racconto
Sto per uscire di casa... metto un piede sulla soglia dell’appartamento ma lì mi fermo a riflettere… Grazie alle meraviglie della tecnologia sono venti giorni che non esco di casa nemmeno per comprare il pane, perché il supermarket, che si trova dall’altra parte della strada, aspetta solo un mio clic sul loro sito web per consegnarmi la spesa. Ai tempi del signor Firmino, non più di 15 anni fa, quando ero ammalata, mi affacciavo alla finestra, appendevo un fazzoletto rosso e dopo qualche minuto… ecco che il signor Firmino mi consegnava il pane e il latte. Beh, devo prendere una Read more...
Sospetto che ci sia qualcosa sotto. Sotto ogni cosa. C’è sempre un qualcosa di altro che non si vede, ma, molto spesso è ancora più grande e importante di ciò che sta in superficie. Basti pensare al mare. Già il filo d’acqua, con le sue barbette schiumose, bianche e salate. Quei riccioli azzurri e i riverberi che sembrano petali di sole caduti dal cielo sotto… Sotto nasconde un umido mondo che ancora non è stato nemmeno tutto esplorato. C’è il rovescio della nostra vita, di noi che stiamo in superficie e lottiamo per alzarci dal suolo. Loro la sotto possono Read more...
È sabato, e sono le undici. Mi viene voglia di uscire e andare al bar a prendere un caffè. Non c’è molto da fare in un piccolo paese come Concordia sulla Secchia, nella provincia modenese. Credo sia così, un po’ per tutte le province italiane: spesso il sabato mattina, non si ha nient'altro da fare che prendere l’auto e andare al bar. Serve a staccare e, con questa crisi, la cosa può aiutare. Di solito prendo il mio caffè, e mi metto a leggere il giornale ad un tavolino, in disparte; ed evito di parlare con qualcuno. Ma sento che Read more...
Il silenzio la tormentava come una cadenza ripetitiva. Ormai il solito tran tran scandiva la sua esistenza: sempre lo stesso timido raggio di sole scivolava lungo le sue membra, anticipando la consueta pioggerellina che sarebbe scesa indisturbata di lì a poco. Stufa di tale monotonia, fece passare le sue dita nodose tra la massa informe di capelli, finalmente idratati dopo giorni e giorni di logorante incuria. Due occhi infossati dalla stanchezza scrutavano il vuoto che li avviluppava. Come le fiamme di due candele sul punto di affievolirsi, diventavano gradualmente sempre più fiochi. Non ardeva più la giovinezza radiosa che un Read more...
Sette anni, dico, sette…ma è possibile?!? Sembra ieri che stavamo lottando con la nostra “astronave” per farla entrare in ascensore e, in un battito di ciglia, Luca e Davide hanno già sette anni. L’astronave era il passeggino gemellare che io e Mara avevamo comprato con sommo orgoglio per portare a spasso quelle due pesti di Luca e Davide. La ricordate? Ve ne avevo già parlato, ma ora mi vien da sorridere a pensare a tutti quei giochi di incastri che facevamo pur di riuscire a mettere quella “gloriosa invenzione del Signore” in un ascensore delle dimensioni di un metro per Read more...
5 gennaio 2017 ore 6.45. Te ne eri appena andata via. Verso quella casa eterna nella quale riposare senza più sofferenza. Sono passati 16 mesi da quella mattina. Ci sono ancora momenti in cui mi pare sogno e non realtà, ma mi basta girarmi verso il divano dove amavi sederti per controllare tutto e rendermi conto che non è un sogno. Perdere una mamma è come perdere una parte di sé stessi, non è una questione di età, non è una questione di malattia e con la morte la fine della stessa e della sofferenza che ha causato. E' come Read more...
Avevo circa otto anni, ero ancora una bambina. Dormivo in camera con mio fratello piccolo. Una notte mi svegliai di soprassalto: avevo sentito uno strano trambusto provenire dalla camera dei miei genitori. Non capivo cosa stesse succedendo, e me ne stavo silenziosa, col cuore in gola, acquattata sotto le coperte, le orecchie tese a percepire i suoni. Passi veloci su e giù per le scale, voci sussurrate, porte chiuse bruscamente, una macchina che partiva. Il cuore che batteva forte, impaurito. Dentro di me intuivo che era accaduto qualcosa di grave, ma non avevo in coraggio di buttare via le coperte Read more...
Stranamente, ieri sera, qualcosa mi ha portato a Civita, l'antica rocca del mio paese. Non che ci volessi andare; non che avessi deciso di far visita a quel posto magico che ti riempie il cuore e non ti spieghi perché; non che avessi nostalgia della sua luce calda, o degli staffieri immoti frondati di autunno, compagni delle tue riflessioni e complici silenti dei tuoi pensieri; non che la pietra millenaria avesse lanciato il suo muto urlo irresistibile... no, niente di tutto questo. Semplicemente, qualcosa mi aveva tratto dalle mie faccende e mi aveva ordinato di muovermi verso la Rocca. E Read more...
Abbassò la maniglia della porta di ingresso quando sua madre lo chiamò. Era di là nel salotto, e stava guardando la televisione. Vedeva i riflessi blu dell'apparecchio danzare fin sulle pareti del corridoio. "Luca, dove stai andando?... Non avrai intenzione di uscire, vero?" "Vado a buttare l'immondizia, mamma", rispose Luca. Prese il sacco nero accanto alla porta e stette un istante sulla soglia in attesa della risposta: "Vai e torna". Voleva incontrare i suoi amici alla fiera del paese e doveva inventarsi qualcosa. Gli venne un'idea, disse: "Riporto a zia Teresa la moka che ci ha prestato". "Gliela porti domani... Read more...
Oggi pomeriggio il fiume è bellissimo e deserto. Uno di quei pomeriggi di novembre in cui si può pensare che, tutto sommato, anche nella fine ci possa essere molta grazia. Aspetto il passaggio della manifestazione appoggiato al parapetto, il parco alle spalle, l’altra riva di fronte. Non c'è nessuno, solo colori e odori d’inverno, il freddo e l'acqua che rumoreggia oltrepassando il dislivello della vecchia centrale elettrica. Le ombre lucide dei cormorani si tuffano, veloci e taglienti, e i gabbiani sono allineati sulla diga come tanti bei soldatini bianchi, con il becco al sole. Mi piacerebbe prendere un po’ di Read more...