MILANO – Sarà Salman Rushdie a inaugurare la Fiera del libro di Francoforte di quest’anno. Come conseguenza lo stato dell’Iran ha cancellato la sua partecipazione.
L’ANTEFATTO – Il 14 febbraio del 1989 l’ayatollah Ruhollah Khomeini, il leader politico e religioso dell’Iran, annunciò alla radio la condanna a morte dello scrittore di origine indiana Salman Rushdie. La colpa di Rushdie, che in quel momento si trovava a Londra, era aver scritto I versi satanici (The Satanic Verses), un romanzo in cui, secondo Khomeini, Rushdie insultava la religione islamica e il suo profeta. Quella di Khomeini era una fatwa, cioè la sentenza emessa da un’autorità religiosa e teoricamente vincolante per tutti i musulmani. Venticinque anni dopo quella sentenza è ancora in vigore: fino ad oggi ha causato la morte del traduttore giapponese del libro, il ferimento del traduttore italiano e dell’editore norvegese, la distruzione di diverse librerie in tutto il mondo e continua a costringere Rushdie a vivere nascosto, sotto la protezione del governo britannico.
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NIENTE IRAN – Pochi giorni fa la Repubblica Islamica dell’Iran ha ufficialmente cancellato la sua partecipazione alla Fiera del libro di Francoforte a causa dell’invito rivolto a Rushdie a tenere il discorso inaugurale di domani. Il ministero dell’Istruzione iraniano giustifica la decisione affermando che i libri di Rushdie offendono l’Islam. E che anche il nuovo romanzo “Due anni, otto mesi & ventotto notti ” è “un attacco contro i valori e le convinzioni religiose”.
EDIZIONI 2015 – La scelta di Rushdie non è stata casuale. Infatti, uno dei temi più importanti dell’edizione è la libertà di espressione e di pensiero e come ha chiarito il direttore della Buchmesse Jürgen Boos: “La biografia dell’autore e la sua opera conferiscono a Rushdie un ruolo importante nella difesa della libertà di opinione e di stampa. Fra poche ore una delle fiere internazionali più importanti dedicate al libro avrà inizio e sono state prese parecchie misure di sicurezza.
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