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Perché Rocco Schiavone ci piace così tanto

Ieri è terminata la terza stagione della serie TV di Rocco Schiavone, il vice questore più amato dagli italiani. Ecco perché piace così tanto

Ieri sera su Rai 2 è andata in onda l’ultima puntata delle terza stagione della serie di Rocco Schiavone, il vice questore più amato d’Italia, nato dalla penna di Antonio Manzini. Un po’maledetto, burbero e cinico, Rocco Schiavone è un bellissimo personaggio, di grande fascino e personalità, un po’ diverso dall’immagine stereotipata del detective. Si vocifera che nel 2020 uscirà una quarta stagione, per cui la storia continuerà…
Ecco quattro motivi per cui Rocco Schiavone ci piace così tanto. 

Rocco Schiavone è un detective… un po’ maledetto 

Rocco Schiavone non è il classico detective che ci si potrebbe aspettare. Infatti, a cominciare dal suo carattere, è burbero, scontroso, cinico, sarcastico e maleducato. Non è di certo una persona facile da gestire. Citando una frase celebre di Antonio Manzini: “Rocco Schiavone aveva una sua personalissima scala di valutazione delle rotture di coglioni che la vita insensibilmente gli consegnava ogni giorno. La scala partiva dal sesto grado, ovvero tutto ciò che riguarda i doveri casalinghi. Giri per negozi, idraulici, affitti. Al settimo c’erano invece i centri commerciali, la banca, le poste, i laboratori di analisi, i dottori in generale con un’attenzione particolare ai dentisti, per finire con le cene di lavoro o con i parenti, che almeno grazie a Dio se ne stavano a Roma. L’ottavo grado vedeva in primis il parlare in pubblico, poi le pratiche burocratiche di lavoro, il teatro, riferire a questori o magistrati. Al nono i tabaccai chiusi, i bar senza l’Algida, incontrare qualcuno che gli attaccasse delle chiacchiere infinite, e soprattutto gli appostamenti con agenti che non si lavavano. Poi per ultimo c’era il decimo grado della scala. Il non plus ultra, la madre di tutte le rotture di coglioni: il caso sul groppone.”
Ma è osservando le sue azioni, che sono quello che più lo caratterizzano, che ci rendiamo conto che Rocco Schiavone è un vice questore molto atipico. Infatti possiamo dire che mentre di giorno si occupa di giustizia e di legalità, di notte si dà alla microcriminalità. Consumatore di marijuana e di alcol, Rocco si concede spesso dei vizi, legati al suo dolore personale. La sua infanzia a Trastevere lo ha temprato, rendendolo un uomo brusco e incline alle maniere forti

 

 
 
 
 
 
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È consumato dall’amore per una donna

Il motivo del caratteraccio di Rocco Schiavone è principalmente nella perdita dell’amore della sua vita: Marina, sua moglie. Rocco non riesce ad accettare che sia morta e che se ne sia dovuto separare. Il punto è che al posto di Marina, sarebbe dovuto morire Rocco stesso. Dopo la risoluzione di un caso, il fratello del condannato sparò al vice questore, ma la pallottola finì per colpire Marina, che cadde a terra morta. Rocco ne è ossessionato e spesso la immagina mentre completa un cruciverba o impara una parola nuova, sempre buona e cara. 

Le ambientazioni sono simboliche

La vita di Rocco Schiavone si divide in due città italiane differenti: Roma e Aosta. A Roma infatti è collocato il suo passato, la sua infanzia, la sua vita con Marina, mentre Aosta è il presente. Aosta è odiata dal vice questore: è qui che è stato spedito come punizione per tutti i suoi reati commessi a Roma. Le due città hanno valore simbolico. Un eterno viaggio tra passato e presente. Due mondi molto diversi che si uniscono nella figura di Rocco. Due città affascinanti, da scoprire dal punto di vista di Rocco Schiavone. 

L’attore che lo interpreta non poteva essere migliore

Al di là del personaggio che nasce tra le pagine dei libri di Antonio Manzini, anche il personaggio della serie TV è veramente affascinante e riflette bene il carattere e il temperamento del libro. Merito di questo è dell’attore Marco Giallini, che ha ricevuto da poco la cittadinanza onoraria valdostana proprio per il suo ruolo nella serie TV. Marco Giallini è il cuore del progetto. A Sorrisi e Canzoni aveva dichiarato: “Mi somiglia moltissimo. È forse il personaggio che più sento vicino tra tutti quelli che ho fatto, e tornare a interpretarlo mi viene naturale. Tra me e lui ci sono molti punti in comune, mi guardo allo specchio e io sono quello lì. È uno duro, uno che non ha paura”

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