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“Il lupo della steppa”, l’importanza di leggere Hermann Hesse oggi

Il 9 agosto 1962 scompariva Hermann Hesse, premio Nobel per la Letteratura nel 1946. Lo ricordiamo scoprendo uno dei suoi capolavori, forse il più controverso: "Il lupo della steppa".

“Come corpo ognuno è singolo, come anima mai.”

Il lupo della steppa” è uno dei capolavori di Hermann Hesse, scrittore, poeta e pittore tedesco naturalizzato svizzero che ci ha regalato opere di rara bellezza. Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della sua scomparsa, ricordiamo Hesse scoprendo il romanzo che più di tutti si distingue nella sua produzione letteraria.

“Il lupo della steppa”, la sinossi

Il disagio di fronte alla volgarità e alla massificazione della società moderna, la ricerca di valori più elevati, la forza liberatrice degli impulsi primordiali, il rimettersi in gioco a partire da una nuova consapevolezza.

Sono questi alcuni dei temi che si intrecciano nel “Lupo della steppa”, uno dei romanzi più “radicali” e più affascinanti di Hesse, pubblicato nel 1927 in un’Europa in cui i regimi totalitari si andavano moltiplicando.

Il protagonista, Harry Haller, vive in una condizione di impotente infelicità generata da un insanabile dissidio interiore tra l'”uomo” – tutto quello che ha in sé di spirituale, di sublimato, di culturale – e il “lupo” – tutto ciò che ha di istintivo, di selvatico e di caotico.

Haller si è chiuso in un isolamento quasi totale rispetto al mondo meschino e privo di spirito in cui vive, arrivando a un passo dal suicidio.

Verrà “rieducato” alla vita comune, quella di tutti, da una donna incolta ma esperta e intelligente, che lo aiuterà a trovare la via per meglio comprendere le “non regole” dell’assurdo gioco della vita.

Un racconto di formazione sui generis

Ciò che rende speciale “Il lupo della steppa” è una serie di elementi che all’interno dell’opera si mescolano creando un’armonia diversa, struggente, che ferisce e cura il lettore al tempo stesso. Ibrido fra racconto di formazione e romanzo esistenziale, “Il lupo della steppa” è la storia di un uomo che forse definiremmo, di primo acchito, “problematico”.

Harry è diviso fra due anime, quella selvaggia e solitaria e quella che vorrebbe far parte del resto del mondo. In un universo chiassoso, in cui tutti sono attratti dalla modernità, dalla musica jazz, dall’elegante società borghese, Harry si sente a disagio, un “lupo della steppa” che non somiglia a nessuno degli altri uomini presenti sulla faccia della terra.

Proprio quando decide di averne abbastanza di questa vita lacerante, però, il protagonista de “Il lupo della steppa” incontra Hermine, donna forte, all’apparenza coraggiosa e senza paura, che lo guiderà nell’ingresso in società quasi come una mamma farebbe con un figlio, sebbene il rapporto fra il protagonista ed Hermine sia completamente diverso da quello madre-figlio.

Perché leggere “Il lupo della steppa” oggi

“Dunque: ‘La maggior parte degli uomini non vuole nuotare prima di saper nuotare’. Spiritosa, vero? Certo che non vogliono nuotare. Sono nati per la terra, non per l’acqua. E naturalmente non vogliono pensare: infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero, ma ha scambiato la terra con l’acqua e a un certo momento affogherà.”

Il mondo in cui viviamo oggi, sebbene per molte ragioni diverso rispetto a quello raccontato da Hermann Hesse nel suo romanzo, conserva punti di contatto forti con il mondo da cui vorrebbe estraniarsi Harry Haller: la velocità, la superficialità, il rumore, la difficoltà nel costruire legami reali…

Spesso ci sentiamo divisi come il protagonista de “Il lupo della steppa”, in precario equilibrio fra due mondi che si scontrano in eterno. Il fascino di questo romanzo risiede, infatti, nel suo essere universale. La storia di Harry è anche nostra.

È la storia di Baudelaire, che si sente diverso e buffo come l’Albatross, quella di Leopardi, che nella “Sera del dì di festa” si trova rinchiuso in casa, sofferente per non poter partecipare alla gioia del resto del paese; la storia di Harry è quella di Tōru Watanabe, il protagonista di “Norwegian Wood“, e di Goya, che nelle sue tele racconta lo scarto fra sogno e realtà, e di Lonepsi, il rapper francese che ha preso spunto dal romanzo di Hesse per raccontare il malessere di chi si sente lontano dai canoni della massa.

“Il lupo della steppa” è un romanzo da leggere perché ci fa riflettere, e ci insegna che noi, tutti noi, non siamo soltanto il trait d’union fra natura e spirito, ma anche un groviglio di sogni, paure, desideri e personalità che ci rendono unici, ma sempre legati l’uno all’altro.

Hermann Hesse

Nato il 2 luglio 1877 in Germania, Hermann Hesse è considerato uno degli intellettuali più importanti del secolo scorso. Scrittore, pittore e poeta, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura “per la sua scrittura ispirata che nel crescere in audacia e penetrazione esemplifica gli ideali umanitari classici, e per l’alta qualità dello stile”.

Inizialmente disorientato sul suo futuro, l’autore de “Il lupo della steppa” non riesce subito a trovare la propria strada, fugge dopo pochi mesi di seminario imposto dai genitori. Si trasferisce a Tubinga per proseguire la vita borghese, ma dopo un viaggio verso l’India decide di abbandonale la moglie schizofrenica e i figli. Da questa esperienza nascerà Siddharta.

Hermann Hesse si rifugia in Svizzera dove trova il luogo dello spirito e conduce una vita pacifica. Si schiera apertamente contro il nazismo e nel 1946 vince il Premio Nobel per la letteratura. Morirà il 9 agosto 1962. Dopo la sua morte, sarà simbolo degli dei pacifisti americani contro la guerra in Vietnam.

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