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Isgrò, l’artista che compone le poesie cancellando le parole

Emilio Isgrò è l'artista e poeta che invece di scrivere le proprie parole, cancella quelle che non servono. Un punto di vista di poetare differente

MILANO – Chi ha detto che per fare poesia, bisogna per forza scrivere? Il poeta e artista Emilio Isgrò non scrive le sue poesie, ma cancella da testi già esistenti le parole che non gli servono, così da far emergere il testo della sua poesia. Isgrò vuole dare in questo modo massima importanza alla parola, dotata di una rilevante autorevolezza. Questo modo di poetare costituisce una vera e propria avanguardia, in quanto si vuole sradicare il linguaggio e il modo di comunicare tradizionali, in favore al “linguaggio della sottrazione“.

 

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Un diverso modo di fare poesia

Emilio Isgrò, poeta e artista originario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), è uno dei nomi più prestigiosi a livello internazionale nel panorama artistico, in quanto il suo modus operandi di poetare è l’opposto di quello tradizionale: non scrive le sue parole, ma prende testi già esistenti e ne cancella le parole superflue, per farne risaltare il significato di quelle rimanenti. Il gesto del cancellare è significativo: cancellare testi già esistenti è come smantellare il vecchio sapere per costruirsene uno nuovo. Vedere nell’esistente la chiave segreta per interpretare il mondo attuale. Si tratta di una negazione solo in apparenza, perché si tratta di ricercare la più vera realtà, distruggendo libri per riscrivere la storia.
In quest’operazione il valore che si dà alle parole è di primaria importanza: il loro valore emerge e irrompe nella pagina, in modo da essere ben visibile.
È un’operazione di sottrazione, non di negazione.
Questo modo di fare poesia in realtà risale alle avanguardie storiche: il pioniere in materia è Tristan Tzara, uno dei portavoce del movimento Dada.

Via: Stilearte.it

 

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