racconto d’estate
Il sentiero saliva rapido nel bosco di abeti. A terra aghi di pino, radici e grossi sassi. Tutto intorno profumo di resina. La mamma e il bambino cercavano funghi per un risotto. Cercando e trovando salivano veloci e in breve superarono gli altri. Non avevano bisogno di parlare perché la loro comunicazione era perfetta anche nel silenzio. Arrivarono presto in alto dove il bosco e il sentiero finivano e videro, sulla sinistra, un ampio balcone verde, digradante, tutto punteggiato del giallo- arancione dei funghi. Nelle loro passeggiate non ne avevano mai visti tanti tutti insieme e presero a raccoglierli con Read more...
Sotto i miei occhi si stagliava un mare che più blu non si poteva. Le barche: puntini bianchi, immobili. Mi sembrava di sorvolare il cielo stesso. Mi venne spontaneo scrivere, così presi il mio fedelissimo taccuino, la mia penna e cominciai. Il rumore dei motori era diventato una musica dolce: il suono del viaggio, dell’indipendenza, della vita. I colori del cielo e del mare si erano fusi, impossibile scinderli. Il blu sarebbe stato il colore del mio viaggio, il colore del mondo senza confini. Pensavo, allora, alla (permettetemi il termine) stupidità dell’uomo: guerre, religioni, discriminazioni, confini... Non sarebbe stato più Read more...
Quando tutti, o quasi tutti quell'estate andarono via dalla città, pensai.. Ed io che non posso andar a rinfrescarmi in verdeggianti paesi montuosi ove magari mi vedrei passeggiare con un candido golfino, dove potrei fittare una bici rossa x pedalare sino alla cima più alta e godermi il panorama che mi riempirebbe gli occhi e il cuore... Io che non posso andare in una località di mare dove dalla camera da letto già si respira salsedine, dove prenderei il mio asciugamano azzurro e scenderei pochi scalini,per poi già scorgere il mare è notare se quel giorno c'è qualche onda od Read more...
La città di domenica è uscita fuori da un film di Antonioni..mi dico che è un privilegio osservare la poesia mentre gli altri sono al mare. Devo uscire ed esco a piedi. Altrimenti sto male se non cammino. Fa molto caldo, almeno fino a domani dicono le previsioni. Metto il mio prendisole ed esco. Mi guardo negli specchi delle vetrine e sembro un cicognino: le gambe sottili sulle zeppe alte, il viso affilato sotto i capelli corti e il panciotto coperto dallo sbuffo del prendisole. Porto in giro il corpo di mio padre declinato al femminile. Una responsabilità ora che Read more...
“Chissà cosa potrebbe riservarmi l’estate che sta per arrivare…” mi ripetevo continuamente. Ma d’altronde cosa poteva accadermi di così entusiasmante, di così diverso? Dopo aver affrontato i tanto temuti e attesi esami sarei tornata alla mia solita, monotona, solitaria vita, al solito sottovalutato e sottopagato lavoro, l’unica “novità” sarebbe stata dover affrontare il tutto senza la persona che da qualche anno allietava le mie giornate. “Cosa vuoi che sia?” pensavo continuamente… “Sei abituata ad essere sola, ne uscirai anche stavolta”, mi incoraggiavo ogni giorno, ogni sera prima di addormentarmi in preda all’ansia nel silenzio della notte avvolgendomi in un abbraccio Read more...
Sosteneva molte cose con fermezza in quel periodo, che la marmellata fosse meglio della nutella sui pancakes al mattino, che vestirsi di nero conferiva un aspetto di gran lunga più elegante, che arrivare in anticipo a un appuntamento di lavoro aumentasse le probabilità di ottenerlo, che non può accadere nulla di troppo doloroso sotto un cielo punteggiato da miliardi di stelle luminose, che suo marito fosse pazzamente innamorato di lei. Da qualche parte proveniva la dolce melodia di una chitarra. Un soave monologo di note, una confessione, un inno alla bellezza del suono. Doveva essere Filippo, quel ragazzino che occupava Read more...
Di mattina mi alzo e faccio colazione. L'ho sempre fatta. Un tempo la facevo in modo diverso. Quel tempo che è stato ma sembra non esserci mai stato. In cui non avevo in mano altro che la tazza e il dolce. Ora al mio fianco c'è l'aggeggio. L'aggeggio che c'è tutto il giorno, quello che hanno chiamato rivoluzionario per fare operazione di marketing. E che rivoluzionario lo è diventato mentre io me la ridevo: ce l'abbiamo tutti. Lo smartphone. È la prima cosa che accendo, cioè è già acceso perché non si spegne mai e potrebbero anche togliere il pulsante Read more...
"Io ho scelto voi, vi ho scelto tra le persone che voglio nella mia vita, fino alla fine..ci conosciamo da più di venti anni ma io vi scelgo ancora, e vi do per scontate perché so che anche se ci saranno momenti in cui litigheremo o non ci capiremo, voi continuerete a far parte della famiglia che io ho scelto per me". Nel riguardare la foto che la ritraeva insieme alle amiche di sempre, Simona pensava che erano trascorsi in fondo solo pochi anni dalle parole pronunciate da Laura, durante una cena natalizia insieme a Maria Lea, detta 'Gina', eppure Read more...
Alla terza pallina ricevuta sulla sua schiena pelosa, si voltò con le movenze di un bradipo e minaccioso sfidò con lo sguardo padre e figlio che un minuto prima giocavano spensierati a racchettoni sul bagnasciuga. Come un bambino che gioca soddisfatto nella sabbia, cominciò a scavare una buca, vi ripose con lentezza la pallina e la seppellì, spostò con cura l'asciugamano a righe, soltanto qualche centimetro, quel poco necessario a coprire, con la sua imponente mole, la buca appena riempita. Per qualche istante si udì solo il mare e poi tutto sulla spiaggia ricominciò. Mamme che cercavano di togliere i Read more...
Arrivai in macchina all’agriturismo, nel pomeriggio di un luglio infuocato. Il sole era ancora alto e faceva un caldo infernale. Tutt'intorno, una distesa interminabile di campi, coltivati perlopiù a girasoli e pomodori, dominava la scena. "Pleased to meet you, hope you guess my name, oh yeah. Ah, what's puzzling you, is the nature of my game, oh yeah. Woo woo, woo woo!" Dall'autoradio proveniva l’inconfondibile melodia di un famoso pezzo degli Stones. Parcheggiai sotto una tettoia in canniccio. Aprii la portiera e, prima di appoggiare anche il secondo piede sul ghiaino, colsi un’ombra con la coda dell’occhio. Ebbi un sussulto. Read more...