Racconti
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La sberla arrivò all'improvviso. Non fu un fulmine a ciel sereno, piuttosto un raggio di sole nell'acqua torbida, quando vidi il mio ragazzo combattere su quel ring di periferia, tra raffiche di pop-corn e lo schiamazzare di un pubblico da rottamazione. Dopo il quarto round perse conoscenza, nonostante continuasse a rimanere in piedi, e le prese come si può prendere l'influenza, senza nemmeno accorgersene. Gli sganassoni volavano come virus del raffreddore che invece di farti lacrimare gli occhi e colare il naso, te li facevano diventare gonfi e sanguinolenti. Io comunque ne fui letteralmente affascinata, non da lui, ma dal Read more...
All'Aereoporto di Napoli - ottobre 2007 Premessa : questa è una storia vera. Sono arrivato a Napoli , da poco , con un volo da Verona. Ore 8,45. Ho appena finito di sbrigare le pratiche per il noleggio di un’auto. Pronto per ripartire per Battapaglia per il funerale di Zio Pietro, morto ieri . Mentre attendo nella Hall avverto gradualmente un dolore nella schiena e subito dopo un corrispondente dolore al torace , nella parte centrale del petto. Che cosa sara’, mi chiedo ? Il dolore aumenta ed aumenta anche la mia preoccupazione.Cosa devo fare ? Inizio a sudare freddo. Read more...
No, non è la morte del cigno, è la morte interiore di mio figlio. Il cigno non ce la fa più, è in agonia, la sua anima vaga in un'altra dimensione, che non è la nostra, il suo corpo vaga nel mondo come un automa ; i fantasmi lo chiamano, gli tendono trappole e lui non sa dire no. I suoi occhi guardano dentro una luce cupa, quasi nera, annaspano: aiuto, aiuto! Madre sono qui! Io sento quel richiamo, ma non riesco a raggiungerlo, faccio di tutto, attraverso cielo e terra , ma non riesco ad arrivare ai suoi occhi! Read more...
Da ormai decenni ero ancorato indissolubilmente all'oceano, che pareva illimitato. Conobbi la crudezza della vita più navigando che vivendo sulla terraferma nei miei giovanili e scapestrati anni. Tuttora ricordo la motivazione per la quale mi spinsi oltre le acque conosciute e volli abbandonare la terra definitivamente: osservavo il mare quasi morbosamente e con una certa qual voglia ossessiva di unirmi ad esso, di conoscerlo nel profondo, di non esser più all'oscuro delle sue dinamiche reali e che ci paiono da sempre impossibilmente scopribili. Certi mi canzonavano dicendomi: "Vuoi essere una bella e piacente sirena?", e io rispondevo con sorprendente sicurezza Read more...
La chiamano “wanderlust”, la sindrome di chi non può stare senza viaggiare. Un nome, perché ad oggi ogni cosa deve avere un’etichetta, una categoria, un espediente per rendere comune l’eccezionale e forse sottrarre un poco di quell’intimità che chi viaggia prova quando programma il prossimo atterraggio. Abigail aveva letto quella parola per la prima volta quando era poco più che bambina e ricordava molto bene l’episodio. “Mamma cosa significa wan.. wandre.. wander..lust?” era seduta fuori dallo studio dentistico e aveva appena scorto le poche sillabe all’interno di un articolo su una rivista. “Credo di aver letto questa parola alcune volte Read more...
Nella quiete di una mattina d’estate dalla terrazza osservo l’interno della mia casa, mentre sento il rumore di fondo delle auto e vedo tutto intorno la luce forte e calda del sole di luglio. Davanti a me, oltre la porta a vetri, nella cucina, Anna sta facendo colazione, un po’ più tardi rispetto al solito, perché oggi non andrà al lavoro. La guardo e penso a come ho imparato ad amarla. Quando era dentro di me sentivo i suoi movimenti e il ritmo dei suoi singhiozzi, ma nessun particolare sentimento. Cercavo di immaginare il suo viso mentre mi accarezzavo la Read more...
"Mi raccomando raccoglile tutte!" disse la madre a Timothy. Era un giorno caldo quello in cui la madre chiese al figlio di raccogliere le mele cadute dall'albero, piantato sul retro del giardino di casa. Erano giorni che le mele si erano posate sul soffice prato, la madre temeva che colonie di formiche le avrebbero mangiate prima di loro se qualcuno non le avesse tolte di li, lei era troppo indaffarata per farlo cosi chiese al figlioccio di sbrigare lui la faccenda. Al contrario di lei non aveva impegni, passava la giornata a bighellonare, come del resto fanno tutti i ragazzi Read more...
27 giugno 2016 Mi svegliai come al solito in tarda mattinata, ma questa volta tutto era diverso. Gli assi di legno marcio e scolorito non proteggevano più la mia testa, non vedevo il pupazzo che mi aveva regalato nonna, né sentivo le urla di mia madre che litigava con papà. Di urla, a dire il vero, ne sentivo altre, ma non erano le sue, non le conoscevo quelle voci. “Dove sono? Non è casa mia, cosa ci faccio qui? Dove mi avete portato?” Il panico mi assale e fra mille dubbi la prima cosa che faccio è cercare la mia Read more...
Ero a casa di un'amica per una festa quando mi precipitai in bagno in preda ad una crisi causata da un intero miscuglio di emozioni. Non so cosa successe esattamente, forse quando ti metti troppo a pensare finisci per scavare nella tua mente facendo riemergere ricordi, pensieri, idee che ti causano dolore. So solo che mi sentii incredibilmente patetica, mi guardai allo specchio e assistei allo spettacolo più pietoso di sempre. La faccia deturpata dalla tipica espressione che si assume quando ci si lascia andare al pianto, le lacrime si mischiavano al mascara che colò lungo tutto il viso. Chiusi Read more...
Allora Tito, sei pronto per le ninne? NO papà voglio giocare ancora! Hai lavato i dentini? SI… Pigiamino? SI…. Bravissimo il mio topolino! … Ma io voglio ancora giocare … Ora mettiti giù perché papà ti racconterà una favola speciale …UFFA.. ma io voglio giocare ancora…PER SEMPRE!! Mettiti giù vedrai che ti piacerà… C’era una volta in un luogo lontano lontano in un tempo lontano …molto lontano… una formichina …. Di nome Nina Pesson, Hai detto Pescion papà? No ho detto Pessoon .. non abbiamo lavato le orecchiette tesoro…Ma ritorniamo alla storia.. si alla storia.. Anzi No Tito non è Read more...