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La finestra sul mare (Anna) – Racconto di Sabrina Corradini

“Vieni più vicino. Lo senti come batte? Sta tutto qui il segreto, in un battito di cuore”.

Anna sospirò al pensiero di che cosa l’avesse spinta a tornare in quella casa dopo tanti anni; a tirare fuori dal cassetto della scrivania dei suoi genitori la piccola chiave rossa usurata dal tempo.  Doveva chiudere un ciclo e adesso era lì, pronta ad ascoltare la voce silenziosa che l‘aveva richiamata indietro, sui passi del ricordo.

 

Era come se il tempo si fosse addormentato tra le mura spoglie e i mobili coperti da pesanti teli bianchi. Qualche vecchio giornale languiva abbandonato sul pavimento polveroso. Nell’angolo stava come sempre il pianoforte scordato.Le cose hanno una memoria e custodiscono un pezzo d’anima di chi le ha possedute, in un messaggio antico che si svela solo a chi si ferma ad  ascoltarle. Anna andò ad aprire la finestra per levare via l‘odore forte del chiuso. La brezza e il rumore quieto delle onde del mare invasero la stanza. Assieme alla luce tenue del sole che si avviava lento verso il suo crepuscolo.

“Ricordati sempre. Noi siamo invincibili”

 

Anna camminò a lungo sulla spiaggia. Poi sedette in un angolo ben distante dagli altri bagnanti; pochi ormai, perché la stagione volgeva al termine.  Afferrò la sabbia finissima e calda tra le dita, e prese a tracciare dei disegni, mentre lasciava spazio ai ricordi, fintanto che l’assenza si facesse presenza. C’era stato un tempo lontano di confidenze su quella spiaggia, di lunghe discussioni su come sarebbe stato il futuro, se avesse avuto lo stesso colore dei loro sogni. Cosa ne era stato di loro? Quei ragazzi appartenenti ad un mondo così lontano avevano osato proseguire per la via luminosa? Anna tirò fuori dal borsone un biglietto sgualcito … l’ultimo che Pietro le aveva lasciato, infilato sotto l’uscio di casa, pochi giorni prima di andarsene per sempre; in punta di piedi e senza commiserazioni.L’aveva riletto e riletto un’infinità di volte … ma mai come ora con l’impressione viva che lui le fosse accanto, e di sentire la sua voce, il tono sottile e ironico che tante volte l‘aveva fatta ridere e piangere. Ecco … se chiudeva gli occhi un po‘ di più, solo un po’ di più, poteva sentire  la sua testa appoggiata sulla spalla, un frammento del suo respiro.

“Voglio che, quando arriverà il momento, tu torni nel luogo che ci è stato tanto caro. Là. Alla nostra casa sul mare. So che avrai cuore per ascoltare. E sarà il modo più degno per salutarmi. Senza lacrime. Sai che non le ho mai amate. Ricordi cosa c’eravamo promessi quell’estate di tanti anni fa, quando eravamo solo dei ragazzi di diciotto anni? Non puoi averlo dimenticato. Anna, il momento è giunto. Ora tu dovrai compiere parte di quella promessa per me. Ricordi? Era la sera del 10 Agosto. Eravamo sdraiati sulla spiaggia, sopra di noi solo un cielo coperto di stelle. Tenendoci per mano, con lo sguardo rivolto verso l’alto, ci ripromettemmo allora che le nostre vite non avrebbero mai conosciuto l’inverno, ma solo un’invincibile ed eterna estate.  Avremmo sempre camminato per la via luminosa.

 

Anna, l’inizio di quell’estate non era stato affatto facile per te. I tuoi già non andavano d’accordo, e Federico era lontano. Presto anche tu te ne saresti andata. Il nostro  era un mondo che stava volgendo al termine. Ma chiuso un ciclo, ne comincia sempre un altro. E le cose che ci sembrano insormontabili, alla fine passano. Scorrono via, come il passare dei fiumi. E ne nascono di nuove ed inaspettate. Quanti ricordi abbiamo di quei giorni. Come il carattere che avevi …  così spigoloso, aspro. A volte strappavi un sorriso per come vedevi tutto in modo tanto radicale e assoluto. Non c’era in te l’equilibrio di colori che invece hai raggiunto oggi. Ma in fondo la mia Anna ribelle, in lotta perenne con il mondo, che intraprende mille battaglie contro le ingiustizie, langue sempre. E a volte riaffiora. Questo ho sempre amato in te.

 

Anna. Dopo aver riaperto la casa, e averla fatta respirare, vai alla spiaggia. Al tramonto, come facevamo allora. Siediti al nostro solito posto e fermati a guardare un punto all’orizzonte, oltre il mare. Io sarò lì con te. Concediti il tuo tempo, rallentalo per dirmi addio. Poi prendi questo mio scritto, la metà della medaglietta che ti ho lasciato, e consegna tutto alle onde.  Verso l’infinito a cui apparteniamo, e che abbiamo sempre desiderato. Un giorno ci ritroveremo e avremo la visione giusta e perfetta del nostro cammino. Tu vivi.

Ciao Anna”

 

Duc in altum.

Sabrina Corradini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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