Racconti

Un luogo libero dove mettere alla prova il proprio talento di scrittore attraverso la pubblicazione di storie brevi. Un’opportunità per gli appassionati scrittori di mettersi alla prova e dare visibilità dei propri lavori a lettori e case editrici. Clicca qui per partecipare attivamente con i tuoi racconti brevi e condividerli con gli altri.

8 Aprile 2016

Il cursore batte sullo schermo del mio pc. Sta cercando di far uscire la parola. Quella parola che non vuole uscire. Quella parola che non vuole completare un racconto. Quel racconto che senza la parola non si definisce e non prende la sua giusta direzione. Pulsa cursore … Io posso raccontare la splendida persona che era F: 28 anni, un passato difficile, un equilibrio instabile, pasticche, pasticche, pasticche … Ma anche sensibilità e capacità di osservare il mondo da una prospettiva particolare: c'era sempre il suo occhio curioso che riprendeva le cose. Cupo, in generale. Ma con certe esplosioni di Read more...

8 Aprile 2016

Tempo fa feci un viaggio con mio marito, andammo a Venezia, meravigliosa città lagunare, meta tanto desiderata. Avevamo prenotato in agenzia un albergo a 4 stelle, che una volta a Venezia fu difficile trovare, come se non esistesse da nessuna parte, come se nessuno ne avesse mai sentito parlare. Dopo un'ora buona di ricerca, leggemmo il nome da lontano, e tirammo un sospiro di sollievo. Arrivati, entrammo e la direttrice fu molto gentile con noi, accompagnandoci perfino in camera, situata al secondo piano. Ci indicò il bagno e si rese disponibile a ogni richiesta da noi avanzata da lì ai Read more...

8 Aprile 2016

Mentre le sue labbra sfioravano quelle del suo nuovo ragazzo, Emily si sentiva un angelo caduto insieme al suo amante proibito. Due caratteri opposti: Emily era una ragazza tranquilla e studiosa, solare e simpatica, la sua vita era trascorsa tra scuola e biblioteca, vedeva casa sua solo per dormirci. Il padre, vedovo da quando Emily venne alla luce, lavorava poco e guadagnava di meno. Emily non aveva amiche, solo un amico, un grande amico, con cui condivideva tutto. Lionel era sempre stato vicino a lei, in ogni momento. Fin da quando erano piccoli erano stati l’uno accanto all’altra, tra loro Read more...

7 Aprile 2016

Il vecchio Abir faceva il lustrascarpe, un mestiere che a Cracovia erano ormai rimasti in pochi a fare in quegli anni. La sua bottega si trovava nei pressi del castello di Wawel, proprio sotto la grande statua in bronzo del drago. Non era una vera e propria bottega considerato che era all’aperto: una sedia di legno, un cuscino con una stampa a fiori, un vecchio sgabello e una cassetta piena di spazzole e lucidi. C’era anche una valigia, ma che non facesse parte dell’arredo era opinione diffusa. Era una vecchia valigia di cartone con tante fotografie di posti lontani incollate Read more...

7 Aprile 2016

Il signor Bryan era affacciato alla finestra, completamente immerso nella luce accecante del primo pomeriggio. "Entra pure Morgan. Ti stavo aspettando." mi disse appena superai il pianerottolo della sua stanza. Il signor Bryan, all'anagrafe John Thomas Bryan, era un uomo di mezza etá di origine inglese e proprietario della agenzia di scoop presso cui lavoravo. Grassoccio, capelli brizzolati e volto giovanile dove i tratti della maturità tardavano ancora a manifestarsi. "Ho cercato di raggiungerla il prima possibile. Quando il lavoro mi chiama è impossibile tirarmi indietro." risposi. "Proprio per ciò ti reputo uno dei miei migliori uomini. Non a caso Read more...

7 Aprile 2016

La donna apre la porta con delicatezza: sono da poco passate le cinque del mattino, suo figlio ha il sonno pesante, ma non vuole correre il rischio di essere scoperta mentre rincasa a quell'ora. Entra in silenzio, toglie il cappotto e va subito in bagno, chiudendo bene la porta. Si guarda nello specchio. Da quando il marito è stato ricoverato dorme poco e niente. Sono settimane ormai, ma le sembrano anni. Scuote la testa, si spoglia e si infila nella doccia. Lascia che l’acqua calda scorra a lungo, come se volesse lavare via insieme al sudore anche tutta la tristezza Read more...

7 Aprile 2016

Allungai la mano verso il cellulare che vibrava sul cruscotto dell’auto. «Amore, come mai ancora sveglia?». «Ma come mai tu invece sei ancora per strada. Dovevi solo prendere un aperitivo con i tuoi colleghi di lavoro ed è quasi mezzanotte». «Hai ragione, ma sai come vanno spesso 'ste cose. Succede che una parola tira l’altra, da un discorso ne esce fuori un altro e così il tempo passa senza accorgersene. E visto che s’era fatto tardi, abbiamo mangiucchiato qualcosa». «E c’era pure la tua cara collega Laura, in questa riunione?». «Sì, anzi l’ho accompagnata a casa poco fa». «E magari Read more...

7 Aprile 2016

Caro Pierluigi, prima che i pensieri si dissolvano come le nuvole che hanno oscurato il nostro ultimo appuntamento, butto giù queste righe. Contengono forse tutto quello che non ho saputo dirti quando ci siamo visti. Ricordo ancora la tensione di quella mattinata. Mi ero svegliata presto, avevo fatto come sempre un po' di ginnastica, preparato la colazione. Poi mi ero organizzata per uscire. Avevo ritirato la gonna in tintoria, comprato il latte. Depositato il tutto a casa, avevo cucinato qualcosa per il pranzo. Si era fatta l'ora dell'appuntamento. Raccolsi in una sacca le cose che eri venuto a riprendere, cercando Read more...

6 Aprile 2016

C’era un piacevole odore di colla e di pittura in quella camera. Dalla vetrata che dava sul giardino entrava, prepotente, uno spicchio di luce. Non mi soffermai a lungo a guardare fuori. All’interno della stanza c’era qualcosa di ben più interessante. Avanzava lentamente verso il centro della camera e non potei fare a meno di pedinarla con lo sguardo. A piedi scalzi tracciava una linea perfetta sul parquet. Le gambe lunghe e affusolate spuntavano sotto una camicia maschile. La stoffa leggera assumeva la forma delle natiche. Indossava solo quella. Sbirciai i muscoli tendersi ad ogni passo, disegnando tratti decisi sulla Read more...

6 Aprile 2016

Era bella. Dio, quanto era bella. Mi ritrovai a pensare che nessuna foto che avevo in casa o nessun ricordo che conservavo di lei le rendesse giustizia. Era la mia Elena di sempre, ma ancora più radiosa. Quel lungo sonno le aveva fatto bene, pensai. Che orribile pensiero, adesso che ci rifletto. In ogni modo, avevo il cervello totalmente annebbiato. Da lei. Non vedevo che lei. Sentivo ogni fibra del mio corpo tendere spasmodicamente verso quella visione, eppure non riuscivo a muovermi. Non ricordo com’era vestita. Di bianco sicuramente. E aveva folti capelli ricci. Si sentiva liscia dentro però, mi Read more...