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La quotidiana straordinarietà dell’amore in una poesia di Nizar Qabbani

"Quando appoggi la tua testa sulla mia spalla…/ Mentre guido/ le stelle abbandonano la loro orbita/ scendono a migliaia/ sciando sui finestrini".
Sotto questo stupendo cielo stellato, su cui regnano la Luna e Venere, vogliamo leggere con voi una romantica poesia di Nizar Qabbani che racconta la bellezza dell'amore nei piccoli accadimenti del quotidiano.

Nizar Qabbani è il poeta arabo del Novecento che ha cantato più di tutti l’amore e la sua forza straordinaria. Questa sera, mentre guardate lo splendido cielo stellato che si accende rapidamente dinanzi ai vostri occhi, leggete con noi “Quando appoggi la tua testa sulla mia spalla”, per perdervi nella descrizione di un sentimento tanto ordinario quanto straordinario come l’amore.

“Quando appoggi la tua testa sulla mia spalla” di Nizar Qabbani

“Quando appoggi la tua testa sulla mia spalla…
Mentre guido
le stelle abbandonano la loro orbita
scendono a migliaia
sciando sui finestrini…
Anche la luna scende
dimorando sulla mia spalla…

E allora diventa piacevole
fumare
chiacchierare
tacere
e anche perdersi nelle strade d’inverno
senza nome… piacevole.
e mi auguro che rimaniamo così per sempre
la pioggia canta
e il tergicristallo canta,
e la tua testolina
rinchiusa nell’erba del mio petto
come una colorata farfalla africana
che si rifiuta di volare…”

Una somma di piccoli gesti

In questa splendida poesia, tradotta in italiano da Idriss Amid, Nizar Qabbani ci parla d’amore raccontando un momento di assoluta quotidianità; uno di quelli che diamo spesso per scontati, e che ci mancano soltanto quando sappiamo di non poterli più rivivere.

“Quando appoggi la tua testa sulla mia spalla…
Mentre guido
le stelle abbandonano la loro orbita
scendono a migliaia
sciando sui finestrini…
Anche la luna scende
dimorando sulla mia spalla…”

Un momento semplice come quello del viaggio in auto diventa espressione di amore incondizionato. La prima strofa della poesia di Nizar Qabbani si costruisce attorno a due semplici gesti: l’io lirico che guida, e la donna che appoggia la testa sulla spalla del compagno. Il mondo, tutto attorno, partecipa del romanticismo del momento, creando uno scenario magico in cui luna e stelle piovono giù dal cielo per irrompere nel buio dell’abitacolo.

Così, mentre la natura canta, spera, ama e sogna insieme a Nizar Qabbani, il poeta spera che questo momento tanto semplice non abbia mai fine. Perché, in fondo, sono le piccole cose che rendono questa vita degna di essere vissuta; e i momenti di amore e tenerezza che ci restano impressi nel cuore non possono che arricchirci, renderci uomini e donne che guardano con occhi nuovi il mondo.

Nizar Qabbani

Nizar Qabbani nasce il 29 marzo 1923 nei pressi di Damasco, in Siria, da una ricca famiglia di origini turche. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza sono sereni, trascorrono fra lo studio e i divertimenti quotidiani. Già dall’età di 16 anni, il giovane Nizar si dedica alla scrittura, componendo poesie che hanno al centro il tema dell’amore.

Nel 1945, Nizar Qabbani ottiene la laurea in Legge, dopo anni di studi all’Università di Damasco. Da qui, ha inizio la lunga carriera diplomatica del poeta, che lo porta a viaggiare molto in qualità di dipendente dell’ambasciata siriana. Il Cairo, Ankara, Madrid, Pechino e Beirut sono soltanto alcuni dei luoghi in cui vive Qabbani per via dei suoi incarichi di lavoro.

Intanto, il conflitto israelo-palestinese fa il suo prepotente ingresso nella storia e nella vita della popolazione araba. Nizar Qabbani, che nel frattempo ha raggiunto la notorietà grazie ai suoi versi, fonda a Londra, nel 1967, una casa editrice tutta sua, la “Nizar Qabbani”, che si fa portavoce della causa araba all’estero.

Traferitosi a Beirut, Qabbani conduce una vita divisa fra famiglia – si sposa due volte e ha diversi figli –, lavoro e impegni editoriali.
Quando la seconda moglie, Balkis, muore improvvisamente, Nizar Qabbani lascia definitivamente Beirut e si sposta prima a Genova, poi a Parigi e infine a Londra, dove rimane fino alla morte, avvenuta il 30 aprile 1998 a causa di una crisi cardiaca.

 

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