racconti
Il vecchio Abir faceva il lustrascarpe, un mestiere che a Cracovia erano ormai rimasti in pochi a fare in quegli anni. La sua bottega si trovava nei pressi del castello di Wawel, proprio sotto la grande statua in bronzo del drago. Non era una vera e propria bottega considerato che era all’aperto: una sedia di legno, un cuscino con una stampa a fiori, un vecchio sgabello e una cassetta piena di spazzole e lucidi. C’era anche una valigia, ma che non facesse parte dell’arredo era opinione diffusa. Era una vecchia valigia di cartone con tante fotografie di posti lontani incollate Read more...
Il signor Bryan era affacciato alla finestra, completamente immerso nella luce accecante del primo pomeriggio. "Entra pure Morgan. Ti stavo aspettando." mi disse appena superai il pianerottolo della sua stanza. Il signor Bryan, all'anagrafe John Thomas Bryan, era un uomo di mezza etá di origine inglese e proprietario della agenzia di scoop presso cui lavoravo. Grassoccio, capelli brizzolati e volto giovanile dove i tratti della maturità tardavano ancora a manifestarsi. "Ho cercato di raggiungerla il prima possibile. Quando il lavoro mi chiama è impossibile tirarmi indietro." risposi. "Proprio per ciò ti reputo uno dei miei migliori uomini. Non a caso Read more...
Caro Pierluigi, prima che i pensieri si dissolvano come le nuvole che hanno oscurato il nostro ultimo appuntamento, butto giù queste righe
La donna apre la porta con delicatezza: sono da poco passate le cinque del mattino, suo figlio ha il sonno pesante, ma non vuole correre il rischio di essere scoperta mentre rincasa a quell'ora. Entra in silenzio, toglie il cappotto e va subito in bagno, chiudendo bene la porta. Si guarda nello specchio. Da quando il marito è stato ricoverato dorme poco e niente. Sono settimane ormai, ma le sembrano anni. Scuote la testa, si spoglia e si infila nella doccia. Lascia che l’acqua calda scorra a lungo, come se volesse lavare via insieme al sudore anche tutta la tristezza Read more...
Allungai la mano verso il cellulare che vibrava sul cruscotto dell’auto. «Amore, come mai ancora sveglia?». «Ma come mai tu invece sei ancora per strada. Dovevi solo prendere un aperitivo con i tuoi colleghi di lavoro ed è quasi mezzanotte». «Hai ragione, ma sai come vanno spesso 'ste cose. Succede che una parola tira l’altra, da un discorso ne esce fuori un altro e così il tempo passa senza accorgersene. E visto che s’era fatto tardi, abbiamo mangiucchiato qualcosa». «E c’era pure la tua cara collega Laura, in questa riunione?». «Sì, anzi l’ho accompagnata a casa poco fa». «E magari Read more...
Caro Pierluigi, prima che i pensieri si dissolvano come le nuvole che hanno oscurato il nostro ultimo appuntamento, butto giù queste righe. Contengono forse tutto quello che non ho saputo dirti quando ci siamo visti. Ricordo ancora la tensione di quella mattinata. Mi ero svegliata presto, avevo fatto come sempre un po' di ginnastica, preparato la colazione. Poi mi ero organizzata per uscire. Avevo ritirato la gonna in tintoria, comprato il latte. Depositato il tutto a casa, avevo cucinato qualcosa per il pranzo. Si era fatta l'ora dell'appuntamento. Raccolsi in una sacca le cose che eri venuto a riprendere, cercando Read more...
Con enorme sforzo lancio via il piumone da dosso e faccio scendere a terra il mio piede destro di lì a poco
C’era un piacevole odore di colla e di pittura in quella camera. Dalla vetrata che dava sul giardino entrava, prepotente, uno spicchio di luce
Era bella. Dio, quanto era bella. Mi ritrovai a pensare che nessuna foto che avevo in casa o nessun ricordo che conservavo di lei le rendesse giustizia
Liberamente ispirato alla storia dei due amanti di Gradara