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Buona festa della Mamma – Racconto di Anna Vacca

5 gennaio 2017 ore 6.45. Te ne eri appena andata via. Verso quella casa eterna nella quale riposare senza più sofferenza. Sono passati 16 mesi da quella mattina. Ci sono ancora momenti in cui mi pare sogno e non realtà, ma mi basta girarmi verso il divano dove amavi sederti per controllare tutto e rendermi conto che non è un sogno. Perdere una mamma è come perdere una parte di sé stessi, non è una questione di età, non è una questione di malattia e con la morte la fine della stessa e della sofferenza che ha causato.

E’ come se ti venisse strappata un pezzo della tua carne. Io e te non abbiamo avuto un rapporto sempre semplice, spesso molto conflittuale, troppa differenza di età e idee diverse sulla vita. Ci siamo scontrate spesso, tu figlia della tua generazione, io della mia, ma forse non eravamo poi così diverse. Quando ti sei ammalata per me è stato un duro colpo, è stato difficile accettare che tu alla tua età potessi avere un tumore. Ingenuamente pensavo che l’età ti avrebbe perseverata da quella malattia. Da subito, in accordo coi medici che ti avevano seguita decisi di non dirti nulla affinché tu potessi vivere al meglio quel che ti restava della tua vita.

Fingere per me è stato faticoso, far finta che tutto andasse bene non è stata una passeggiata che non ha lasciato ferite, ma tornando indietro rifarei la stessa cosa. La malattia ci ha concesso tre anni. Mi ha regalato del tempo prezioso insieme a te. Eri diventata una mamma affettuosa, dolce, ironica che non rinunciava mai al suo punto di vista. Nel tuo ultimo mese hai penato un pochino, eri diventata pelle e ossa ma sino alla fine hai avuto la lucidità e la voglia di vivere, la forza di non arrenderti. Anche se credo che tu avessi capito che la vita ti avrebbe lasciata di lì a poco. Ma per tacito accordo non ne parlavamo. Ci godevamo i nostri momenti. Il 2017 è stato un anno lungo, impegnativo e doloroso. Ma è stato anche l’anno della consapevolezza. La consapevolezza che ti sento vicina, la consapevolezza che i tuoi insegnamenti hanno lasciato il segno. La consapevolezza che nella mia mente prevalgono i ricordi belli a discapito di quelli più tristi.

E’ stato un anno tosto, ho dovuto affrontare anche tanta ignoranza e tanta invadenza nella mia vita. Frasi di consolazione spesso fuori luogo e dette tanto per dire non per reale interesse, compatimento. A cui prima non ho risposto ma quando arrivi al limite del tollerabile allora metti i paletti, già soffri di tuo. Mi sei mancata e mi manchi ogni giorno. Mi sei mancata soprattutto quando sono rientrata dall’ospedale, circondata da tanto affetto è del tuo abbraccio che avrei avuto bisogno. Caldo e accogliente. Non so dove tu sia ora, ma ti immagino serena, in un bel posto, magari con un bel giardino a curare i tuoi amati fiori. Spero tu sia fiera di me, della donna che sono. Buona festa della mamma

 

Anna Vacca

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