Sei qui: Home » Poesie » Wisława Szymborska, come sarebbe la vita senza amore

Wisława Szymborska, come sarebbe la vita senza amore

"Devo molto a quelli che non amo" è una poesia di inaudita potenza. Attraverso il "non amore", Wisława Szymborska ci parla dell'amore e di come questo sentimento renda la nostra vita instabile ed imprevedibile.

Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della scomparsa di Wisława Szymborska non possiamo che concludere la giornata con una sua profonda poesia, “Devo molto a quelli che non amo”, un inno al “non amore” e a quel senso di ordine e stabilità che sperimentiamo nei confronti di chi non amiamo, una poesia che fa riflettere, quasi ironicamente, su quanto ci destabilizzi e ci renda folli l’amore.

Come sarebbe la vita senza amore

“Devo molto/ a quelli che non amo”: già i primi versi della poesia di Wisława Szymborska ci proietta in una situazione che in apparenza non ha nulla di poetico. Di solito si cantano l’amore, la gioia vivida e un po’ confusa del primo incontro, la calda nostalgia di un passato lontano… Invece, la poetessa polacca ci parla di chi non ama, e lo fa con gratitudine. Con distacco, semplicità e sollievo, ringrazia il “non amore”, che certo si contraddistingue al suo opposto.

“Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai”.

Quando non si ama si vive in serenità, in un equilibrio psicofisico che l’amore non riesce a garantire: ci preoccupiamo costantemente di un’altra persona, la pensiamo, la mettiamo al primo posto fra le nostre esigenze. Spesso finiamo per trascurarci, per lasciarci ferire da un’attesa o da un’assenza.

“I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi”.

Tutte le esperienze vissute, ci dice Szymborska, sarebbero più autentiche nella loro natura. Ma cosa resta della vita senza l’amore? La poesia dell’autrice polacca ci parla di questo meraviglioso sentimento in absentia, lodando la situazione opposta. E leggendo questi versi, ciascuno di noi invidia un po’ il non amore, questo è certo. Ma è anche certo che è l’amore a rendere la nostra esistenza così bella ed imprevedibile, piena di alti e bassi che ci ricordano quanto sia preziosa la felicità, e quanto sia magico il mondo. Come sarebbe la vita senza amore? Sarebbe probabilmente perfetta. Perfetta e noiosa.

“Devo molto a quelli che non amo” di Wisława Szymborska

“Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.

È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

“Non devo loro nulla” –
direbbe l’amore
su questa questione aperta”.

Wisława Szymborska

Wisława Szymborska è la più celebre poetessa polacca mai esistita. Tra le più amate e apprezzate dal grande pubblico, le sue raccolte hanno raggiunto numeri di vendita incredibili, pari ai più importanti autori di prosa, nonostante Szymborska abbia più volte ironizzato sul fatto che la poesia piace a non più di due lettori su mille.

Nata il 2 luglio del 1923 in una piccola città della Polonia occidentale di nome Kornik, Wisława Szymborska è cresciuta a Cracovia, dove ha studiato Lettere e Sociologia.

Abbandonati gli studi per via dei problemi economici della famiglia, ha iniziato a lavorare nelle ferrovie. Grazie a questo lavoro, è riuscita a scampare alla deportazione tedesca della Seconda Guerra Mondiale. Szymborska ha poi lavorato come segretaria per una rivista di didattica e, allo stesso tempo, come illustratrice di libri. Molto attiva nella vita culturale della città, ha collaborato nel dopoguerra alla rivista “Walka” (Lotta).

Le poesie di Wisława Szymborska sono state pubblicate su varie riviste prima di essere racchiuse in vere raccolte poetiche. Il primo componimento, “Cerco una parola”, è uscito nel marzo 1945 sul quotidiano Dziennik Polski.

Dopo la pubblicazione delle sue prime raccolte, l’autrice ha ottenuto incarichi di redattrice in diverse riviste polacche. La terza raccolta poetica, “Appello allo Yeti” ha consacrato Szymborska al grande pubblico e alla critica. In seguito a numerosi premi e riconoscimenti, ottenuti tanto in Polonia quanto all’estero, è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996.

Wisława Szymborska ci ha lasciati il 1° febbraio del 2012 nella sua casa a Cracovia, morta nel sonno a causa di una malattia che l’ha consumata in pochi mesi.

© Riproduzione Riservata