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Giornata Mondiale della Poesia, i 20 poeti più amati di tutti i tempi (Parte 2)

Da Francesco Petrarca a Pablo Neruda, ecco gli autori che hanno fatto la storia della poesia. Qual è il vostro autore preferito?

MILANO – Scegliere soltanto 10 nomi tra tutto quello che di bello ha prodotto, in fatto di poesia, il mondo si è rivelata un’impresa possibile. Abbiamo così deciso di ampliare la rosa dei papabili a venti nominativi, sapendo che qualche autore meritevole sarà rimasto comunque fuori dalla rosa. Dopo avervi proposto la prima parte di questa top 20, proseguiamo dunque la nostra rassegna tra gli autori che hanno fatto la storia della poesia, dall’Italia all’Inghilterra, passando per Francia, Stati Uniti e Cile. Clicca qui per leggere e condividere gli aforismi sulla poesia !

LEGGI ANCHE: GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, I 20 POETI PIU’ AMATI DI TUTTI I TEMPI (PARTE 1)

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FRANCESCO PETRARCA – L’opera che ha reso immortali Francesco Petrarca e la donna amata, Laura, è “il Canzoniere”. Essendo un erudito, il poeta si esprimeva soprattutto in latino, ma ha anche svolto un ruolo essenziale per lo sviluppo della poesia italiana in volgare.

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PERCY BYSSHE SHELLEY – Uno degli interpreti per eccellenza del genio mistico e rivoluzionario, oltre che uno dei massimi rivendicatori del ruolo profetico del poeta. Vissuto a cavallo tra 1700 e 1800, morto appena trentenne, Shelley viene ricordato per il suo slancio lirico intenso e per l’emotività quasi esasperata.

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GIACOMO LEOPARDI – Ritenuto da molti il maggior poeta italiano dell’Ottocento e uno dei più importanti letterati di tutti i tempi, Leopardi brilla anche per la profondità della sua riflessione filosofica. Tema centrale nelle sue liriche e nei pensieri raccolti nello “Zibaldone” è il dolore, declinato sia in chiave individuale che universale.

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MARIO LUZI – Uno dei poeti italiani del secondo Novecento più apprezzati, parte del gruppo dei cosiddetti “ermetici fiorentini”. Nelle sue liriche trova spazio una celebrazione drammatica dell’autobiografia, il conflitto tra un “io” portato per le cose sublimi e le scene terrestri che gli si pongono davanti.

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PABLO NERUDA – Poeta, scrittore e diplomatico cileno, fu la guerra civile del 1936 a segnare la svolta nella vita e nella poetica di Pablo Neruda. Dopo aver vissuto quell’esperienza, infatti, la sua divenne una poesia di lotta sociale e di sostegno ai più deboli, restando comunque legata anche al tema della natura e dell’amore. (Leggi anche: Pablo Neurda, le poesie più belle)

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PAUL VERLAINE – Considerato dai contemporanei il maestro della scuola simbolista, furono i due anni di reclusione a cui fu condannato per aver sparato all’amico Rimbaud che portarono Verlaine alla maturazione poetica. Le poesie, nelle quali combina magistralmente malinconia, nostalgia e sentimenti contrastanti, rivelano la profonda interiorità di quello che viene ricordato soprattutto come il “poeta maledetto” per eccellenza.

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OSCAR WILDE – Scrittore, drammaturgo e poeta, è impossibile ricondurre entro etichette e confini ben precisi questo poliedrico autore irlandese. Per alcuni, Wilde ha dato il meglio di sé nelle commedie, infarcite come sono di dialoghi ricchi di paradossi e battute.

GABRIELE D’ANNUNZIO – Il poeta-vate del Novecento italiano, capace di coniugare nella sua figura elementi del decadentismo europeo, aspirazioni nazionalistiche e teoria del superuomo. La filosofia di Nietzsche rivestì un ruolo fondamentale, per questo poeta vicino al Regime Fascista e votato per sua stessa ammissione alla ricerca del piacere.

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SALVATORE QUASIMODO – Le vicende biografiche ebbero un ruolo importante nella definizione della poetica di questo autore siciliano. Legato alla terra d’origine, vicino ai poeti ermetici e profondamente toccato dall’esperienza della guerra, Quasimodo ha espresso in fasi diverse della sua opera tutti i sentimenti e le emozioni che il mondo circostante gli ha trasmesso. (Leggi anche: Salvatore Quasimodo, le poesie più belle)

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WALT WHITMAN – Fortemente legato a una visione armonica dell’universo naturale, il poeta statunitense diede vita a una poesia nella quale i tratti della realtà contemporanea si fondono in un linguaggio magmatico e innovativo, fatto di contaminazioni e neologismi, di ripetizioni e allitterazioni. Una poesia che spazia tra i registri e i moduli, arrivando a fare propri quelli della tradizione orale, e che conferisce al verso un andamento fortemente musicale.

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