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Salam – Racconto di Carmen Bilancio

<Salaam alaykum> in italianoย  <salve a te>. Questo fuย  il saluto che mi porse Stephan il giorno in cui, circa un anno fa, lo conobbi al Cantiere giovani di Frattamaggiore.

Ilย  cantiere offre servizi socio- educativi e socio- culturali ai giovani, autoctoni ed immigrati. Proprio a questi ultimi, provenienti da ogni parte del mondo, nord- Africa soprattutto, impartisco lezioni di italianoย  da circa un anno.

Ricordo ancora il giorno in cui per caso una cara amica, Laura, mi portรฒ al centro. Miย  presentรฒ i responsabili di questa associazione e i giovani volontari che animavano il cantiere. Affascinata da quel crogiolo di culture ,cosรฌ diverse e lontane dalla mia limitataย  esperienza di vita , crebbe in me lโ€™entusiasmoย ย  e il desiderio di entrarvi a fare parte.

Un pomeriggio di una Domenica di Febbraio si presentรฒ al cantiere Stephan. Un giovane proveniente dal Marocco , Casablanca il suo luogo natio: trentโ€™anni circa ,alto, capelli bruni .Oltre le sue fattezze mi impressionรฒย  lโ€™espressione del suo volto allegro, il desiderio di imparare lโ€™italiano per meglio inserirsi nella comunitร  napoletana.

Per il suo volto sempre gioioso gli attribuii il nomignolo โ€œsorrisoโ€. Non me ne venne in mente uno migliore ; se lo conosceste, capireste il perchรฉ della mia scelta. La sua lingua araba fuย  per me allโ€™inizio una โ€œfrontieraโ€ dura da valicare. Comeย  prima cosa gli chiesi il suo nome, da dove venisse, da quanto tempo era in Italia e che lavoro faceva. Gli scandivo le parole pian piano per fargli sentire bene il suono. Parlavo e allo stesso tempo scrivevo su un pezzo di carta quello che gli dicevo. Dopo di che iniziai a scrivergli le lettere dellโ€™alfabeto italiano.

Era lโ€™inizio.

Oggiย  a distanza di un anno Stephanย  ha fatto progressi in italiano riuscendoย  aย  raccontarmi la sua storia, fatta di lunghi e faticosi viaggi che lo hanno portato, alla fine ,in Italia.

La sua narrazioneย  mi ha tanto impressionato e pertanto ho deciso di narrarla offrendo, a chi avrร  voglia di sfogliare queste pagine, lโ€™opportunitร  di condividere con meย  un pezzo di vita vissuta.

Il mio protagonista Stephan viene da Casablanca, (Maghreb-el-Aqsaย  che in arabo significa โ€œEstremo Occidente), dove nacque nel luglio del 1977. Il Marocco, infatti, per la sua posizioneย  occupa la parte occidentale del Nord- Africa .

Il nome della cittร  evocaย ย  il โ€œTime goes byโ€, il bar del film โ€œCasablancaโ€ con Humprey Bogart e Indrid Bergman .Questo bar non รจ mai esistito. Uno simile a quello rappresentato al cinema รจ stato costruito in un secondo momento per la popolaritร  che il film ha esercitatoย  e continua ancora oggiย  a esercitare sugli spettatori, curiosi di vedere e diย  entrare ,cosรฌ, nel famoso bar. Si trova al centro di Casablanca; ha diverse sale, ma una di queste haย ย  laย  caratteristica di essereย  arredata con tavoli antichi ย eย  i turisti che vi entranoย  sembrano proiettatiย  indietro nel tempo, come a rivivere alcune scene del film. Il barista parla due lingue, il francese e lโ€™inglese.

Stephanย  visseย  da piccolo in un quartiere alla periferia di Casablanca: un appartamento a due piani,ย  di circa centodieci metri quadrati, nel quale vivevaย  insieme ai suoi genitori, aiย  suoi tre fratelli e alla sorella. Il papร , oggi defunto, faceva il giardiniere, la madre, tuttora in vita, la cuoca. Con il loro duro e faticoso lavoro e con molti sacrifici mandavanoย  a scuolaย  i loro cinque figli. Vivevano in una zona periferica, lontana dal centro.

Dal cuore di Casablanca partono a raggieraย  dei grandi viali fiancheggiati da case eleganti. รˆ la parte bella, elegante e ricca della cittร . Ci sono grandi pasticcerie che espongonoย  sui banconi pigne

di bignรจ, cornetti di โ€œgazzellaโ€, dolci di datteri. Da piccolo Stephanย  quando tornava a casa pretendevaย  dalla madre gli stessi dolci che aveva visto in pasticceria. La madre, molto affettuosa e pazienteย  si muniva di tutto quanto le occorreva per fare almeno i cornetti di โ€œgazzellaโ€,( in arabo โ€œkaab el ghzalโ€) che tantoย  piacevano al figlio; paste a forma di mezzaluna farcite con una delicata pasta di mandorle e coperte di glassa di zucchero. Madre abituata a impastare. Quando infatti a Casablanca cโ€™era un matrimonio, le veniva chiestoย  di preparare il dolce nuziale.

