racconto d’estate

18 Maggio 2020

Sinceramente non so quando e come sia cominciata. E ancora non l'accetto e combatto disperatamente. Osservo senza vedere quel che c'è al di là dei vetri della finestra semichiusa. Rincorro pensieri confusi, cercandone un inesistente bandolo. Socchiudo gli occhi ed immagini scorrono veloci a rinverdire un vissuto troppo breve per bastare. È tempo di bilanci,di somme e totali,che inevitabilmente comportano divisioni e sottrazioni. È la vita,tutto dà,tutto toglie. Meravigliosa,beffarda,unica. Una vita non basta. L'oltre spaventa. Un brivido mi avvolge. Ritorno in me. L'aria rinfresca,si fa sera. Siamo ormai a settembre. L'estate non è finita,ma già sembra lontana,i colori e i Read more...

18 Maggio 2020

Era da un po’ che Ella aveva voglia di visitare le Gole del Raganello, ed allora perché non approfittare di un breve weekend di Agosto per realizzare quel piccolo desiderio. Tutto era pronto e organizzato per la partenza, quando una mattina in televisione la notizia...un gruppo di escursionisti con e senza guide, erano stati travolti dalla forza delle acque. Un temporale indeciso sul da farsi, si abbatte su un paese a nord delle Gole lì dove nascono e decide di scendere e Valle e portare via con sé un po’ di gente. Sgomento, panico, incredulità, tristezza e morte le sensazioni Read more...

18 Maggio 2020

La luna piena di agosto. La notte più magica della stagione più tollerante. Resistenze, corpi, superstizioni si piegano dal calore e dal salsedine. Si ammorbidiscono sotto la luce accecante del sole che dichiara la sua presenza anche la notte attraverso la oscura sorella della terra. Sulla terrazza c’è solo la vecchia scomoda sedia sulla quale mi siedo. Davanti il golfo di Saronicos. A sinistra la Acropolis illuminata. E sotto i miei piedi il silenzio di agosto della vuota città della dea Atena. Quanti agosti trascorsi sulla terra attraverso i secoli? Quante lune piene? Quante coppie di occhi, insieme o separate Read more...

18 Maggio 2020

Questa storia parla di una bambina di nome Seti . Un giorno rovistando in un’affolato mercatino notò uno specchio, non certo comune; la sua forma e la cornice ovale in legno gli dava una sembianza alquanto mistica e misteriosa. Decise di comprarlo, mentre tornava a casa giocherellando con lo specchio intravide una incisione Quae videtur non est ( ciò che appare non è). Seti si accorse che riflettendosi con attenzione nello specchio, esso era in grado di creare una visione tridimensionale. Era in grado di suddividere la figura stessa in tre corpi, il corpo emotivo: quindi la visione dell’emozioni; il Read more...

18 Maggio 2020

<Salaam alaykum> in italiano  <salve a te>. Questo fu  il saluto che mi porse Stephan il giorno in cui, circa un anno fa, lo conobbi al Cantiere giovani di Frattamaggiore. Il  cantiere offre servizi socio- educativi e socio- culturali ai giovani, autoctoni ed immigrati. Proprio a questi ultimi, provenienti da ogni parte del mondo, nord- Africa soprattutto, impartisco lezioni di italiano  da circa un anno. Ricordo ancora il giorno in cui per caso una cara amica, Laura, mi portò al centro. Mi  presentò i responsabili di questa associazione e i giovani volontari che animavano il cantiere. Affascinata da quel crogiolo Read more...

18 Maggio 2020

Uppfff...che noia...che stanchezza. Non ho le forze nemmeno per alzare un dito. Sono stanco...tanto stanco. Mi sento tutto intorpidito. E poi, che sonno...ho tanto sonno. Dormirei tutto il tempo, per ore e ore. Non sono mai stato così stanco in tutta la mia vita. Eppure, mi sembra di aver riposato a sufficienza...ciononostante, non riesco ad alzarmi. Mi sembra di essere una mummia, che ridere. Fa niente, rimango qui ancora un po', si sta così bene... Senti che pace. Che silenzio! A volte, il silenzio è la musica più lieta per l'anima e la pace dei sensi. Che meraviglia! Chissà se Read more...

18 Maggio 2020

Cammino sulle ombre dei pini ed è come se fosse estate. Però so bene che non è estate perché le ombre lunghe coprono quasi tutto il marciapiede e il confine tra buio e luce è più vago. Le vene delle radici invece sono le stesse, a disturbare allegramente il ritmo dei miei passi. Da bambini in bicicletta ci passavamo e ripassavamo sopra ridendo per gli sbalzi sul sellino. Gino sobbalzava più di me perché aveva la Saltafoss. Io invece una Graziella arancione col cestino. Gino aveva sempre tutto molto più bello di me. Di noi tutte. Era l'eletto. Il maschio, Read more...

18 Maggio 2020

Muovo da Alessandria verso Bivona, attraverso mandorleti, vigne e poi distese di ulivi. I piccoli agglomerati urbani posati sulla macchia sembrano blocchi di cemento caduti giù dall'alto. Man mano che percorro le strette curve che s'incuneano tra la vegetazione boschiva, sempre di più mi avvicino a Santo Stefano Quisquina. Il paesaggio è quello consueto, lo stesso che mi visita nei ricordi, sogni ricorrenti, tutto uguale a sempre. Pure l'ospedale dove nacqui è ancora lì. Per non parlare delle facce, le mie compagne di viaggio, familiari, rassicuranti. Penetriamo finalmente nel regno dello scultore, pastore dovrei dire, o entrambe le cose. Ci Read more...

18 Maggio 2020

Minorca ha due mari. Uno verde formato da pini, querce e macchia mediterranea che si estende a perdita d'occhio fino al mare, azzurro in lontananza e dai colori cangianti in prossimità della riva, con spiagge finissime incorniciate dalla macchia che arriva fino all'acqua arrampicata sugli scogli. La macchia e' delimitata da muretti a secco di pietra bianchissima e regolare. All'interno dei muri ci sono talvolta campi arati di fresco con altri muri circolari che delimitano querce e macchia quasi ad ornare ed impreziosire le geometrie dei campi. Sembra che i contadini siano stati guidati da un architetto per disegnare le Read more...

18 Maggio 2020

Esco dalla stazione di Rimini e sono felice ed emozionata perché rivedrò Eugenio. Dico al taxista: – Al Grand Hotel, per favore. Si stupisce: – Non lo sa che il Grand Hotel è chiuso? Rimango senza parole. Rifletto un attimo e dico: – Allora mi porti all’albergo Sorriso. Al Grand Hotel approdai la prima volta nel 1985 per un errore del direttore dell’albergo Sorriso: s’era sbagliato con le prenotazioni e con i conti, e mi aveva mandata via anzitempo senza neanche scusarsi. Erano le nove di sera, avevo perso ormai l’ultimo treno, non ricordo chi mi disse di provare al Read more...