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Giornata Mondiale della Poesia, i 20 poeti più amati di tutti i tempi (Parte 1)

Giornata Mondiale della Poesia. Da Dante Alighieri a Giovanni Pascoli, ecco gli autori che hanno fatto la storia della poesia

MILANO – La Giornata Mondiale della Poesia del 21 marzo può essere il momento perfetto per riscoprire testi in versi e poeti che magari abbiamo messo da parte una volta finita la scuola e il tempo delle poesie mandate a memoria. Da Dante a Ungaretti, passando per Baudelaire, Shakespeare e Saba. Personaggi interessanti non solo per la produzione che hanno lasciato ai posteri, ma anche per la vita che hanno condotto. Chi è per voi il poeta dei poeti?

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DANTE ALIGHIERI – Uno dei padri della lingua e della cultura italiana. Ha cantato il viaggio ultraterreno più famoso di tutti i tempi, l’amore per Beatrice che ha reso immortale la donna e la passione per la propria terra e la propria nazione.

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WILLIAM SHAKESPEARE – Quando si parla di poeti, come non citare il bardo inglese autore di alcune delle tragedie e delle commedie più famose di sempre? Da Romeo e Giulietta, a Otello, passando per Amleto, Riccardo III, Sogno di una notte di mezza estate. Una produzione apprezzata dal pubblico di ieri e di oggi. (Leggi anche: 10 cose che non sapete su william shakespeare)

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EUGENIO MONTALE – Sebbene la comprensione assoluta non sia cosa di questo mondo, la poesia, per Montale, ha rappresentato lo strumento con cui indagare la condizione esistenziale dell’uomo del ‘900. Se la frattura tra individuo e universo non è sanabile, esistono comunque dei momenti di apertura, dei “miracoli”, nei quali è possibile superare il “male di vivere” e squarciare il velo dell’incomprensione. (Leggi anche: Eugenio Montale, le poesie più belle)

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FEDERICO GARCIA LORCA – Una delle voci più originali del Novecento spagnolo. Il poeta e drammaturgo fece parte della cosiddetta “generazione del ‘27”, un gruppo di scrittori che aderì alle Avanguardie europee con eccellenti risultati. Lorca descrisse con originalità il mondo, elevando la propria terra, l’Andalusia, a paesaggio universale. Fu il precursore di un modo nuovo di intendere poesia e letteratura, quello impegnato, e per questo venne fucilato. (Leggi anche: Garcia Lorca, le poesie più belle)

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WILLIAM BLAKE – Di Blake si ricordano non solo le poesie, ma anche le bellissime incisioni. Nato nel 1757 in una famiglia borghese, non frequentò mai alcuna scuola e fu educato dalla madre. Molto giovane iniziò a lavorare come apprendista nella bottega di un incisore. Nella sua poetica rivestono un ruolo di primo piano l’uguaglianza, l’innocenza dell’infanzia contrapposta all’esperienza e il ruolo del poeta come mediatore tra uomo e universo.

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CHARLES BAUDELAIRE – Il poeta che più di tutti, in Francia, ha raccontato la crisi irreparabile della società. Segnato per tutta la vita dalla perdita del padre, avvenuta quando Charles aveva solo 6 anni, rispose sempre agli avvenimenti negativi della propria vita con atteggiamenti provocatori e anticonformisti. Indimenticabili le poesie dove paragona il poeta a un albatro e a un cigno, animali irrisi e disprezzati dagli uomini moderni, outsider di una società allo sfascio.

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GIUSEPPE UNGARETTI – Riconosciuto come il fondatore della corrente poetica dell’ermetismo, la poetica di Ungaretti resta sempre intimamente legata alla sua biografia. Sono le esperienze che vive, infatti, prima di tutto la guerra e il ruolo di soldato, a influenzare il suo stile e i temi trattati nelle sue opere. (Leggi anche: Giuseppe Ungaretti, le poesie più belle)

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UMBERTO SABA – Un poeta di difficile inquadramento, sia dal punto di vista artistico e stilistico che personale. Uomo introverso e legato alla memoria della città d’origine, Trieste, Umberto Saba non aderì mai alle correnti letterarie più diffuse del suo tempo e mantenne sempre uno stile personale e particolare. (Leggi anche: Umberto Saba, le poesie più belle)

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GIOSUÈ CARDUCCI – Gloria, amore, bellezza ed eroismo della vita, insieme al paesaggio, sono i temi più cari a questo poeta toscano. Secondo Carducci al poeta spetta il ruolo di consolare gli uomini, afflitti perché sperimentano il contrasto tra ideali e dura realtà. Nella poesia di Carducci è anche presenta una forte vena di nostalgia: nostalgia per un passato glorioso ormai perduto e anche per le piccole cose perdute. (Leggi anche: Giosuè Carducci, le poesie più belle)

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GIOVANNI PASCOLI – Se dovessimo indicare la presenza costante delle opere di Pascoli, questa sarebbe senza dubbio la morte. Le difficili vicende familiari che funesteranno la sua infanzia – la morte dei genitori, lo sgretolamento del nucleo familiare – influenzarono in modo forte la sua poetica e la sua vita da adulto.

 

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