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Evita Perón, storia di una personalità attraente, carismatica e magnetica

Il 7 maggio 1919 in un roncho delle pampas, nel più povero dei pueblos rurali nella pampa Argentina di Los Toldos nasce Maria Eva Ibardures Duarte

Il 7 maggio 1919 in un roncho delle pampas, nel più povero dei pueblos rurali nella pampa Argentina di Los Toldos nasce Maria Eva Ibardures Duarte, meglio conosciuta come Evita Perón. Nata con il sogno di diventare un’attrice affermata in un tempo in cui le donne non potevano votare, ricoprire cariche pubbliche o divorziare. Di umili origini è stata figlia illegittima di una relazione clandestina tra la madre operaia e il padre ricco borghese. Una vita fatta di eventi traumatici e di turbolenze emotive che la portò all’età di 15 anni a trasferirsi a Buenos Aires; con lei la speranza di poter emergere come attrice. Divenne col tempo voce di spicco di Radio Belgrado e, attraverso i microfoni, lanciò un appello per sostenere le vittime del terremoto avvenuto il 15 gennaio del 1944 a San Juan.

Evita Perón

Durante un evento solidale organizzato per il medesimo fine, al Luna Park Stadium, incontrò il Segretario del lavoro e delle politiche sociali Tuan Domingo Perón inviato dal Presidente Ramires a dirigere le operazioni di soccorso. Questo incontro non solo era destinato a cambiare il destino di Eva e Tuan Domingo ma dell’intera Argentina. Del loro amore scriverà Hamburger: è l’amore che fa andare i Perón. Tutto il loro agire si basa sull’amore. Sono costantemente, follemente, appassionatamente, nazionalmente innamorati.

Era una rovente giornata del 17 ottobre 1945 quando i sindacati indissero lo sciopero generale e le folle senza camicia, per questo chiamati successivamente descamisados, guidati da Eva si riunirono a Plaza de Mayo invocavano la liberazione di Perón arrestato per sovversione al potere. La giunta crollò e Perón fu scarcerato.

Le sue azioni politiche e sociali furono decisive a far eleggere nel 1946 il marito Tuan Domingo Perón Presidente dell’Argentina. Ben presto conquistò il popolo argentino per la sua intensa attività sociale diventando un affascinante fenomeno sociale amata in tutto il mondo.

L’ascesa politica

Eva giunse al potere politico con la promessa al popolo di prevenire, contrastare e combattere le disuguaglianze sociali come lei stessa dirà Abbracciando la patria, darò tutta me stessa, perché in questo Paese ci sono ancora i poveri e gli infelici; i disperati e i malati. La mia anima lo sa, il mio corpo lo ha sentito. Io offro tutta l’energia che posso tirare fuori dal mio corpo, come un ponte verso la felicità comune. Attraversatelo con una forte catena e dirigetevi a testa alta verso il supremo destino.

Si rivolse al popolo argentino, invitandolo a chiamarla con il diminutivo Evita affermando: Preferisco essere chiamata Evita se questo Evita è usato per migliorare le condizioni delle case del mio paese. Ha avviato la sua rivoluzione sociale infrangendo storicamente il confine che separava la classe dominate dai descamisados entrando in sintonia con persone dimenticate dal potere politico, schierandosi dalla parte del popolo. Evita nella piena consapevolezza che le donne erano state private di opportunità sceglie di prendere posto al loro fianco lottando risolutamente con loro e per loro. Il suo nome diventa il grido di riconoscimento delle donne di tutto il mondo, donne nei loro diritti violentate e negate plasmate e dominate da arcaici pregiudizi. Imprigionate da uno spirito nazionalista machista radicato nella cultura argentina del tempo in cui gli uomini negavano alla donna la sua personalità sfruttandone la debolezza. Evita è determinata a combattere il macho argentino, battendosi per l’uguaglianza politica e sociale tra gli uomini e le donne affinché le donne si liberassero dall’asservimento e ottenessero l’emancipazione e i diritti a loro negati ma riservati fino a quel momento esclusivamente agli uomini.

L’impegno politico e sociale

La sua intensa e sensibile attività sociale e politica la portarono a realizzare importanti iniziative popolari tanto che la sua voce divenne il megafono dei diseredati, gli a lei “cari descamisados” la cui eco si estese fino agli oppressi della terra.

Fece costruire scuole, versò importanti somme di denaro per garantire i servizi medici agli indigenti i quali non ne avevano mai beneficiato in precedenza. Prima del governo Perón in tutta l’Argentina si contavano solo 57 ospedali alla fine del 1949 ne furono realizzati 119 grazie alla Fondazione per l’aiuto sociale di Evita. Con la sua Fondazione di Assistenza sociale edificò abitazioni per madri indigenti e anziani. Costruì orfanotrofi, parchi e centri ricreativi, intere colonie al mare per i lavoratori. Avviò un corso universitario femminile a indirizzo infermieristico, risorse sanitarie poi inserite negli slum e nelle campagne aggiungendosi come personale alle cliniche. Il suo impegno costante che rivolgeva alle persone vulnerabili la portarono a creare la propria Croce Rossa inviando supporto, assistenza e personale medico-sanitario non solo in Argentina ma in tutta l’America Latina. Grazie al suo attivismo e impegno politico riuscì nella rivoluzione sociale facendo ottenere alle donne il diritto di voto e il documento di riconoscimento fino a quel momento negato, aprendo la strada al futuro protagonismo socio-politico femminile in Argentina.

Una figura femminile esempio di umanità, e punto di riferimento di un principio generale fondamentale da vivere nella vita politica e sociale di ogni generazione che abbia a cuore il rispetto autentico della vera democrazia e della totalità dell’essere umano.

Maria Laura Chiaretti

 

 

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