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“Io sono originale”(2016), la toccante poesia di un bambino autistico

Scopriamo l'immensa poesia “Io sono originale” di Benjamin Giroux, ragazzo colpito da sindrome di Asperger, scritta quando aveva solo 10 anni.

Ha fatto il giro del mondo Io sono originale, la poesia scritta nel 2016 Benjamin Giroux (sindrome di Asperger), quando all’età di 10 anni trasformo il compito in classe dell’insegnante in una componimento poetico dall’immenso significato.

Condividiamo questi versi in occasione del 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007.

Benjamin è riuscito a trasferire il mondo interiore dell’autismo, la percezione di chi è colpito da una sindrome ancora priva della dovuta “cura” scientifica. Un mondo difficile da comprendere e proprio per questo il suo lavoro assume un significato universale. 

Poesia autismo Io sono originale

Non a caso, la National Autism Association, un’associazione di genitori di bambini americani con autismo, convinse i genitori a pubblicare Io sono originale nella pagina Facebook dell’Associazione, al fine di far conoscere e condividere la problematica.

Ma leggiamo la poesia per comprenderne l’immenso significato.

Io sono originale di Benjamin Giroux 

Io sono originale, io sono diverso.
Mi chiedo se lo sei anche tu.
Sento voci nell’aria.
Vedo che tu non le senti e questo non è giusto.
Non voglio sentirmi triste.
Io sono originale, io sono diverso.
Mi comporto come se lo fossi anche tu.
Mi sento come un bambino nello spazio.
Tocco le stelle e non mi sento al mio posto.
Mi preoccupo di quello che pensano gli altri.
Io piango quando la gente ride, mi fa sentire piccolo.
Io sono originale, io sono diverso.
Ora capisco che lo sei anche tu.
Dico ‘Mi sento come un naufrago’.
Sogno di un giorno in cui sarà tutto ok.
Cerco di trovare il mio posto.
Spero che un giorno ci riuscirò.
Io sono originale, io sono diverso.

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I am odd, Benjamin Giroux 

I am odd, I am new,
I wonder if you are too 
I hear voices in the air
I see you don’t, and that’s not fair
I want to not feel blue
I am odd, I am new
I pretend that you are too
I feel like a boy in outer space
I touch the stars and feel out of place
I worry what others might think
I cry when people laugh, it makes me shrink
I am odd, I am new
I understand now that so are you
I say I, “feel like a castaway”
I dream of a day that that’s okay
I try to fit in
I hope that someday I do
I am odd, I am new.

Quando un compito in classe diventa vera poesia

Quello che era iniziato come un compito in classe si è trasformato in un’opera degna di un autore illustre. Nel 2016 Benjamin Giroux aveva solo 10 anni è riuscì a creare una poesia che possiamo considerare il manifesto dell’autismo.

Basta leggere i versi per entrare in un mondo ancora poco conosciuto, anche dalla comunità scientifica. I suoi genitori furono sopraffatti dall’emozione quando Benjamin consegnò loro la poesia da leggere.

Parole così profonde e toccanti sono una cosa rara e bella, soprattutto per chi vive con chi è colpito dalla problematica. Un mondo sconosciuto che attraverso le parole di Benjamin è riuscito ad offrire un po’ di luce.

“All’inizio ci siamo sentiti tristi e feriti dal fatto che si sentisse isolato, solo, incompreso e strano a scuola”, ha raccontato Sonny, il papà di Benjamin, a Today.com.

“Man mano che la poesia andava avanti, ci siamo resi conto che lui capisce di essere diverso “.

Io sono originale, una poesia piena di significato

La poesia è limpida e chiara nel significato. Benjamin comprende di essere diverso rispetto ai suoi compagni di classe e di gioco. “Si sente strano” che poi nella traduzione diventa “originale”. 

Perché è vero chi è diverso psicologicamente in fondo rappresenta una novità, una stravaganza comportamentale che diventa unica e quindi originale.

Sento voci nell’aria.
Vedo che tu non le senti e questo non è giusto.
Non voglio sentirmi triste.

In questi tre versi si entra in un mondo parallelo, un mondo che non possiamo conoscere. Un mondo che è difficile da scoprire perché quelle voci non si possono replicare.

Mi comporto come se lo fossi anche tu.
Mi sento come un bambino nello spazio.
Tocco le stelle e non mi sento al mio posto.
Mi preoccupo di quello che pensano gli altri.

È naturale il comportamento di Benjamin, e così di tutte le persone costrette a vivere l’originalità, lo fa volare in un mondo fantastico che non coincide con la realtà di chi lo circonda.

Subentra quindi un’ansia, una preoccupazione nel non essere compresi.

Ora capisco che lo sei anche tu.
Dico ‘Mi sento come un naufrago’.
Sogno di un giorno in cui sarà tutto ok.
Cerco di trovare il mio posto.
Spero che un giorno ci riuscirò.

Benjamin si sente “come un naufrago”, alla deriva rispetto al mondo che lo ospita che è estraneo al suo. Emerge la speranza che un giorno possa cambiare tutto e trovare finalmente la terra, la riva dove poter trovare rifugio.

Leggendo queste parole non possiamo che aprirci a tutti coloro che vivono la problematica, anche se non saremo mai “originali”.

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