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Due sconosciuti a Torino – racconto di Alberto Mongardi

Ci troviamo nei pressi di una casa sperduta sulla collina torinese, dall’aspetto decadente tanto da fare pensare ad una dimora ormai abbandonata. In essa si dice avvengano  strani fenomeni e si vocifera sia infestata dai fantasmi.

Nel salotto arredato con una grande libreria a muro ricolma di volumi ( il ben di Dio dell’umanità) una scrivania in vecchio stile un sofà ed il tipico caminetto si sta proprio verificando qualcosa di strano: dal nulla , come per magia sono comparsi Edgar Allan Poe e Charles Baudelaire. La caratteristica che accomuna entrambi è l’avere condotto una vita  sregolata e piena di vizi ( alcol droga)  e per questa ragione sono chiamati maledetti. Edgar saluta calorosamente Charles “ Dear Charles”, ma Baudelaire non capisce al che Poe è costretto a parlare in francese “ Bonsoir mon ami Charles y a-t-il du whisky ?” Ecco allora alzarsi il poeta francese alla ricerca di un  goccio di whisky e dopo un minuto risedersi arrabbiato “ Pas du whisky. C’est pas normal

Da buon amico lo scrittore americano propone al francese di scendere e fare un giro per Torino, ed aver piacere di vedere la città di notte. Entrambi scendono da una strada che porta alla Gran Madre cantando dall’allegria. Improvvisamente salta fuori una vecchietta con l’orinale in mano e , presa dall’ira , lo getta d’impeto . Giusto il tempo di scansarsi da parte dei due che il vaso va a centrare un signore molto distinto vestito con abito firmato che impreca per il tanfo di orina sul vestito pagato una fortuna.

Edgar propone a Charles di entrare in una discoteca per divertirsi come ai vecchi tempi a fare colpo su qualche ragazza.

All’ingresso della discoteca si vede una marea di ragazzi e ragazze che guardano attoniti i due chiedendosi “ Ma da dove arrivano questi due ? da Marte, Saturno o sono il frutto di un viaggio nel tempo ?” Il barista, così come la cubista, dotata forme meravigliose nonché di un  bel sedere, rimangono attoniti  alla vista dei due individui vestiti con abiti in foggia di altri tempi. I due infatti bevono come due spugne  e cercano di rimorchiare qualche bella ragazza. Ora è il turno di Edgar che balla stretto stretto ad una biondina dagli occhi azzurri “ Ciao, sono Eleonora e studio lingue straniere  all’università di Torino. Qual è il tuo nome ? “

Replica il Poe “ My name’s Edgar and I am a lecturer

Please to meet you “ replica Eleonora” Can you give your mobil phone number ?”

I don’t know what it is “ replica lo scrittore Americano “ I’ll buy one

Replica la biondina “My dear Edgar. It has been nice to know foreign languages people in the world are your friend

Allacciato ad una brunetta dagli occhiali moderni è Baudelaire nella dolce atmosfera la ragazza gli dice “ Io sono Alessandra, amante del francese. La Francia è la mia passione tanto da averla già visitata più volte. Come ti chiami ?”

“ Moi c’est Charles” replica il poeta francese

“Charles , comme mon professeur . Heureuse de te connaitre” dice la brunetta

“ Moi aussi”  replica Baudelaire” tu es charmante “

“ A’ demain un coup de fil”

“ Oh je n’ai pas le télephone. Une lettre c’est mieux” dice Baudelaire . E i due si scambiano gli indirizzi.

All’uscita della discoteca i due dicono in francese “Andiamo al Caffé Fiorio a bere qualcosa”. Passando davanti ad una bottega vedono un laptop con Windows 7

“Altrochè carta e penna come ai nostri tempi tempi “ esclamano i due avessimo avuto questo prodigio della tecnologia  avremmo potuto scrivere e stampare comodamente le nostre opere in più copie “.

“ Ora entriamo nel locale più famoso di Torino ed ordiniamo un Irish coffee” . Sempre pieno di giovanotti  e persone colte. I due si siedono ad un tavolo vicino a due donne già attempate ed iniziano a conversare di arte, pittura e letteratura . Ad un certo punto le due donne cascano dal sonno quand’ ecco vengono risvegliate dalla mano del cameriere sopra la spalla che dice “ Signore, il conto “ .

Al risveglio le due signore si guardano attonite perchè i due sono scomparsi”

“ Siamo state vittima di un sortilegio, abbiamo sognato oppure sono i due  sono stati portati in un’altra epoca dalla macchina del tempo ?  Chissà”.

 

Alberto Mongardi

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