Racconti
Un luogo libero dove mettere alla prova il proprio talento di scrittore attraverso la pubblicazione di storie brevi. Un’opportunità per gli appassionati scrittori di mettersi alla prova e dare visibilità dei propri lavori a lettori e case editrici. Clicca qui per partecipare attivamente con i tuoi racconti brevi e condividerli con gli altri.
Nelle grigie giornate piovose, quando l’umidità e il freddo erano particolarmente insidiosi, ci si andava a sdraiare dietro ai tecnigrafi, coperti da cappotti, giacche, sciarpe e guanti ammucchiati apposta per garantire riparo dalla luce e per ammorbidire il giaciglio. La voce del professore giungeva da lontano, come una ruvida ninna nanna che parlava di cavi elettrici, isolanti, resistenze, alternatori e differenze di potenziale anziché di lupi neri, cappucci rossi, nonne malate… selve oscure. Mancando orditi e tessuti, assecondavamo il suono e ci addormentavamo alla svelta recuperando le ore della notte; ore macilente, perse nel buio a girovagare senza una meta Read more...
Guardai dentro dalla finestra che dava sul giardino. In punta di piedi, i nervi tesi e il collo tirato, mi sporsi il più possibile. I vetri, anche se un po’ offuscati dalla polvere, restituivano abbastanza nitidamente l’interno della grande villa. Sotto i miei piedi c’erano dei legni secchi, cercai di non fare alcun rumore, anche se tutto mi lasciava supporre che nessuno avrebbe potuto udirlo. Sembrava abbandonata. Quasi non respiravo, forse per quell’emozione inaspettata. Riuscii a scorgere delle vecchie tende strappate che forse un tempo erano state bianche. Una era per terra che copriva come un sudario un bel pavimento Read more...
Suona ogni mattina. Sempre alla stessa ora, da anni. Metto la sveglia due ore prima di iniziare a lavorare. Ho le mie abitudini e mi piace prendermela con calma. Il primo caffè, la prima sigaretta, le prime notizie al telegiornale e la prima doccia della giornata. Dopo circa un’ora e mezza di lenti preparativi esco di casa, ogni mattina alle 7.30. La macchina parcheggiata al solito posto, la fermata al tabaccaio per il secondo caffè e la seconda sigaretta, i 10 km di strada per arrivare a lavoro. A volte penso che quei chilometri sono infiniti. Sono troppi per sopportare Read more...
Partiva. Tornava. Ripartiva. Girava in lungo e largo la Penisola. Tutti si chiedevano chi finanziasse quei viaggi e quale ne fosse lo scopo, giacché non si poteva parlare di vacanza per lui che era in eterna vacanza, ne' di svago per chi aveva fatto dello svago l'unica ragione di vita e se ne regalava già troppo nel suo luogo di residenza. Il divertimento era per il nostro una specie di dipendenza, donde doveva assumerne dosi sempre più massicce, dedicargli sempre più tempo, fare cose sempre nuove. E come la droga fiacca il corpo fino ad ucciderlo, così il divertimento,assorbito in Read more...
CAPITOLO I: IL CARILLON In una soffitta, di una casa, in una città nel nord del mondo, tra scatole di cartone, vecchi mobili impolverati, giocattoli di epoche passate e quant’altro servisse di tanto in tanto, vi era un oggetto che da qualche tempo aveva trovato una nuova vita. Si trattava di un antico carillon alquanto particolare e che certamente meritava di stare in un luogo più dignitoso della soffitta in cui era finito. Per essere precisi, si trattava di una scatola musicale o “Boite a Musique”, come in effetti, era stata chiamata dal suo inventore ginevrino. L’oggetto, come suggerisce il Read more...
La vita è come una folata di vento, lei va avanti, non si ferma, parte e arriva da lunghi lontani a me sconosciuti. Ed io? Io sto immobile in un luogo qualunque di questa maledetta terra a sopravvivere, lo sento, sto morendo lentamente. Il mio respiro, la mia pelle, tutti i sensi, il mio corpo e la mente, rallentano...Perdo la memoria, ho dolori e la schiena diventa curva. Un giorno con uno stato d'animo misto a rabbia e disperazione urlai fino a quasi spaccare le corde vocali: "Che cosa mi sta accadendoooo!?" In quel momento il vento aumentò, creò un Read more...
Oggi non è giornata, continuo a ripetermi mentre stiro gli arti snervati dall'insonnia e dal continuo movimento notturno, l’umore è sotto i piedi e cupo come il cielo che sovrasta questo inizio autunno. Fuori piove, l’acqua continua a scivolare sui vetri creando rigagnoli, goccia dopo goccia si posa sul davanzale della finestra. Come quelle lacrime trattenute e infrante a metà tra il cuore e la ragione. Sempre lei, come oggi, quella malinconia senza nome mi pervade avvolgendomi in un’inquietudine che non ha voce, in un sudario di nebbia. Abitudinaria, rigorosa, precisa, caratteristiche indossate come seconda pelle, difficile entrare in quello Read more...
Ci troviamo nei pressi di una casa sperduta sulla collina torinese, dall’aspetto decadente tanto da fare pensare ad una dimora ormai abbandonata. In essa si dice avvengano strani fenomeni e si vocifera sia infestata dai fantasmi. Nel salotto arredato con una grande libreria a muro ricolma di volumi ( il ben di Dio dell’umanità) una scrivania in vecchio stile un sofà ed il tipico caminetto si sta proprio verificando qualcosa di strano: dal nulla , come per magia sono comparsi Edgar Allan Poe e Charles Baudelaire. La caratteristica che accomuna entrambi è l’avere condotto una vita sregolata e piena di Read more...
Da tempo ormai la invidiavano tutti, con quelle sue scarpe sempre all’ultima moda e gli outfit curati all’eccesso. Col suo fisico longilineo e i suoi capelli biondi, era bella per forza! E gli occhi, anche se celavano mondi oscuri e le ricordavano troppo, erano comunque limpidi contro ogni pronostico. Nulla lasciava trapelare e niente doveva vedersi. Pena la perdita di tutto. Sua madre sostava bocconi sul letto, il respiro pesante. La bottiglia scolata sul pavimento, non avrebbe potuto più nuocere. Almeno, non quella sera. Per un po’ non avrebbe dato segni di vita. Non le avrebbe chiesto niente; ma comunque Read more...
Da allora non si erano più incontrati. Trent’anni. Trenta lunghi anni durante i quali le loro vite, come due strade parallele erano state percorse ma non si erano mai più incrociate. A volte in quei trent’anni si erano inviati lettere scritte con una calligrafia minuta e fitta dove si raccontavano solo ciò che l’altro doveva sapere. Lei quando si recava in libreria prestava sempre attenzione agli immensi scaffali di libri per cercare il suo nuovo romanzo. Di fatto una volta trovato, lo comprava, ma poi non sempre riusciva a leggerlo. Quando questo accadeva lo immaginava con il suo cappotto, sempre Read more...