Da bambino Stephanย  allโ€™etร  di due anni e mezzoย  frequentรฒย  la scuola materna, a pagamento, molto costosa per la sua famiglia .Compiuti i sei anni andรฒย ย  alle elementari e infine al college dove per tre anni accanto allโ€™arabo imparรฒย  ancheย  il francese.

Quando era piccino, Stephan spessoย  seguiva il padre a lavoro, in un grande giardino di una villa che si trovava al centro di Casablanca. Trascorreva il pomeriggio con lui, seguiva con i suoi occhietti i movimenti sicuri e decisi del padre intento a rivoltare la terra. Il papร  era una persona molto dolceย  e premurosa nei confronti dei figli e un grande lavoratore. Stephan era molto orgoglioso del lavoro del padre. Per lui il saper zappare era come il saper pilotare un aeroplano. Stephan aveva visto lโ€™immagine dellโ€™aereo solo sui libri di scuola e neย  era rimasto affascinato; bisognava andare nella giusta direzioneย  senza perdere il controllo del mezzo. Immaginava quindi il padre come un pilota in una cabina di pilotaggio, dove perรฒ al posto del timone reggeva la zappa. Un โ€œerrore di rottaโ€ avrebbe compromesso la vita di una pianta.

Era molto legato al padre che da piccino gli aveva insegnato a pregare cinque volte al giorno. Gli aveva inoltre dettoย  che era consuetudine del musulmano prima di pregare lavarsi le mani, il naso , il viso e i piedi.

Per Stephanย  fu un grande dolore quando perse il padre nellโ€™anno 1986. Aveva circa nove anni.ย  Il papร  qualche anno prima aveva sofferto di un male dal quale si era ristabilito. La sua morte quindi giunse inaspettata. Tutti i componenti dellaย  famiglia si riunirono intorno al capezzale del moribondo. Lโ€™ultima parola pronunciata dal capofamiglia fu โ€œStephanโ€; nome quasi sussurrato per la mancanza di fiato. Il padreย  spirรฒ alle due di notte. Il defunto fu vestito di bianco. Il giorno dopo ci fu la sepoltura. Nessuna lastra di marmo ricoprรฌ il tumulo di terra. I giorni successivi alla dipartita del caro padre furono caratterizzati dallโ€™andirivieni dei familiari, che venivano a esprimere il loro cordoglio.

La vita pian piano riprese a scorrere. Accanto a lui ci fuย  la madre che non gli fece mancare nulla. Era lei ora la maestra di vita del figlio.

Indimenticabile per Stephanย ย  fu quando, a quindici anni, la mamma lo accompagnรฒ per la prima volta alla Moschea di Hassan II. Lo impressionรฒ la grandiositร  della struttura.

รˆ infatti costruita sul bordo dellโ€™oceano, attaccata quindi al cielo e allโ€™acqua che si confondono allโ€™orizzonte. Costruita per volontร  del reย  Hassan II sullโ€™acqua perchรฉ โ€œ il trono di Dio era sulle acqueโ€.

Stephan ammiravaย  la bellezza della โ€œcasa grandeโ€, da lui cosรฌ definita da bambino: i marmi colorati a terra, i grandi pilastri posti al centro del tempio. La mamma e i fratelli di Stephan andavano a pregare in questa moschea il venerdรฌ; Stephan invece non faceva altro che ammirarne la bellezza. Era incantato soprattutto quando il tetto veniva rimosso cosรฌ cheย  la sala centrale si trasformava in un luogo di preghiera a cielo aperto.

Per costruire questo monumento sono giunti oltre 3300 artigiani, da ogni parte del Regno ,che hanno eretto anche il piรน alto minareto del mondo(200 metri). Questโ€™ultimoย  รจ una torre annessa alla moschea, dalla quale il muezzin chiama alla preghiera, con un canto rituale, i fedeli islamici.

La Moschea diย  Hassan IIย  รจ il secondo tempio musulmano del mondo . I lavori sono durati tredici anni. La Moschea venne inaugurataย  il 30 agosto dellโ€™anno 1993.Unico prodotto di importazione italiano รจ il vetro diย  murano. La grandezza della Moschea รจ tale che la Basilica di San Pietro vi potrebbe essereย  racchiusa.

Questa moschea รจ aperta a tutti, nonostanteย  la tradizione musulmana vieti lโ€™accesso ai non musulmani nei luoghi sacri e nei templi.

Durante il college, Stephan, compiuti i suoi undici anni, forgiรฒย  il suo carattere, un carattere allegro che infondeva simpatia ai suoi compagni che non potevanoย  fare a meno di seguirloย  nel suo passatempoย ย  prediletto :il football. Lo entusiasmava a tal punto da non poterne fare a meno. Tutte le Domeniche, insieme ai suoi amici, assistevaย  agli incontri di calcio tenuti a Casablanca, dove si svolgevaย  un regolare campionato come in Italia. Venti squadre durante lโ€™anno si scontravano. Due le squadre piรนย  forti .Quandoย  si scontravanoย  queste due formazioni , si verificavaย  lo stesso disordine che se fossimo in Italia .

