Dai, andiamo – Racconto di Francesco Porfiri
La vicina di ombrellone di quell’anno era una una giovane ragazza pallida e magra. Ma, per quanto non sprizzasse energia da tutti i pori, aveva
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La vicina di ombrellone di quell’anno era una una giovane ragazza pallida e magra. Ma, per quanto non sprizzasse energia da tutti i pori, aveva
Erano passati vent’anni dal suo ritorno. Vent’anni senza smettere di guardare, con invidia, le navi lasciare il porto con l’alta marea, senza smettere di arrampicarsi,
Il suo umore non è benevolo ma non mi spaventa, esprime il suo carattere tumultuoso , oscillante come la vita . Il suo colore blu
Agata guardava la bassa marea della mattina, il mare era calmo e le sue piccole onde facevano dolcemente capolino a riva accarezzando conchiglie e sassolini,
Quello che non vedevo era scritto in tutto quell’azzurro. Ogni goccia, ogni lacrima vomitata dal cielo in quella distesa, aveva il colore dell’inferno. Si, perché
Quella mattina la sveglia era puntata alle sette, ma già verso le sei e mezzo mi svegliai. Forse per la preoccupazione di fare tardi all’appuntamento
Il sentiero saliva rapido nel bosco di abeti. A terra aghi di pino, radici e grossi sassi. Tutto intorno profumo di resina. La mamma e
Sotto i miei occhi si stagliava un mare che più blu non si poteva. Le barche: puntini bianchi, immobili. Mi sembrava di sorvolare il cielo
Quando tutti, o quasi tutti quell’estate andarono via dalla città, pensai.. Ed io che non posso andar a rinfrescarmi in verdeggianti paesi montuosi ove magari
La città di domenica è uscita fuori da un film di Antonioni..mi dico che è un privilegio osservare la poesia mentre gli altri sono al
“Chissà cosa potrebbe riservarmi l’estate che sta per arrivare…” mi ripetevo continuamente. Ma d’altronde cosa poteva accadermi di così entusiasmante, di così diverso? Dopo aver