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“Il tenero e rischioso volto dell’amore” di Jacques Prévert: fisiognomica di un amore

È una ferita o una canzone, il calore che ci invade il cuore? "Il tenero e rischioso volto dell'amore" è una meravigliosa poesia in cui Jacques Prévert riflette sulla natura del sentimento che "muove il sole e le altre stelle".

“Io non so più
Io non so nulla”.

Il tenero e rischioso volto dell’amore” è una struggente poesia che Jacques Prévert ha composto intorno agli anni ’40 e racchiuso in “Storie e altre storie“. Ci racconta, con stile immediato e quasi prosastico, la potente scossa e lo stato di confusione che ci attraversano quando scopriamo di essere innamorati.

“Il tenero e rischioso volto dell’amore” di Jacques Prévert

Il tenero e rischioso
volto dell’amore
mi è apparso la sera
di un giorno troppo lungo

Forse era un arciere
con l’arco
o forse un musicista
con l’arpa

Io non so più
Io non so nulla

Tutto quel che so
è che mi ha ferito
forse con una freccia
forse con un canto

Tutto quel che so
è che mi ha ferito
ferito al cuore
e per la vita

Brucia, e come brucia
la ferita dell’amore.

“Le tendre et dangereux visage de l’amour”

Le tendre et dangereux
visage de l’amour
m’est apparu un soir
après un trop long jour

C’était peut-être un archer
avec son arc
ou bien un musicien
avec sa harpe

Je ne sais plus
Je ne sais rien

Tout ce que je sais
c’est qu’il m’a blessée
peut-être avec une flèche
peut-être avec une chanson

Tout ce que je sais
c’est qu’il m’a blessée
blessée au cœur
et pour toujours

Brûlante trop brûlante
blessure de l’amour.

Freccia o canzone, il tenero e rischioso volto dell’amore

Che sia opera di un dardo infuocato o di una dolce canzone, quando l’amore ci colpisce non possiamo non rendercene conto. In questa poesia, Prévert lo descrive attraverso la metafora della ferita che, bruciante, rimane impressa nel cuore pour toujours.

L’amore è più tenero o rischioso? Con tutta probabilità, Prévert ha ragione tutte e due le volte: è freccia e canzone, insieme o alternativamente. E se non fosse così, non sarebbe il sentimento che ci fa alzare pieni di speranza al mattino e coricare carichi di sogni alla sera.

“Storie e altre storie”, la vocazione narrativa di Prévert

Pubblicata per la prima volta nel 1946, “Storie e altre storie” è, come dice il titolo, il manifestarsi di una mai negata vocazione narrativa, il tentativo dello scrittore di raccontarsi e di raccontare il mondo attraverso la melodia del suo canto poetico; ma vi si sente anche, in tante pagine, il vero e proprio esplodere di un’ebbrezza lirica, commossa e ribelle, che ha pochi eguali nel secolo scorso.

Una raccolta in cui compaiono tutti i temi preferiti del poeta francese: l’amore, il fascino di Parigi, l’arte, la vita quotidiana; con alcuni testi, come “Il tenero e rischioso volto dell’amore”, che hanno sancito la fama e la popolarità della sua poesia, facendone uno dei poeti più letti e amati di tutto il secolo scorso.

Jacques Prévert

L’autore de “Il tenero e rischioso volto dell’amore”, nato nel 1900 e scomparso nel 1977, è forse il poeta francese più popolare del XX secolo.

Attratto fin da giovane dalla lettura e dallo spettacolo, una volta terminati gli studi a Parigi, si guadagna da vivere svolgendo vari piccoli lavori.

Prévert scrive poesie molto immediate, create per entrare nella vita dei lettori. Il tema dominante della sua produzione letteraria è l’amore.

L’autore trova in tale sentimento un potente strumento capace di salvare il mondo. Ma attraverso la poesia di Prévert trova espressione anche un desiderio estremo di libertà.

Le due tematiche si intrecciano, così, dando vita a versi memorabili e senza tempo, da cui risulta una verità che ognuno di noi dovrebbe ricordare per la vita: l’amore non si può incatenare o forzare. Esso è quanto di più spontaneo esista al mondo. Chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo, finisce inevitabilmente per perderlo.

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