Gli anni del college,dal 1991 al 1994 furonoย  i piรน belli e spensierati che Stephanย  trascorseย  insieme ai suoi compagni.

A scuola gli piaceva molto imparare il francese. Lo affascinava la pronuncia di quella lingua. Quando tornava a casa dava sfoggio di quello che aveva imparato. La madre era la persona che controllava i suoi compiti e Stephan le faceva vedereย  le correzioni che lโ€™insegnante gli aveva appuntato sul quaderno. Giornate di studioย  si alternavano ai pomeriggiย  trascorsi allโ€™aria aperta giocando a pallone con i suoi compagni di gioco.

Lโ€™attivitร  scolastica si interrompeva in occasione della Primavera. Inย  questo periodo cโ€™erano le vacanze scolastiche durante le quali molti studenti andavanoย  a fare i turisti in Spagna. Alcuni dei suoi compagni vi si recavano; quando ritornavano dal viaggio, Stephan si faceva raccontare tutto quello che avevano fatto e visto. Non si perdeva una parola , era attirato dai paesi europei: Italia, Spagna,ย  Inghilterra. Sapeva dove erano localizzati sulla cartina geografica. La suaย  insegnante di geografia ci teneva moltissimo a fare imparare ai suoi studenti le capitali europee.

Concluso lโ€™ultimo anno del college ,Stephan decise di smettere di studiare. Volevaย  seguire la voce del suo cuore. Sentiva dentro di sรฉย  il desiderio diย  viaggiare , di entrare in relazione con altre culture. Iniziรฒ ,cosรฌ a lavorare molto presto per poterย  raggranellareย  dei soldi che gli sarebbero serviti perย ย  realizzare, poi,ย  il suo progetto.

Il suo primo impiego fuย  in una piscina, come addetto alle pulizie, a Casablanca. Veniva pagato a fine giornata:50 DH (dirham in francese), pari a circa 5ย  euro al giorno. Furonoย ย  cinque anniย  di duroย ย  e intenso lavoro durante i qualiย  vedendoย  tanti bambini allenarsi crebbeย  in lui lโ€™altro grande amore, dopo il calcio: quello per il mare.

Accadeva spesso che finita la sua giornata di lavoro si cambiava dโ€™abito. E cosรฌ iniziavano per lui gli allenamenti duri eย  faticosi in piscina .E cosรฌ giorno dopo giorno, dopo tante ore di allenamentoย  imparรฒ a nuotare. Divenne un bravo nuotatoreย  specialmente nello stile dorso.

A sorriso non mancano tenacia,ย  forza di volontร  e soprattutto umiltร . Gli sono sempre servite per poter affrontare le difficoltร  della vita senza abbattersi.

Nel periodo in cui lavorรฒย  in piscina, conobbe ancheย  un bambino piccolo ,di cinque anni ,orfano di padre. Il suo nome Leo.ย  Era piuttosto magrolino, occhi azzurriย  e un paio di occhiali che gli coprivano i suoi ceruleiย  occhi. Lo vedeva allenareย  quasi tutti i giorni, vedeva le sue piccole mani e i suoi piedini dimenarsi nellโ€™acquaย  nel tentativo di rimanere a galla. Per il fatto che aveva problemi di vista , Leo aveva bisogno di un aiuto. In piscina cโ€™era unโ€™istruttrice che lo prese molto a cuore standogli a fianco durante lโ€™ora di allenamento. Quanto impegno Leo metteva nel nuoto! Eraย  un bambino eccezionale. Rispetto agli altri compagni, il piccolo avevaย  piรน difficoltร  a nuotare ma nonostante tutto non mollava. Capitava che era lโ€™ultimo a finire lโ€™allenamento e rimaneva, quindi, solo ad aspettare la madre. Accadeva qualche voltaย  cheย  Stephan, vedendolo soletto,ย ย  rimaneva un poโ€™ con lui a fargli compagnia.ย  E allora gli raccontavaย  della sua passione per il mare, dei suoi allenamenti segreti inย  piscina ,la sera tardi,ย  quando si svuotava. Raccontava tuttoย  conย  una dolcezza tale che Leo prestava attenzione aย  tutto quello che diceva.ย  Col tempo Leo si legรฒ molto a Stephan, considerandolo il fratello maggiore.

Capitava qualche volta che Leo si trattenesseย  a casa di Stephan ad aspettare la madre e cosรฌ ebbe modo di conoscereย  anche i suoi fratelli e la sorella . Accadeva che quando cโ€™erano delle festeย  a Casablanca, Leo si accodasse alla famiglia di Stephan. Nel mese di agosto a Casablanca si svolgeย  ilย  moussemย  di Tboreda dove dieci squadre composte ognuna da dieciย ย  fantini, muniti di appositiย  fucili si scontrano . La suddetta festa dura sette giorniย  in sette cittร  diverse, tra cuiย  El- Jadida, Tangeri.

