Racconti

Un luogo libero dove mettere alla prova il proprio talento di scrittore attraverso la pubblicazione di storie brevi. Un’opportunità per gli appassionati scrittori di mettersi alla prova e dare visibilità dei propri lavori a lettori e case editrici. Clicca qui per partecipare attivamente con i tuoi racconti brevi e condividerli con gli altri.

6 Aprile 2016

Liberamente ispirato alla storia dei due amanti di Gradara. PROLOGO Milano, Anno Domini 1330 Come ogni giorno, rivolgo lo sguardo al tramonto. La sua luce, intensa e calda, è ormai l’unica amica e l’unica dolcezza di una lunga vita che sento volgere al declino. In nome della Giustizia, troppo a lungo celata, voglio raccontare i veri eventi che sconvolsero Gradara in quel lontano Marzo 1275. Il mio nome? Pazientate e leggete la mia storia... Gradara, metà Febbraio 1275 Tutto ebbe inizio in quel lontano giorno del 1275. Mentre le notti, implacabilmente fredde, appartenevano ancora all’inverno, durante il giorno si poteva Read more...

6 Aprile 2016

Lui si chiama Guido, il flâneur. Come un personaggio di un'opera francese decadente, vaga per le strade del paese con una sedia sulle spalle su cui campeggiano citazioni di Neruda. Tutti lo conoscono e sanno che possono trovarlo seduto sul ponte lama Monachile, che separa le due anime del paese, nelle rare giornate in cui non soffia il maestrale. Sceglie con cura la posizione, sistema la sedia, si accomoda e si immerge nella lettura del suo quotidiano. La sua pelle abbronzata, ancora poco segnata dalle rughe per un uomo della sua età, desta ammirazione e forse un pizzico di invidia Read more...

6 Aprile 2016

Corri..corri...corri... I passi rapidi e decisi incedevano sull'erba bagnata mentre il respiro si faceva affannoso formando inquiete nuvole di fumo nell'aria gelida della notte. Gli alberi alti bucavano il manto celeste lasciando intravedere qualche timida stella mentre i raggi freddi della luna a malapena illuminavano il terreno. Non ci prenderà..non ci prenderà... La sua mano strinse con fare ancora più deciso quella di lei. La triste gonna grigia che ondeggiava nel vento, i boccoli biondi che sobbalzavano ad ogni passo, il liquido caldo che scendeva lento sulle gambe nude. La paura in quei grandi occhi azzurri. Devo salvarla...devo proteggerla... I Read more...

5 Aprile 2016

Lì su quel ciglio roccioso, stavano Eddy e suo padre Paolo. Fissavano il vuoto del cielo con sotto i campi verdi e le case di campagna, che buttavano dai loro camini fumi di combustione di un legno dato alla cenere per riscaldare le proprie case. L'inverno stava per arrivare. «Papà...» disse il piccolo Eddy. «Dove vanno tutti gli uccelli che stanno volando in quel gruppo?» «Emigrano» rispose subito il padre. «Emigrano per un posto migliore e, soprattutto, un altro posto caldo che li possa ospitare» mise una mano nei capelli del figlio e li scompigliò. «Emigrano per trovare di meglio?» Read more...

5 Aprile 2016

A casa di André, la Luna era un cucchiaino di crema, un ricciolo di panna o un confetto alla mandorla e il cielo che la circondava, era denso cioccolato nero, che colava quando pioveva; le stelle, granelli di zucchero e frammenti di noccioline. Quando la notte arrivava, André faceva colazione: sceglieva un libro-biscotto da inzuppare nel cielo-cioccolato. Ogni pagina, un morso. E tanti gusti. I romanzi, pieni di burro e confettura; i saggi filosofici dalle forme strane e che non saziavano mai; le tragedie greche che odoravano di zenzero; le fiabe, tutte ricoperte di glassa rosa e, poi, i libri Read more...

5 Aprile 2016

Non avevo bisogno di altro se non del tuo abbraccio. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di sentire il calore del tuo corpo che cozzava e si sposava con il mio. Eri lì, a pochi centimetri da me, le parole scorrevano libere, i cuori battevano ognuno con il proprio ritmo, come se fossero stati risvegliati dal freddo letargo di una vita stanca e sempre uguale. Ti guardavo, avrei voluto assaporare la tua bocca che mi stava regalando brividi improvvisi e inaspettati; mi sarebbe piaciuto sfiorare il tuo viso con la mia mano per sentire se quell’entità che avevo lì di fronte Read more...

5 Aprile 2016

Albert Einstein ha detto: « Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere » I bambini hanno la capacità innata di meravigliarsi di tutto. Perché per noi adulti è diventato così difficile farlo? Ogni tanto sembra che siamo ciechi di fronte a tutte le piccole cose della vita che in fondo ci rendono allegri e felici. Meravigliarsi per me è come dire un grande “Sì” alla vita. Si tratta di voler e poter osservare la bellezza in ogni piccola cosa, scoprire ogni giorno l’immensità dell'universo e provare Read more...

4 Aprile 2016

Lampi, tuoni e pioggia non davano tregua all’antico e ricco borgo, un tempo chiamato Vicus Mercati. Una carrozza attraversò il Ponte di San Rocco e si diresse verso palazzo Borella. Quando si fermò dinanzi all’ingresso, Galdino uscì da sotto l’androne per aiutare una giovane donna, pronta a scendere. Le porse la mano e, per qualche istante, non riuscì a proferir parola. Era stupefatto: vesti sporche e sgualcite, volto rigato di lacrime. Non era colei che s’aspettava. «Siete Lucilla, la figlia di Rufino il bracciante, vero?» le chiese. «Sì, sono io, signore». Che strano, meditò Galdino. Rufino aveva la fama di Read more...

4 Aprile 2016

Ai tempi in cui la nostra valle, aspra e diffidente, era ancora popolata dalla stirpe degli uomini scuri, bassi e tarchiati che, vestiti di tele di sacco, scendevano lungo i sentieri sassosi dei castagneti curvi sotto il peso delle fascine, sul crinale della Serra, in un casolare di pietra grigia eternamente battuto dai venti molesti discendenti dal Monte Cavallo, viveva un vecchio mago di nome Amato. Non era un chiaroveggente di successo come Martino, il negromante che esercitava giù a Porretta, il cui studio era frequentato da ricchi bottegai e da ragazze di buona famiglia, sempre in cerca di fatture Read more...

4 Aprile 2016

Non mi sono più innamorata di nessuno dopo di te. Dopo di te non cè stato più nessun battito di cuore accelerato. Più nessuna canzone damore da poter dedicare a qualcuno. Più nessuna voglia di amare un altro viso, altre mani, altri sorrisi. Dopo di te non sono più riuscita a farmi piacere nessuno, nemmeno piacere. Ogni volta che pensavo allamore io pensavo al tuo viso. A volte mi confondevo. Ero ancora innamorata? No. Adesso l'ho capito. Mi ci è voluto del tempo ma adesso lo so. Non amo nessuno ma non amo nemmeno più te. Forse ti sei portato Read more...