Una poesia per chi vogliamo mantenere vicino a noi. Mario Luzi, poeta, drammaturgo, critico, giornalista italiano di grande rilievo, in questa poesia riporta quei segni d’amore che spesso ci portiamo sempre dietro. Quegli amori che non vorremmo mai vedere andare via. Qui, come se fosse una preghiera, Luzi parla della vita senza quell’amore, della mancanza che diventa presenza. E gli viene così, sinceramente e con dolore, da richiedere alla sua amata: non andartene.
La poesia “Non andartene”
Non andartene,
non lasciare
l’eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata”
Chi vogliamo vicino
Quando gli amori sono potenti, grandi, quasi ingombranti, ci sembra che la vita si illumini grazie a loro. L’amore di cui parla Mario Luzi è così. Capace di cambiare persino la realtà circostante. Il problema è che, quando quell’amore se ne va, persino la nostra visione delle cose cambia e la realtà sembra spegnersi. Tutto si fa buio. “Non lasciare l’eclisse di te nella mia stanza’’, scrive il poeta. Come se quell’amore che se ne va, sia in grado di oscurare le ore, le stanze.
Le 10 più belle poesie d’amore di tutti i tempi
Da Neruda alla Merini ecco le poesie d’amore che rendono omaggio al sentimento umano più bello e prezioso
Continua, usando sempre l’immagine del sole, “Il sole ti trova anche nei luoghi casuali, dove sei passata”. La donna, l’amata di Luzi, è qualcosa che arde, che diventa luce e calore. Come una scia che lascia il segno, il tempo e i luoghi si dipingono di quella luce. Così, chiede il poeta, “non andartene”, perché il dolore della perdita di quella luce è troppo grande. E aggrapparsi alle ore del passato, con quell’amore potente, è l’unica cosa che rimane da fare.