli occhi.
Li riapro. Una luce accecante mi fa lacrimare gli occhi: Ora sono legate solo le mie caviglie. Le mani sono libere. Mi tocco i petto e noto con stupore che non ho nessun taglio.
Sembra tutto a posto. La luce forte si spegne, poi si accende una flebile lampadina. Mi guardo intorno e nella penombra vedo la mia cucina. Mi dico che non è possibile. Allora chiudo gli occhi e li riapro di nuovo. Ora sono nella mia camera da letto… poi mi ritrovo nel mio salotto… poi di nuovo nella mia cucina.

Non capisco… sono viva oppure no? Sto sognando o questa è la realtà?
Ora, al contrario di prima, ho le gambe libere e le mani legate… vedo arrivare lui. Scuro come la pece, imponente come una montagna.
Si avvicina a me e mi parla, ma continuo a non capire cosa mi sta dicendo.
Quasi con dolcezza mi accarezza le gambe. Mi sfiora il pube.
Si mette sopra di me e mi penetra violentemente. Il dolore è fortissimo… E’ enorme… Si muove dentro di me con molta lentezza e dalla sua bocca esce un grugnito. Mio malgrado, sento che mi sto eccitando… nella mia testa urlo…non vogliooooo!. L’urlo mi esce strozzato. Ma pur non volendo, esplodo in un orgasmo devastante mentre lui grugnendo mi riempie del suo piacere.
I miei occhi si aprono e scopro di essere distesa su un letto vero. Le cinghie non ci sono più. Lui è in piedi davanti a me. Ora vedo il suo volto.
Sono inorridita, perchè sto guardando me stessa. Ma la donna che vedo ha un ghigno terrificante sul viso…
Buio. E poi luce. Ancora buio… e ancora luce.
Lui è di fronte a me. Mi prende la mano. Mi guarda con i suoi occhi di un nero profondo.

Mi alzo dal letto e mi avvicino. Ora vedo chiaramente che il suo volto, in realtà non è il mio ma quello di un mostro. Gli accarezzo i contorni del viso.
Lui mi prende per mano e mi accompagna davanti allo specchio. E scopro che abbiamo le stesse sembianze.
Due mostri terrificanti, ma al contempo bellissimi.
Un bacio profondo sigilla la nostra unione.
Siamo creature del buio e della nebbia. Creiamo un manto impalpabile per confondere gli umani e cibarci delle loro paure.
La paura è il nostro cibo. Il terrore ci tiene in vita. Ci aggireremo per il mondo… e ruberemo i pensieri di chi ci circonda.
Nessuno ci vedrà, nessuno ci noterà.
Ma noi saremo sempre qui.
Per l’eternità.

 

Maria Teresa Breviglieri

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