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In volo – Racconto di Martina Benigni

Sotto i miei occhi si stagliava un mare che più blu non si poteva.
Le barche: puntini bianchi, immobili. Mi sembrava di sorvolare il cielo stesso.
Mi venne spontaneo scrivere, così presi il mio fedelissimo taccuino, la mia penna e cominciai.

Il rumore dei motori era diventato una musica dolce: il suono del viaggio, dell’indipendenza, della vita. I colori del cielo e del mare si erano fusi, impossibile scinderli. Il blu sarebbe stato il colore del mio viaggio, il colore del mondo senza confini.

Pensavo, allora, alla (permettetemi il termine) stupidità dell’uomo: guerre, religioni, discriminazioni, confini…
Non sarebbe stato più facile vivere come un unico popolo in un’unica grande nazione, che non ha nome e non è di nessuno?

Utopia.

Siamo riusciti a volare nel cielo, siamo giunti fin sulla luna ma non siamo in grado di vivere in pace.
Abbiamo fatto l’impossibile ma non siamo riusciti a fare la cosa più “semplice” di questo mondo: gli esseri umani.

Ora sorvolo la terra e le montagne, scorgo a malapena delle case: alcune sembrano avere i tetti rossi.
Ora un’altra costa, ora altro mare. Bentornato immenso azzurro!
Da qui sono lontana da tutto: dalla sofferenza, dal rumore delle bombe, dalle armi, dalle grida, dalla violenza…

Credo abbiamo sorvolato la Sardegna, ne ho riconosciuto le forme che si estendono in lunghezza.
Le mie compagne dormivano dall’inizio del volo ma io no, proprio non volevo. Non potevo perdermi neanche un secondo dell’emozionante vista che mi si proponeva. Era una vista unica ed alla quale non potevo accedere facilmente: era la terza volta che prendevo un aereo.

Osservare era una cosa che facevo abitualmente, in ogni luogo.
Le forme, i colori, i dettagli più piccoli, le sfumature…nulla sfuggiva al mio occhio difficilmente saziabile.

Mi piaceva perdermi a cavallo dei miei pensieri, senza paura e senza vergogna, con semplicità.
Alcune gioie vanno vissute da soli e, per me, scrivere e viaggiare col pensiero erano alcune di queste anche se, non lo nego, mi sarebbe piaciuto poter condividere tutto ciò, almeno in parte, con qualcuno ma mai mi era capitato di trovare un amico, un’amica, un uomo, un confidente con cui lasciarmi andare fino in fondo.

Chissà…magari lo avrei trovato lì dove stavo andando: in Spagna.
Ma una settimana di vacanza sarebbe bastata per trovare quello che cercavo da anni? No. Certamente no. E poi non ero nemmeno partita per quello. Ero partita per rilassarmi con le mie amiche: sole, mare, sangria, paella, aperitivi sulla spiaggia e chi più ne ha più ne metta.

Ma si sa, quando si viaggia “scoprire” è la parola d’ordine e quando si va alla scoperta non ci si possono creare aspettative, come sempre, nella vita, bisogna viversi ogni secondo con spirito ogni volta nuovo e ricettivo.

Ed io ero pronta.

 

Martina Benigni

 

 

 

 

 

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