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Francesca Morvillo, la moglie di Falcone sempre vicina al marito

Francesca Morvillo ha perso la vita insieme al marito Giovanni Falcone e ai tre uomini della scorta nella strage di Capaci. Consapevole del pericolo, è sempre voluta restare vicino al marito

“Vicino ad un grande uomo c’è sempre una grande donna”. E’ una frase di cui si abusa spesso, dedicata a quelle tante donne che hanno contribuito al successo di uomini che la storia ricorda, stando al loro fianco e mai in disparte. Una frase che calza a pennello nel caso di Francesca Morvillo, magistrato e moglie di Giovanni Falcone. Francesca Morvillo ha perso la vita insieme al marito e ai tre uomini della scorta nella strage di Capaci. È l’unica magistrato donna assassinata in Italia.

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Una vita dedicata alla giustizia

Francesca Morvillo è nata a Palermo il 14 dicembre 1945. Il 26 giugno 1967 si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo dopo un corso di studi eccellente con una tesi dal titolo “Stato di diritto e misure di sicurezza”. Come il padre Guido, sostituto procuratore a Palermo e il fratello Alfredo poi, decide di entrare in magistratura. Nel corso della carriera ricopre le funzioni di giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.

L’incontro con Giovanni Falcone

Nel 1979, dopo un primo matrimonio conclusosi con la separazione, Francesca Morvillo conobbe Giovanni Falcone, all’epoca giudice istruttore presso il tribunale di Palermo. Nel 1983 iniziarono a convivere nella casa di via Notarbartolo. Ottenuti i rispettivi divorzi, si sposarono nel maggio 1986 con una riservata cerimonia civile officiata da Leoluca Orlando; uno dei testimoni fu il giudice Antonino Caponnetto. Dal 1989 il fratello Alfredo Morvillo iniziò a lavorare insieme a Falcone.

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ll 23 maggio 1992 a Capaci (Palermo) due quintali di tritolo fanno saltare in aria l’auto sulla quale viaggiano il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della loro scorta

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La storia d’amore tra Francesca e Giovanni

La loro era una relazione che trovava linfa grazie alla volontà comune: quella di poter trasformare l’Italia in un Paese dove la mafia sarebbe stata sconfitta una volta per tutte. Un amore per la patria che si alimentava grazie all’amore reciproco tra Francesca Morvillo e Giovanni Falcone. Un quotidiano difficile il loro, fatto di continui attacchi, interni ed esterni alla magistratura. Nonostante ciò, il loro amore non ha mai subito un tentennamento: Francesca e Giovanni sono sempre andati avanti, sia a livello professionale che affettivo.

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Giovanni Falcone ha scritto la storia del nostro Paese. Oggi, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, vi riproponiamo alcune delle sue frasi più celebri

La lettera di Francesca Morvillo a Fiovanni Falcone  

Dopo il tentato attentato dell’Addaura, Falcone voleva divorziare da Francesca per salvarla, per evitare che fosse anche lei un obiettivo della mafia. Ma Francesca volle restare vicino al compagno. Emblematica dell’amore condizionato per Giovanni è la lettera che Giovanni Paparcuri, collaboratore di Falcone che sopravvisse all’attentato a Rocco Chinnici, trovò in un libro che Francesca Morvillo aveva donato a Falcone. “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca.” Una dichiarazione d’amore incondizionata, qualsiasi potrà essere il loro destino.

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Pochi giorni dopo la strage di Capaci, Alda Merini scrisse “Per Giovanni Falcone”, una poesia dedicata al giudice e alla sua strenua lotta alla mafia

La strage di Capaci

Il destino, purtroppo, ha riservato a Francesca e Giovanni una tragica fine a Capaci il 23 maggio 1992. Francesca Morvillo, ancora viva dopo l’esplosione, venne trasportata prima all’ospedale Cervello e poi trasferita al Civico, nel reparto di neurochirurgia, dove però morì sotto i ferri intorno alle 23 a causa delle gravi lesioni interne riportate. Il suo orologio si era fermato all’ora dell’esplosione, le 17:58. “Dov’è Giovanni…” furono le ultime parole di Francesca, raccolte da un poliziotto durante il trasporto in ospedale.

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