racconti
Da tempo ormai la invidiavano tutti, con quelle sue scarpe sempre all’ultima moda e gli outfit curati all’eccesso. Col suo fisico longilineo e i suoi capelli biondi, era bella per forza! E gli occhi, anche se celavano mondi oscuri e le ricordavano troppo, erano comunque limpidi contro ogni pronostico. Nulla lasciava trapelare e niente doveva vedersi. Pena la perdita di tutto. Sua madre sostava bocconi sul letto, il respiro pesante. La bottiglia scolata sul pavimento, non avrebbe potuto più nuocere. Almeno, non quella sera. Per un po’ non avrebbe dato segni di vita. Non le avrebbe chiesto niente; ma comunque Read more...
Da allora non si erano più incontrati. Trent’anni. Trenta lunghi anni durante i quali le loro vite, come due strade parallele erano state percorse ma non si erano mai più incrociate. A volte in quei trent’anni si erano inviati lettere scritte con una calligrafia minuta e fitta dove si raccontavano solo ciò che l’altro doveva sapere. Lei quando si recava in libreria prestava sempre attenzione agli immensi scaffali di libri per cercare il suo nuovo romanzo. Di fatto una volta trovato, lo comprava, ma poi non sempre riusciva a leggerlo. Quando questo accadeva lo immaginava con il suo cappotto, sempre Read more...
Si alzò cercando di non svegliare suo marito. Non riusciva a dormire quella notte, ma in realtà, erano anni che non riusciva più a dormire una notte intera. Sperava che quella vacanza con gli amici di sempre, avrebbe potuto servire ad esorcizzare i suoi demoni. Ma la sua anima era comunque tormentata. Aprì, sempre senza fare rumore la sua valigia e in fondo, prese un pacco di lettere. Si infilò in fretta un vestito leggero ed usci. La brezza marina le accarezzò il viso e lei, si diresse sulla spiaggia. La luce della luna, illuminava la sabbia... c'erano ancora i Read more...
Il giornale lo legge soltanto mio nonno e soltanto per poco tempo, al mattino, mentre beve il caffè; tanto poi, a pranzo e a cena, tutto quello che succede nel mondo glielo racconta il telegiornale. Mio papà, che è più giovane, ha detto alla mamma che lui, invece, il giornale non lo comprerà mai più: “tanto, io, il tempo di leggere un giornale per intero non l’ho mai avuto. Mi basta ascoltare il radiogiornale in macchina, al mattino e alla sera, durante il tragitto casa-ufficio”. E poi, si sa, il giornale è una cosa da vecchi e al mio papà, Read more...
Era quasi la fine di novembre e nonostante il paesaggio imbiancato dalla brina Amilcare stava percorrendo la vecchia stradina degli orti con i finestrini abbassati. Colpa della pecora che come sempre si portava sul sedile posteriore? Oppure di quella graziosa moffetta a cui aveva dato un passaggio pochi minuti prima? No, il vecchio Fiat 128 aveva i finestrini aperti perché Amilcare adorava quella specie di crepitio che producono gli pneumatici mentre rotolano sulla ghiaia, gli infondevano un senso di tranquillità e sicurezza che solo un'altra cosa al mondo avrebbe potuto eguagliare: riuscire a contare tutte le foglie degli alberi di Read more...
La signora Pipistrella si chiamava, in realtà, Rossella. Ma siccome la mattina dormiva e la notte scriveva, i bambini del piano di sopra la chiamavano Pipistrella. E lei li chiamava Lucy, da lucertolina, e Oky, da occhioni. Lucy era una bellissima bambina coi capelli lunghi come le fate, che apparecchiava la tavola alle lucertole del suo terrazzo con i piattini e le pentoline delle bambole. Che amava i gatti così tanto che se dicevi gatto lei si metteva a piangere dalla commozione. Oky aveva un potere speciale: si ricordava i numeri di tutto il mondo. Dov'è la pizzeria? In via Read more...
“Por una cabeza” canticchio, confondendomi tra parole e il tintinnio metallico delle pentole. E’ l’ora di preparare il pranzo della domenica che non è meno impegnativo degli altri giorni: commensali dal palato abituato alle prelibatezza della cuoca di casa, diventano sempre più esigenti. Mi allaccio il grembiule mentre il bandoneòn mi ispira movimenti lenti e sensuali, la pausa della fisarmonica getta il mio sguardo sul rosso dei pomodori e subito incalza il pianoforte. Non c’è spazio nella mente se non per il ritmare quasi cardiaco delle note basse. E i pomodori si tuffano nell’acqua per essere lavati. Sfrigola di già Read more...
Era una fresca serata di settembre ore ventuno. Aurora era uscita di casa con la sua giacca a vento blu, i suoi venticinque anni, le sue delusioni, la sua mancata voglia di vivere. Non disse a nessuno dove era diretta, da tempo preferiva il silenzio alle parole a suo avviso vuote e prive di emozione. Scivolata nella più profonda apatia quella sera si decise: sarebbe stata l’ultima. Non pensò molto, per una volta decise di seguire il suo istinto. Se si era ritrovata in quella circostanza la colpa era tutta del suo aver pensato sempre e troppo. Il mondo non Read more...
Se rimani, qualcosa di te andrà comunque via. Lo aveva letto una volta, da qualche parte in uno dei tanti libri che aveva letto. Lo aveva letto e, come spesso capita, lo aveva interiorizzato facendolo un pensiero suo. Era già grande, era già forte e pronta - o almeno così sembrava - per affrontare la vita. Glielo avevano detto in tanti: “Farai strada. Hai talento. Sei grande. Diventerai qualcuno…”. Mentre camminava tutto questo le rimbombava nella testa, la rendeva distratta, assorta, veloce nel passo… “Lia, ci sei? Ti vedo assente…”. “Sì, va tutto bene, sono solo un po’ stanca. Scusami”. Read more...
L’inverno….. Il freddo….. La tempersta di neve…..fortissima…. Il buio pesto…… E nel questo tenebrone urla solo il vento,con la voce freddo e terribile.... La strada è vuota… Il freddo…. È quasi mezzanotte…non dorme… Altrove,dal’angolo della stanza arriva la luce debbole…. Nel camino sta crepando fuoco….e da' la voce al vento… Ancora solitudine …. Sta faccia a faccia alla fine….. la solitudine… Tutta la vita aveva la paura della solitudine…. Adesso,… adesso tutto è uguale…. Sta seduto immobile,come una statua e guarda altrove nel’angolo della stanza,fissa lo sguardo sul qualcosa,qualcosa invisibile …. Non ha più i pensieri, sentimenti…. Ha perso anche Read more...