Parte una prima squadra, lโ€™obiettivo รจ quello di sparare tutti contemporaneamente cosรฌ da produrre un unico suono. Vince la squadra che riesce nellโ€™intento e il premio che ogni fantino riceve รจ la djellaba. Termine francese per indicare una veste lunga con cappuccio. Al piccolo questo spettacolo piaceva, incuriosito per la sua tenera etร  dai fucili, per lui innocui giocattoli, tanto grandi rispetto alla sua piccola pistola che aveva aย  casa e con la quale si divertivaย  a impaurire la nonna.

Al bambino piacevano molto le feste e cosรฌ Stephanย  lo portรฒ a vederneย  unโ€™altra che si teneva non lontano da Casablanca, precisamente a Tafraoute<cittร  rossa>.รˆ una festa molto divertente e particolare che si svolge nel mese di Febbraio, il cui nome รจ la โ€œFesta dei mandorli in fioreโ€.

Giovani arabi suonanoย  musica caratteristica del posto e durante questa solennitร ย ย  gli abitanti regalano ai turistiย  dei fiori rossi e gialli. E agli stranieri che non possono fare a meno di tornarci ,i cosiddetti โ€œaffezionatiโ€, i cittadini di Tafraoute fanno dei regali speciali , i <balka> scarpeย  appuntiteย  o ilย  <kangiar> dono speciale che consiste in un coltello tutto decorato. I beneficiari, appunto, di questi doni ricambiano la benevolenza degli abitantiย  offrendo loro del denaro.

Tafraouteย  รจ un villaggio situato a 1000 metri di altezzaย  in una vallataย  dellโ€™ Antiย  Atlante.ย  Di grande attrazione sono le sueย  montagne rosee e le rocce blu.ย  Fu un artista belga Jean Verame che nel 1984ย ย  dipinse di blu le rocce.

Le case di Tafraoute sono tutte di colore rosso, mentre le finestre sono bianche.

ย La festa che piรน gradiva Leo era quando si festeggiava il compleanno del re del Marocco. Per i musulmani รจ un giorno importante e sacro. Tutto si ferma. Nessuno lavora.

Attualmente in Marocco lโ€™11 aprile si festeggiaย  il compleanno del re Mohamed VI, sul trono dal 1999. Si considera il trentaseiesimo discendente diretto di Maometto e <principe dei fedeli>,massima autoritร  religiosa del paese.

I bambini, in occasione di quella giornata ,appena si alzano, chiedono alle loro madri lโ€™abito nuovo da indossare. Gli adulti invece indossano la djellaba. Questaย  festa puรฒ essere paragonata al nostro Natale . Cโ€™รจ lโ€™usanza di festeggiare insieme alla famiglia questa solennitร . Si suole preparare un grande pranzo. Al centro della tavola vengono poste verdure diverse, tra cui patate fritte e pomodoriย  di cui sono golosi gli arabi. In Marocco non esiste la distinzione tra il primo piatto e il secondo esistente invece da noi. Ilย  piatto โ€œforteโ€ ,allora, รจ costituito dal secondo ,in genere carne di mucca . Pietanza che viene presentataย  su di un vassoio contornato da prugne.

Anche a casa di Stephan si preparavaย  la carne di mucca. Capitava spesso che Leoย  e laย  madre venivanoย  invitati anche loro a pranzo in occasione del compleannoย  del re Mohamed V. Leo era contento di essere seduto a tavola conย  tante persone. Si sentiva felice. La madre era lieta nel vederlo cosรฌ.ย  Ricordava le tante notti in cui il suo bambino non riusciva a dormireย ย  perchรฉย  gli mancava il papร  . Il padre lo aveva perso quando lui aveva quattro anni. Leo trascorreva molto tempo con ilย  papร . Mano nella mano passeggiavano per le vie di Casablanca.. Osservavano insieme il volo degli uccelli.ย  Contemplavano per ore i bei tramonti della cittร .ย  E ritornavano sempre a casa sorridenti. Ma ora tutto questo era solo un ricordo per la madre. Adesso era davvero contenta che suo figlio stava bene con i suoi nuovi amici.

Lโ€™amicizia di Stephan con il bambinoย  non si interruppeย  neancheย  quando,ย  non potendone piรน di โ€œ dare la ceraโ€ย  in piscina, deciseย  di smettereย  con quel lavoro eย  di guardarsi intornoย  per cercare qualche altra cosaย  da fare. Trascorseย  sei mesi senza far nulla. Si guardรฒ intorno. Rimase colpitoย  dalle file di macchine da cucire meccaniche che pullulavano a Casablanca. Decise quindi di imparare quellโ€™arte e cosรฌ passato un anno di apprendistato, a diciotto anni, entrรฒ in una fabbrica dove vi rimase a lavorare per due anni.

