Racconti
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Ho appuntamento con Simone alle partenze del terminal 1 dell'aeroporto di Malpensa. Appena arrivo lo vedo in coda per il check-in, mi saluta sorridente e mi fa segno di pazientare qualche minuto, è ormai il suo turno e ci vorrà poco. Lo osservo mentre esibisce biglietto e passaporto, sorride, ha l'aria di uno di quei surfisti australiani che parte per una vacanza anche se non sembra il tipo da camicia a fiori. E' bello e sicuro di se come un ventenne che sa quello che vuole e che sta andando a prenderselo. Imbarca due grandi valigie, ritira i suoi documenti Read more...
La guerra nucleare era stata lunga e devastante. Il mondo ne era rimasto sfigurato. La catastrofe aveva cancellato ogni traccia di quella civiltà che ci aveva reso tanto superbi ed egoisti. Gli spettri di creazioni supertecnologhe, del cui uso si era quasi persa la memoria costellavano le lande desolate, le steppe inospitali, e città diroccate, percorse delle bande di razziatori. Dopo mille peripezie Ulisse, con il suo legno, era riuscito a far rotta su Itaca. L’ultimo viaggio era stato pieno di tormenti e di creature mostruose, mutanti orribilmente voraci, giganti con un occhio solo, donne col corpo coperto di squame Read more...
L’improvviso acquazzone primaverile mi sorprese mentre stavo scendendo lungo la mulattiera, verso il Santuario di Pallareda. Mi affrettai tra gli ontani, attraversando quasi di corsa l’antico ponte romanico e trovai riparo nella cappelletta, subito prima dell’inizio della ripida salita che porta verso le Croci. Quello era stato un luogo magico della mia adolescenza, ma da moltissimi anni ormai, per il colpevole restringersi dei miei itinerari abituali, non ero più capitato lì. Mi tornarono alla mente le lunghe estati dei tempi del liceo, le scampagnate lungo il Rio Maggiore, i balli impacciati tra i pini al suono del mangiadischi rosa, le Read more...
Visto che dobbiamo stare immobili su questo letto almeno per i prossimi due mesi, è meglio che parliamo un po’, noi due. So che mi puoi sentire e, se non riesci a capire tutte le parole, lasciati guidare dai battiti del mio cuore. Che magari ti tengono sveglio quando vorresti dormire, oppure ti cullano quando ti senti un po’ solo, ma che sicuramente non sbagliano mai. Siamo qui, in un posto che si chiama ospedale, perché ieri il palloncino pieno d’acqua in cui stavi nuotando si è bucato e tu sei rimasto quasi a secco. Ma non preoccuparti, sei un Read more...
Era una notte di freddo pungente, una delle ultime notti di quell'anno di scintille e nuvole. 1930 o forse Medioevo, cosa importava: quel che contava era che, da qualunque prospettiva la si guardasse, quella notte aveva tutta l'aria di essere parte del passato. Le persone del villaggio di San Vito si amavano da dietro alle finestre. Osservavano i lievi cambiamenti delle giornate seduti sulle sedie di paglia, raccontando storie e immaginando mondi lontani ed eterei. Il tempo passava lentamente: ma sembrava pieno, intenso, di una noia viva. Tutti si sentivano un po' soli nelle loro case, luoghi semplici che parlavano Read more...
Non metteva piede in una chiesa da vent' anni. Aveva "chiuso" con Dio da quando la sua adorata moglie, la dolce Angela, era morta per dargli un figlio. Un sacrificio inutile, perché il bimbo era sopravvissuto alla mamma soltanto qualche giorno. Antonio ricordava ancora le preghiere disperate di quei giorni. Nessuno lo aveva ascoltato. Le porte del cielo erano rimaste chiuse alle sue domande, ma si erano aperte troppo presto per Angela ed il piccolo Mattia. Allora aveva fatto un discorso a Dio. - Tu non mi hai ascoltato, e da questo momento per me non esisti più! E così Read more...
Il primo era andato. Poi il secondo, il terzo, il quarto, il quinto. L’uno sull’altro, in un eccezionale equilibrio evidentemente precario, avevano creato la “montagnetta” perfetta per iniziare l’impasto. Eh sì, perché la mamma non si era mai convertita a quegli strani aggeggi moderni simili a navicelle spaziali piombate sulla terra al fine di ingurgitare farine, zuccheri, sciroppi o qualsivoglia altro materiale commestibile per poi restituirlo sottoforma di cremine o pappette pronte a essere infornate così meccanicamente, come se il tutto fosse il risultato di una catena di montaggio. In realtà la mamma non era solita utilizzare neppure una bilancia. Read more...
L’ultima volta che ci siamo visti è stata un caso, un po’ come quando ti ho incontrato per la prima volta, due eventi accomunati dall’impossibile prevedibilità della vita che ci accade, che vuole una risposta se non vuoi vederti rifiutare tutto il resto a causa di un mancato cenno, di un “io non sto qui ad aspettarti” che poi invece puntualmente accade e ti aspetti il mondo e poi è il mondo che finisce per non aspettare te. Io non mi sentivo in ritardo col mondo quando, dopo due anni di esperienze interrotte sul nascere, ho deciso che era venuto Read more...
Cari lettori, essere trentacinquenne, scapolo e della vergine non è un bell’affare, soprattutto se non si hanno altri aggettivi a cui fare appello per distinguersi dall’anonimato. Io sono il vero uomo-ombra, quello che vi hanno presentato almeno dieci volte e non c’è verso che vi ricordiate; quello che alle feste si confonde con la carta da parati e, se proprio è inevitabile passarci davanti, gli si sorride con la classica espressione da circostanza, richiamando subito l’attenzione di qualcun’altro. Il mio aspetto, assolutamente insignificante, non mi ha mai favorito nel crearmi delle amicizie. Ecco perché, fino ad oggi, non ho mai Read more...
Siamo due fiamme che ballano al ritmo di un pianoforte. Siamo due fiamme che si rincorrono al buio. Che si toccano per alimentarsi. Che, quando si uniscono, illuminano la notte. Tu ed io siamo indispensabili l'uno per l'altra. Non io senza te. Non tu senza me. Siamo forti e invincibili solo se uniti. Siamo deboli e vinti solo se divisi. Il tuo fuoco alimenta il mio. Il mio fuoco alimenta il tuo. Appena tu, fiamma, ti affievolisci, io guizzo da te per donarti una scintilla di vita e così fai tu. Non ci spegneremo mai, se saremo insieme. Non moriremo Read more...