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Domenica d’estate – Racconto di Rox Castriota

La città  di domenica è  uscita  fuori da un film di Antonioni..mi dico che è  un privilegio osservare la poesia mentre gli altri  sono al mare. Devo uscire  ed esco a piedi. Altrimenti sto male se non cammino. Fa molto caldo, almeno fino a domani dicono le previsioni. Metto il mio prendisole ed esco. Mi guardo negli specchi delle vetrine e sembro un cicognino: le gambe sottili sulle zeppe alte, il viso affilato sotto i capelli corti e il panciotto coperto dallo sbuffo del prendisole.

Porto in giro il corpo di mio padre declinato al femminile. Una responsabilità ora che lui è  malato. Un piccolo dolore guardarmi e rivederlo alla mia età invincibile. La città  è  semi deserta. I bar al centro  sono aperti e c’è  qualche avventore ma per le strade poche persone per lo più  anziani: anziani con il cappello da baseball, anziani con le buste della spesa, anziani con i loro cagnolini, e poi gente fuori dalle righe.

Tanti come non se ne vedono in inverno , come se d’ estate si aprisse la porta ai folletti ed agli spiritelli. Cammino e mi arriva  dalle chiese aperte il suono dei canti e diventa urgente la voglia di entrare e pregare um Dio che mi appartiene  fino al midollo. Dalle vetrine dei bar, in altri periodi lussureggianti, mi guardano solitari e malinconici fenicotteri di plastica, venduti in omaggio con caramelle tristi alla frutta. Sognano il mare aperto, come me… Loro in rosa e arancio ed io in vestito a quadri. siamo consapevoli  che per ora dobbiamo  aspettare. Li sento solidali.

La città, intanto , non si arrende alla solitudine ed all’ estate. Un fico rigoglioso offre un angolo tropicale ed opulento appoggiato  ad una vecchia casa colonica, resiste come lei alla modernizzazione. Un balcone  è  talmente  verde che mi ricorda ” l’Africa in giardino” di paolo Conte. Lontano sulle montagne della sila la luce abbacinante mi riporta  ad estati felici nella mia casa silana. Inondata di sole. Mentre sulle montagne che affacciano al mare poche nubi si addensano a dimostrazione  del fatto  che l’aria sta davvero per cambiare e  proprio  niente dura per sempre.

 

Rox Castriota

 

 

 

 

 

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