In questo periodo Stephan ebbe modo di conoscere un giovane di nome Christian. Aveva insegnato per dieci anni nella scuola media e conoscevaย  quattro lingue. Aveva rinunciato al suo lavoro,ย  perchรฉ pressato dalla sua famiglia che gli chiedeva continuamente soldi. Il giovane cercรฒย  di arrangiarsi lavorando sia nella fabbrica sia facendo business , vendendo cioรจ vestiti. Capitavaย  che nel giorno di festa per i musulmani, il venerdรฌ, si mettevano in viaggio per qualche cittร  vicina, per evadere dalla routine di tutti i giorni. Tra le cittร  da loro visitate Essaouiraย  eraย  quella che Stephan prediligeva perchรฉ la vedeva unaย  cittร  dinamica. Essaouira รจ detta โ€œla perla del Maroccoโ€ e in araboย  significa โ€œmuragliaโ€.

Essaouira era nel passato una importante base di sosta per le navi che si dirigevano verso il Sud- Africa e le Indie. Si affaccia sulle Isole Porporine, un arcipelago che la fronteggia e la protegge dalla furia dellโ€™oceano.

Essaouira รจ la cittร ย  che tanto piacque a Orson Welles che vi girรฒ il celebre Otello.

Aย  Essaouiraย  รจ caratteristico la lavorazione dellaย  radica. Ci sono molte botteghe dove si lavoraย  questo legno. Lโ€™ex- insegnante rimase colpito dalla cittร  per le sue caratteristiche :i suoi vicoli strettiย  pieni di negozietti di artigianato e di souvenir, le case dipinte di bianco, le finestre bordate di blu. Maย  ciรฒ che piรน lo affascinavaย  era il porto dove cโ€™erano diversi stand. Cโ€™eraย  la gente seduta sui tavolini che mangiava il pesce cucinato al momento.

Granchi, aragoste, gamberi vengono espostiย  su enormi banconi dove vieneย  data lโ€™opportunitร  alle persone molto ghiotte di questo cibo di scegliere a proprio piacimento il pesce che piรน gradisce.

Anche Christian incuriosito chiedeva del pesce. Trovava molto rilassante questo momento. Mangiavaย  in un luogo aperto, vicino al porto e con il puzzo del pesce che gli rimaneva per lโ€™intera giornata. Era contento. Non poteva, perรฒ, condividere questo momento conย  Stephan che non riusciva a sopportare lโ€™odore di pesce e cosรฌ approfittava per andareย  alla baia e rilassarsi un poโ€™ sulla spiaggia di sabbia fine.

Scrittori e registi contemporanei oggi vengono a Essaouira per assaporare lโ€™atmosfera nostalgica e romantica , scandita dal rumore delle onde del mare e dalle grida stridule ed ininterrotte dei gabbiani che a centinaia si levano in cielo.

Essaouira inoltre รจ la capitale marocchina della musica.

Infatti quiย  ,ogni anno, per sei giorni si tiene una grandissima festa , cui partecipano tantissime persone provenienti da tutto ilย  mondo, americani, francesi ,inglesi, italiani ,dove si suona la musica

di Gnaoua. I musicisti suonano sia strumenti a percussione detti djembรฉs sia quelli a corda, detti guembris. Tutto si svolge sotto la guida di Abdeslam Alikane, capobandaย  degli Gnaoua.

A Stephan e ai suoi fratelli la musica degli Gnaoua piaceva molto .Andavano a Essaouira per assistere esclusivamente a questo spettacolo.

รˆย  straordinaria la forza della musica, il suo potere quasi magico di tenere legate tante persone diverse tra loro, cristiani e musulmani.

Stephan nel panorama della musica italianaย  preferisce Zucchero.

Aย  Essaouira Stephan ebbeย  modo di conoscere tanti turisti. Rimase colpito soprattutto dagli italiani: persone simpatiche ed espansive. Immaginรฒ lโ€™Italia come il paeseย  che gli poteva offrire una migliore sistemazione lavorativa. Incominciรฒ a pensarci. Enorme sarebbe stato il sacrificio diย  allontanarsi dalla suaย  famiglia, dai suoi ricordi, dalle sue abitudini. Era consapevole che la stradaย  da percorrereย  non sarebbe stata facile. Sistemazioni diverseย  e conoscenze varie gli si prospettavano davanti. E cosรฌ venne il giorno, nel settembre del 2003, in cui Stephan salutรฒ la sua famiglia, la sua cara madre e i fratelli. Il distacco fu doloroso, come ogni allontanamento. Era partito giร  con un progetto nella testa: che se avesse trovato una miglioreย  sistemazione economica, sarebbe potuto ritornare a Casablanca con un bel gruzzoletto e comprare cosรฌ unaย  casa tutta per lui. Oggi questo progetto lo ha realizzato.

Prese unย  treno che lo portรฒย  prima inย  Tunisia; da qui con lโ€™aereo arrivรฒ in Turchia.

Istanbulย  fu la prima cittร  cheย  si trovรฒ davanti agli occhi. Aveva viaggiato molto, ma ne era valsa la pena. Aveva davanti a sรฉ una cittร  straordinaria. Fu colpito dalleย  moschee con gli svettanti minareti, dal palazzo Topkapi con i celebri gioielli .Stephan vi trascorse alcuniย  giorni prima di proseguire il viaggio che lo avrebbe portato inย  Grecia.

