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“Amore è che l’amore esiste”, una meravigliosa poesia di Ferzan Özpetek sul potere dell’amore

L'amore è quella briciola che rimane in noi e ci cambia per sempre, anche quando l'altro è andato via. È Ferzan Özpetek a raccontarcelo in una meravigliosa poesia.

In questa splendida poesia dal titolo “Amore è che l’amore esiste“, Ferzan Özpetek ci regala versi di grande intensità su quel sentimento, forte e misterioso, che ci rende felici, tristi, folli, confusi, umani.

La scopriamo in occasione del compleanno dello stimato regista turco, che il 3 febbraio compie 65 anni.

Ferzan Özpetek e la passione per il cinema

Nato il 3 febbraio 1959 ad Istanbul, Ferzan Özpetek è un regista, sceneggiatore e scrittore turco di cittadinanza italiana. La sua è una storia che sembra un’avventura uscita dal un libro: nasce da una famiglia borghese imparentata per parte materna con due pascià; cresce nel quartiere di Fener, storicamente legato alla tradizione greco-ortodossa e ricco di monumenti ed edifici pittoreschi.

Quando arriva il momento di scegliere dove e come proseguire gli studi, Özpetek non ha dubbi: si iscrive alla facoltà di Storia del Cinema alla Sapienza di Roma.

Qui ha inizio la sua storia d’amore con l’Italia ed il cinema. Non si limita a seguire le lezioni del corso di laurea. La sua passione è tale che lo studente spende tutto il suo tempo frequentando corsi dedicati alla materia, da quelli di Storia dell’arte e del costume all’Accademia di Costume e di Moda ai corsi di regia all’Accademia nazionale d’arte drammatica.

Dopo alcune esperienze in teatro con il Living Theatre di Julian Beck, il giovane talento riesce a farsi strada nell’ambiente cinematografico cominciando a lavorare come assistente e aiuto regista con Massimo TroisiMaurizio PonziRicky TognazziSergio Citti e Francesco Nuti.

Dopo diverse arricchenti esperienze da aiuto regista, Ferzan Özpetek debutta nella regia con “Il bagno turco“, che esce nel 1997 e riscuote un importante successo, ottenendo il favore del pubblico e della critica.

Così nasce il genio. Il regista italo-turco ha realizzato opere di rara delicatezza, con cui affronta temi importanti ed oggettivamente complicati da gestire dietro la macchina da presa. Con “Le fate ignoranti“, uscito nel 2001, il regista ottiene 3 Globi d’oro e 4 Nastri d’argento.

Succede e basta

Con questa poesia dallo stile prosastico, colloquiale, quasi confidenziale, Ferzan Özpetek racconta l’amore. E lo fa come lo farebbe in una delle sue pellicole, mostrando immagini che si colorano e prendono forma dinanzi a noi. Impossibile non emozionarsi alla lettura di questi versi:

“Amore è che l’amore esiste.
Non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato,
perché rimangono sempre con noi;
qualcosa le lega a noi in modo indissolubile,
anche se non ci sono più”.

Pensiamo all’amore in tutte le sue forme, e a quanto questo ci abbia segnato, cambiato.

Perché è vero che ognuna delle persone che abbiamo amato rimane con noi. Un pezzetto della sua anima ce lo portiamo dentro per tutta la vita, un pezzo dei suoi occhi si riverbera sui nostri, un pezzo della sua vita rimane imbrigliato nella nostra, per sempre.

L’amore “succede e basta”: è bello, potente, arricchente. Ed è anche tremendamente doloroso. Ma è amore per questo, perché è un mistero, e noi non riusciamo a comprenderlo fino in fondo.

Ci lasciamo trascinare vorticosamente dalla corrente dei sentimenti, ci fidiamo, ci feriamo. Guariamo. E amiamo, nonostante tutti, e nonostante tutto.

“Amore è che l’amore esiste” di Ferzan Özpetek

“Amore è che l’amore esiste.
Non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato,
perché rimangono sempre con noi;
qualcosa le lega a noi in modo indissolubile,
anche se non ci sono più.

Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti,
amori che potevano essere e non sono stati.
Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice:
meglio l’incendio che un cuore d’inverno.

Ho imparato, e in questo ha ragione mia madre,
che è possibile amare due persone contemporaneamente.
A volte succede: ed è inutile resistere, negare, o combattere.
Ho imparato che l’amore non è solo sesso: è molto, molto di più.
Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere.

Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose,
forse il destino o forse un miraggio,
comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile.
Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta.
È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia.
E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile”.

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