MILANO – Immaginate di essere su un affollato treno della metropolitana di New York mentre leggete un libro. Una ragazza vi chiede di raccontarle cosa state leggendo e di scattarvi una fotografia. Ecco, molto probabilmente è Uli Beutter Cohen di Subway Book Review.
Che cos’è Subway Book Review?
Così è partito il progetto Subway Book Review di Uli Beutter Cohen, tedesca di nascita e newyorchese di adozione, un progetto che ora è diventato un profilo Instagram da più di 100mila followers e contributors da tutto il mondo. Il progetto è presto spiegato: si tratta proprio di “subway book reviews”, ovvero recensioni di libri in metropolitana. Uli si è trasferita a New York nel 2011, e ha iniziato a fermare i lettori “sotterranei” per chiedergli cosa stessero leggendo, immortalando poi il momento con una fotografia e una didascalia da pubblicare sui social.
Attraverso un libro, le persone sono disposte a farsi conoscere, a raccontare un frammento di sé e della propria vita. Non è banale, in un contesto indaffarato e frenetico come quello metropolitano, riuscire a fermarsi e condividere con uno sconosciuto una piccola parte della nostra vita. Le recensioni che si trovano su Subway Book Review, infatti, sono speciali proprio perché personalissime, spontanee e libere da ogni formalismo. Abbiamo intervistato la fondatrice Uli Beutter Cohen per chiederle di più sul suo progetto.
L’intervista alla fondatrice di Subway Book Review
Come ti è venuto in mente di iniziare a intervistare i passanti sul libro che stanno leggendo?
Quando mi sono trasferita a New York ho dato vita a questo progetto per connettermi con la città e con le persone che vi abitano. New York è conosciuta per essere meta di sognatori, di persone che vogliono fare avverare i loro sogni. Per me, un libro è una maniera bellissima per conoscere qualcuno nel giro di un istante, perché è come un riflesso della loro mente e della loro identità in quello specifico momento. Da amante dei libri, inoltre, ho pensato che avrei imparato un bel po’ di cose su New York attraverso i dialoghi con altri lettori. Quando ho avuto l’idea di catturare e condividere le conversazioni che avevo in metropolitana il riscontro è stato fortissimo, per cui ho continuato. Ed eccoci qui, quasi cinque anni dopo.
Come mai scegli proprio la metropolitana per le tue interviste?
Ho scelto la metropolitana perché le persone sono costrette a comportarsi in maniera diversa dal solito: ad esempio, dobbiamo stare fermi. In una metropoli gigantesca come New York ogni giorno milioni di persone si passano davanti l’un l’altro sulle strade. In metro, invece, siamo fermi e possiamo realmente guardarci a vicenda e vedere chi ci sta intorno. Per questo sono sempre alla ricerca di contributors per Subway Book Review in città che abbiano una metropolitana. La metro è una connessione, anche oltre il senso letterale del termine. Per me, la metro è la mia chiesa, il mio ufficio, il luogo in cui sto bene.
Pensi che chi guarda il profilo di Subway Book Review sia incuriosito dai libri che vede raccontati?
Penso che Subway Book Review incuriosisca sia sui libri ma anche sulle vite delle persone, e sulle storie in generale. Un libro è una porta aperta su un altro mondo, e Subway Book Review amplifica questa caratteristica. Sorprendiamo il nostro pubblico facendogli vedere una storia che altrimenti non conoscerebbero mai.
Cosa rende Subway Book Review diverso dagli altri profili Instagram “letterari”?
Noi guardiamo al lettore. Vedere chi sono i lettori di oggi è molto importante per combattere lo stereotipo che dice che leggere è una cosa per vecchi ricchi con una grande libreria in casa, prevalentemente uomini e bianchi. Invece leggere è per tutti. Voglio mostrare che i libri ci permettono di appartenere tutti allo stesso mondo. I libri ci rendono tutti più potenti.
Pensi di riuscire a promuovere I libri e la cultura su Instagram attraverso il tuo profilo?
Ricevo messaggi da tutto il mondo di persone che mi dicono che hanno cambiato il loro modo di vedere le cose dopo aver letto una delle nostre interviste. Questo è davvero incredibile: aver creato qualcosa che dà alle persone la possibilità di cambiare idea. Non c’è niente di più eccitante di questo. Essere su Instagram è facile, perché è una piattaforma globale e visuale, usata da più di 800 milioni di persone. È il posto migliore per condividere storie al momento, e continuerò così finché non ci sarà un altro strumento. Nella vita reale come in quella virtuale, devi incontrare il tuo pubblico dove già si trova.
Subway Book Review a Milano
Negli anni Subway Book Review è cresciuta sempre di più, e dal 2016 ha iniziato a espandersi anche ad altre città attraverso numerosi contributor. Oltre a New York ci sono Washington, Londra, Berlino, Città del Messico e Barcellona. E c’è anche una città italiana: Milano. Il capoluogo lombardo è noto per la sua continua frenesia, per lo stile di vita moderno ma stressato, sempre in movimento. Abbiamo intervistato anche Elisa Torello, la contributor milanese di Subway Book Review, per chiederle com’è parlare con i lettori milanesi dei libri che stanno leggendo. Elisa ha 22 anni, e frequenta la facoltà di Lettere all’Università degli Studi di Milano.
Come mai hai deciso di contribuire a Subway Book Review? È un’esperienza che ti arricchisce?
Quando ho scoperto la pagina sono rimasta profondamente colpita dal progetto. Personalmente mi entusiasmava l’idea di vedere i volti delle persone che leggevano nella metropolitana di New York ed erano disposte a raccontare perché avessero scelto proprio quel libro. Ho contattato Uli la prima volta quando il mio entusiasmo per SBR ha iniziato a crescere ogni giorno di più e sentivo la necessità di comunicarlo anche a lei. Per me collaborare a questo progetto è un onore. Ogni incontro avuto con un lettore in metropolitana mi ha arricchita in un qualche modo. Sicuramente ho aggiunto molti libri alla lista di quelli che vorrei leggere. Ma la cosa più bella è il legame che s’instaura con le persone quando si inizia a parlare di temi a loro cari, è un vero e proprio scambio umano, una possibilità di incontrare i volti di chi compone la città di Milano.
È difficile fermare la gente che corre in giro per la metro di Milano?
Dipende dai giorni. Ho imparato nel tempo a capire quali sono gli orari e i momenti migliori per incontrare lettori disposti a parlare. E’ sempre emozionante avvicinarmi a qualcuno che legge. All’inizio prevale la consapevolezza che irromperò senza permesso in una dimensione unica in cui in quel momento il lettore si trova, di interrompere un rapporto vivente tra lui e il libro. Spesso ho ricevuto dei rifiuti, ma sono anche molte le persone disposte a uno scambio. La maggior parte sono entusiasti di condividere con qualcuno i propri pensieri.
In Italia tutte le statistiche dicono che i giovani che leggono sono in continuo calo. Pensi che Instagram sia uno strumento efficace per promuovere la lettura?
Le statistiche dicono che i giovani leggono meno, eppure nei miei giri in metropolitana sono rimasta piacevolmente sorpresa nel notare che in realtà i lettori sono ancora molti. Mi ha dato molta speranza. Instagram è uno dei social più utilizzati dai ragazzi e ha il vantaggio di includere la componente visiva, che è più immediata. Sono convinta che sia un mezzo efficace e che promuovere la lettura attraverso di esso sia un’operazione, oltre che possibile, vincente. Il segreto è semplicemente trasmettere quanto di più bello e di più vero racchiude la letteratura e mostrarlo.
All photo credits: Subway Book Review