Girando per le strade di Istanbul Stephan fu molto impressionato dal palazzo di Topkapi Saray, laย  straordinaria residenza dei sultani ottomani.

Qui sono infatti conservati gioielli preziosi, costumi imperiali e le reliquie del profeta Maometto.

Girando per Istanbul rimase perรฒ colpito quando entrรฒ nellaย  Moschea blu. Quando vi mise piede ne ammirรฒ la bellezza. Ricordava che un simile sentimento lo aveva provatoย  quando daย  piccolo era entrato in quellaย  di HASSAN II a Casablanca.

Costruita nel XVII secolo per volontร  del sultano Hamet I. รˆย  detta cosรฌ per il colore suggestivo delle maioliche che la rivestono. Questa mosche inoltre possiede sei minareti.

Stephan per alcuni giorni passeggiรฒ per le vie di Istanbul. Conobbeย  un pakistano. Il suo nome era Alรฌ.ย  Era ad Istanbul da un paio di anni. Lavorava in un saponificio. Aveva lasciato la sua terra spinto , come Stephan, dal desiderio di trovare unaย  migliore sistemazione. Stephan gli parlรฒ del suo progetto di viaggio; gli disse che era diretto in Grecia perchรฉ lรฌย  abitava infatti suo fratello che aveva trovato lavoro come imbianchino. Stephan e Alรฌ trascorsero alcuni giorni insieme, andandoย  a zonzo per la cittร  . Alรฌย  fece notare al suo amico come in Turchia, paese musulmano, il giorno di festa non era il venerdรฌ ma la Domenica. In quel giorno rimanevano chiusi gliย  uffici e le strutture pubbliche.

Venne per Stephan il giorno di salutare Alรฌ. Un nuovo viaggio lo attendeva.

Con pochi soldi in tasca, Stephan si trovรฒ a dormireย  a cielo aperto. Aveva con sรฉ solo un piccolo zaino con poca roba. Trascorse cosรฌ cinque giorni. Un cammino lungo e faticoso lo aspettava . Doveva oltrepassare la frontiera tra Turchiaย  e Grecia.

Il viaggio fu lungo e faticoso. Si incamminรฒ perย  un tratto di strada a piedi. Durante il cammino Stephan si trovรฒ a doverย  attraversare un lago. Lo fece a nuoto con lo zaino caricato sulle spalle. Nella traversata sentรฌย  tutta la fatica e la stanchezza nelle braccia . Per fortuna non durรฒ moltoย  lโ€™attraversamento. Arrivato sulla sponda, si riposรฒ . Sentรฌ la necessitร  di rilassarsiย  quel tanto prima di riprendere il cammino. Nel frattempo disteso a terra ripensava a quanto gli erano stati utili i suoi allenamenti in piscina e alleย  tante ore passate ad allenarsi.

In seguito con i mezzi raggiunse la cittร  diย  Ferai . Sostรฒ lรฌ solo per una nottata. Il mattino successivo ripartรฌ di nuovo. La sua meta era Salonicco.

Salonicco la chiamano โ€œla ninfa del golfo Thermaicoโ€. Deve il suo nome alla figlia del re Filippo II, Thessalonika.

Lรฌย  abitava suo fratello Fati.ย  Stephan durante il viaggio ripensava al giorno in cui il fratelloย  per primo lasciรฒ Casablanca per trovare altrove una migliore sistemazione. A Salonicco Fati lโ€™aveva trovata; lavorava come imbianchino in una ditta. Dopo un lungo viaggio Stephan arrivรฒ a destinazione. Del suo arrivo il fratello ne era stato informato dalla madre. Grande fu la gioia dei due fratelli quando si rividero e si poterono abbracciare. Infatti da quando Fati aveva lasciato Casablancaย  da circa un anno , si erano sentiti solo telefonicamente. Lโ€™emozione fu tanta.

Stephan fu ospitato a casa del fratello. Fu sistemato in una piccola stanza occupata da un letto e un piccolo armadio. Il fratello Fati si preoccupรฒย  di fargli trovare unโ€™occupazione. Parlรฒ con il suo capo che perรฒ non gli fece sperare niente di buono.ย  Il caso volle ,perรฒ, cheย  un imbianchino della ditta si ammalรฒย  e cosรฌ Stephan si trovรฒ a sostituirlo per una settimana. Siย  trovรฒย  ad imparare un mestiere per lui nuovo. Lui che a Casablanca aveva lavorato prima come addetto alle pulizie e poi in una fabbrica come cucitore. Ma Stephan non si perse dโ€™animo. Fianco a fianco con il fratello riuscรฌ nella sua nuovaย  opera.

