La poesia di Pablo Neruda “Ho fame della tua bocca”, contenuta nella raccolta “Cento sonetti d’amore” del 1959, racconta con incredibile dolcezza il desiderio carico di erotismo che il poeta sente verso la donna amata.
“Ho fame della tua bocca”
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.
Desiderio e assenza
In “Ho fame della tua bocca”, Pablo Neruda vuole raccontare le sue emozioni e lo fa con una semplicità tanto bella da essere disarmante. Non c’è sentimento più terreno e carnale del desiderio e qui il poeta lo canta quasi fosse una preghiera. La donna amata e tutte le sue caratteristiche fisiche vengono adorate, utilizzando il bisogno più naturale di ogni essere vivente, ovvero quello di cibarsi, tanto da paragonarsi alla fine ad un puma affamato. La poesia, tuttavia, trasuda di assenza, restano in sottofondo una tristezza ed una nostalgia continue. Il poeta vorrebbe avere tutto ciò che descrive ma non può, il suo amore non c’è e infatti Neruda cerca anche il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
“Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia”, la poesia di Apollinaire durante la guerra
“Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia” è una poesia di Guillaume Apollinaire dedicata all’amata mentre era in guerra
Pablo Neruda
Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, nacque a Parral il 12 luglio 1904 e morì a Santiago del Cile il 23 settembre 1973. Autore di poesie bellissime capaci di smuovere l’anima, Neruda ricevette nel 1971 il Premio Nobel per la Letteratura, la cui motivazione esprime sinteticamente ma in modo chiaro la caratteristica della sua poesia. L’accademia definì Neruda “poeta che con la potenza di una forza della natura fa vivere il destino e i sogni di un intero continente”.
Parlare in versi
Neruda e le sue poesie sono tra i protagonisti di “Parlare in versi“, un libro che nasce dalla convinzione che le belle parole, i versi poetici possono essere la linfa vitale per lo sviluppo di relazioni positive e costruttive. Scritto dal fondatore di Libreriamo Saro Trovato, l’idea del libro è stata quella di realizzare una guida per aiutare nella scelta, in modo veloce e immediato, della frase più giusta tratta da poesie classiche e più contemporanee da utilizzare a seconda del momento o della situazione.