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E scende subito la sera – racconto di Alessandra Tonelli

โ€˜Sale la nebbia sui prati bianchi.โ€™ Fabrizio De Andrรจ, Inverno

Si aggiunge bianco al bianco, insicurezza a insicurezza. I contorni sfumano, le linee vibrano, si frantumano e scompaiono. Rimane un confuso intreccio di piccole goccioline, stanche del loro fluttuare inesorabile, senza riposo. Piรน in lร  un viandante, una figura grigia. Grigio di pensieri, di cuore, di sguardo. Stanchi, i suoi occhi si chiudono e attorno ad essi si profila unโ€™ombra nella quale pare accoccolarsi questa nebbia densa.

Sembra che i suoi occhi portino il peso di miliardi di gocce di tristezza. Eโ€™ un uomo solo, viaggia per colmare chissร  quale baratro interiore, chissร  quale bianco. Respira. Inala aria gelida, del vuoto, sperando di sentirsi pieno in qualche modo, ma โ€“si sa- il vuoto non colma un vuoto piรน grande. Come si puรฒ colmare unโ€™assenza? Come si puรฒ riempire il bianco?

Apre gli occhi. Non un bagliore guizza nellโ€™iride. Non un desiderio di mangiare il mondo con gli occhi, di conoscere, di sapere. Fermo, ascoltando il labile suono del solo suo respiro, il viandante schiude le labbra: โ€˜Aiutoโ€™.
Come glielo dici a un uomo cosรฌ che รจ perso, che non ci sono appigli forti attorno, che il bianco sgretola e fagocita tutto, che lui stesso รจ fagocitato dal bianco nello stesso istante in cui aborrisce il bianco invece di combatterlo? Come glielo dici a un uomo cosรฌ che sta naufragando nel mare della solitudine? Come lo consoli?

Le ginocchia crollano a terra, le mani battono il selciato umido e scivoloso. Si sporcano. Perchรฉ una volta che si cerca di mettere mano al turbine di pensieri torbidi che rimbalzano da una parte allโ€™altra alla velocitร  della luce nella mente, รจ cosa rara tirarle fuori belle e disinfettate. Ma lui non se ne cura e ripete il gesto prendendo a pugni il selciato sottostante. Come a voler trovare un colpevole, perchรฉ un colpevole รจ sempre necessario. Vuole imbrattarsi di quel marcio che lo avvelena, vuole vederne le fattezze, vuole prenderlo a schiaffi. La bocca si contrae in una smorfia e le dita della mano si chiudono cosรฌ forte che le unghie incidono la pelle.

Uno scoraggiato โ€˜Perchรฉ?โ€™ rompe il bianco attorno. Basta forse una notte di troppo passata da soli perchรฉ sia troppo tardi?
Un lontano orologio suona nove tocchi. Uno spruzzo rosso macchia il bianco. E scende subito la sera.

 

Alessandra Tonelli

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