Finรฌ la settimana di lavoro. Stephan trascorse un mese a Salonicco senzaย  trovare alcunchรฉ da fare. E cosรฌ si trovava a trascorrere molto tempo allโ€™aria aperta.ย  Giravaย  cosรฌย  per le strade della cittร . Le vie ai lati della Piazza Aristotele erano la mete preferite di Stephan. Lรฌ si teneva il mercato dove si trovava un poโ€™ di tutto. Cโ€™era molta genteย  che si accalcava. I venditori facevano a gara a chi gridava piรน forte ,mentre i pescatori mostravano lieti i pesci freschi da loro pescati. Il tempo a sua disposizione si era concluso. E cosรฌ Stephan decise che era venuto il momento di lasciare Salonicco.

Si imbarcรฒ. Dopoย  un viaggio lungo arrivรฒ nella terra da lui tanto agognata: lโ€™Italia. Arrivรฒ a Genova. Lรฌ lo aspettava un suo amico del Marocco che era al corrente della sua venuta. Stephanย  era felice di essere arrivato in Italia. Si aspettava ora una vita diversa. Unย  capitolo nuovo della sua vita sarebbe cominciato. Il suo amico che lavoravaย  al portoย  come scaricatore doveva aiutarlo a trovare unโ€™occupazione similare. Ma le cose non andarono cosรฌ.ย  Stephan stette a Genova solo nove giorni. Neanche il tempo di adattarsi. Il suo amico aveva contattato nel frattempo in Spagna unย  altro loro connazionale per vedere se lรฌย  cโ€™era possibilitร  di lavoro per Stephan. E cosรฌ lโ€™arrivo in Italia non portรฒย  a Stephan i frutti desiderati. Lui che aveva riposto mille speranze in quel viaggio.

Si trovรฒ quindi a spostarsi nuovamente. Barcellona fu la sua nuova meta. Trovรฒ lavoroย  in una fabbrica. Come cucitore. Oramai si era specializzato in quel settore e dava ,quindi, ottimi risultati.ย ย  Nella fabbrica Stephan si distingueva; era molto veloce e attento ad ogni particolare. Intento al suo lavoro non si distraeva. E fu cosรฌ che una mattina si presentรฒ da lui una signora.ย  La donna, di nome Jane,ย  era sposata ad un giovane del Marocco. Suo cognato che lavorava anche lui nellaย  fabbricaย  aveva parlato bene di Stephan. Lo aveva elogiato per laย  suaย  bravura a cucire vestiti. Allora Jane proposeย  a Stephan di realizzare per lei degli abiti. Stephan accettรฒ di buon grado.

Jane lo invitรฒ a casa sua. Era una signora di circa trentโ€™anni, piccola di statura. Aveva gli occhi verdi. Gli presentรฒ la sua famiglia. Aveva due bambini. Il piรน grande si chiamavaย  Bijam. Aveva dieci anni. Il piรน piccolo Asis ne aveva sei. Jane raccontรฒ a Stephan la sua storia.ย  Venivanoย  da Essaouira. Il marito lavorava lรฌ saltuariamente come imbianchino. Capitava che per dei mesi era senza lavoro. I bambini crescevano, le necessitร  aumentavano. Insieme maturarono la decisione di allontanarsi dal Marocco; la Spagna era la loro meta. Jane e il marito speravano che i loro figli si adattassero alla cultura europea senza troppi traumi. Immaginavano per loro un futuro migliore. Jane raccontรฒ a Stephan delle difficoltร  iniziali, arrivati a Barcellona, nel trovare un alloggio. Barcellona era una grande cittร  . Dopo tante ricerche, riuscirono a trovare una piccola casetta. E in questa casetta avevano ricominciato.

Trapiantatiย  in questa nuova realtร ,ย ย  incominciarono a prendere contatto con la cittร , con le sue vie. Jane ricordรฒ la volta in cui lei e il marito si trovarono a percorrere a piedi la Rambla, una zona della cittร  di Barcellona. Rimasero affascinati dallโ€™osservare la moltitudine di giovani, artisti di strada, turisti e catalani alla ricerca del divertimento.

Jane disse a Stephan che ciรฒ che piรน la colpรฌ dapprincipioย  in questa cittร  era lโ€™aspetto dellaย  donna europea. Girando per le strade di Barcellona, si accorgeva sempre piรน delle differenze tra le europee e le musulmane. Differenze che riguardavano i modi di vestire e di truccare. Notava lโ€™assoluta libertร  di cui godeva il โ€œgentil sessoโ€. Libertร ย  nellโ€™indossare una gonna corta, una maglietta elasticizzata e nel truccarsi liberamente. Paragonava questa assoluta emancipazione alla rigiditร  che un tempo esisteva in Marocco. Jane ricordava ย che ai tempi di sua madre alla donna era vietato truccarsi e tingersi i capelli. Una legge lo proibiva. Per quanto riguardava lโ€™abbigliamentoย  lโ€™unico abitoย  che la donna poteva indossare era la djellaba: un lungo vestito che la copriva tutta. Solo gli occhi erano visibili.

A distanza di quasi mezzo secolo le cose erano leggermente cambiate. Non esisteva piรน il divieto per le donne di truccarsi. Anche Jane ora poteva colorare un poโ€™ il suo viso, per renderlo piรน luminoso, dal momento che il volto poteva essere scoperto. Adesso i capelli si potevano tingere. Gli abiti, invece, erano sempre tali da coprire per intero la persona.

E fu cosรฌ che Stephan iniziรฒย  a frequentare la casa di Jane. Andava ogni pomeriggio, dopo il lavoro in fabbrica, per cucirle gli abiti. Si metteva in un angolo e lavorava con la macchina da cucire. Capitavaย  a volte che i figli di Jane si sedevano accanto a Stephan per vederlo lavorare; gli facevano tante domande. Lui di buon grado rispondeva.ย  Stephan aveva la capacitร  di mettere allegria. Era il suo sorriso il segreto per risultare simpatico soprattutto con i bambini. Bijiam e Asis avevano saputo che lui era un appassionato di calcio. Lo avevano interrogato ben bene. Avevano appreso la passione di Stephan sia per il calcio che per il mare. Al contrario del loro papร  cheย  non si interessava affatto del gioco del pallone. Preferiva starsene a casa.

E fu cosรฌ che i due bambini ottennero dalla madre il permesso di poter andare allo stadio, accompagnati da Stephan. Grande fu la meraviglia quando entrarono in Camp -Nou per la prima volta, dove giocava la squadra del Barcellona.I bimbi dopo avere assistito, per la prima volta, allโ€™incontro di calcio ritornarono a casa allegri . Jane ringraziรฒย  Stephan della sua disponibilitร  con i figli.

E cosรฌ passarono dei mesi. Il lavoro di Stephan si avviava ormai alla fine; aveva cucitoย  diversi abiti per la signora cheย  rimase soddisfatta del lavoro svolto dal giovane. Stephan ebbe modo, perรฒ,ย  di rivedere i figli di Jane. La domenica, quando poteva, li portava allo stadio.

Ma una volta capitรฒ che i due bimbi accompagnarono Stephan a vedere una cosa che a loro era piaciuta. Stephan si lasciรฒ guidare dalle due piccole guide turistiche. Si trovรฒ davanti a una costruzione enorme. La Sagrada Familia. Bijiam e Asisย  sapevano bene la storia del monumento. La raccontarono a Stephan. Un grande architetto catalano di nome Antonio Gaudรฌ nel 1884 ottenne la direzione dei lavori della Basilica della Sagrada Familia. Non eraย  stataย  terminata, come prevedeva lโ€™autore al momento di redigere il progetto. Lโ€™architetto era sepolto nella cripta della Sagrada Familia.

Bijiam e Asis gliela mostrarono di sera, perchรฉ tutta illuminata. A loro piaceva quello spettacolo di luci che brillavano nel cielo.

Capitava anche che tutti e tre andavano in giro per la cittร  alla scoperta di nuovi posti. Si ritrovarono, una mattina di primavera, a percorrere una collinetta. Il tratto di strada era pendente. I piccoli si lamentarono durante il percorsoย  del cammino faticoso da fare. Al termine del tragitto siย  trovarono il Parc Guell. Ci entraronoย  dopo aver salito una grande scalinata al termine della quale si aprรฌ davanti ai loro occhi un colonnato chiamato โ€œdelle cento colonneโ€ e un soffitto ricoperto di mosaici bellissimi. Girarono per alcune ore in questo parco. Ammirarono gli alti alberi. Percorsero stradine strette, porticati. Al termine del percorso visitarono la casa Museo Gaudรฌ.

Per quanto piccini che erano, Bijiam e Asis si accorsero col tempo della tristezza che trapelava sul volto di Stephan. Lo avevano sempre visto sorridere. Ora, invece, un velo di tristezza adombrava il suo volto. Stephan nascondeva loro il reale motivo di quel mutamento, dicendoย  che in fabbrica si lavorava molto. In realtร  Stephan sapeva bene il motivo del suo disagio.

Pensava al suo arrivo in Spagna. Era stato per lui casuale. Non era quello il percorso che si era tracciato allontanandosi daย  Casablanca. Lโ€™Italia,ย  terra tanto desiderata, tanto cercata, era lontana dal suo orizzonte. Ricordava il breve passaggio nel nostro bel paese. La sua nave attraccรฒ a Genovaย  dove vi rimase per soli sette giorni. Troppo pochi per lui che voleva trovare in Italiaย  un lavoro dignitoso e un posto migliore dove poter vivere.

E cosรฌ passarono nove mesi. Era inverno. Stephan oramai era deciso a lasciare Barcellona. Era pronto ad affrontare un nuovo viaggio e superareย  nuovi ostacoli.

Prima di partire, salutรฒ Bijiam e Asis con la promessa che un giorno si sarebbero rivisti. I due fratelli insieme alla madre lo accompagnarono al porto. I piccoli avevano visto in tv alcune scene di adii. Erano rimasti colpiti dalle persone che, nel salutare i propri cari, sventolavano i fazzoletti. E cosรฌ fecero anche loro. I piccoli, seppure divertiti dal loro gesto di agitare i moccichini, non riuscirono a nascondere le lacrime al momento della partenza della nave.

Pensavano che adesso non sarebbero andati piรน allo stadio.

 

Carmen Bilancio

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