Sei qui: Home » Frasi » La frase di Luigi Pirandello sull’incomprensione degli esseri umani

La frase di Luigi Pirandello sull’incomprensione degli esseri umani

"Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!". Luigi Pirandello ci dona un pensiero sull'accettazione del pensiero altrui.

Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!Luigi Pirandello in Sei personaggi in cerca di autore ci dona una delle sue perle di saggezza, riguardo all’incapacità umana di saper trovare intesa. 

Ma, il grande pensatore siciliano ci dona una lezione: l’incomprensione va accettata e rispettata, solo così possiamo capire veramente l’altro.

Basta seguire un qualsiasi talk show televisivo o i commenti presenti sui social, per cogliere subito il significato di questa frase. Una consuetudine relazionale che ha trovato seguito anche in tutti i rapporti umani, sempre più difficili e complessi. 

I Sei personaggi in cerca di autore è ritenuta l’opera più famosa di Luigi Pirandello. Debuttò il 9 maggio 1921 al teatro Valle di Roma con una critica feroce tra sostenitori e detrattori. 

I Sei personaggi in cerca di autore ha ispirato anche il film La Stranezza, di Roberto Andò dedicato proprio alla figura di Luigi Pirandello, con una bella interpretazione di Toni Servillo, Ficarra e Picone.

“I personaggi in cerca a di autore” presenti nella commedia sono Il Padre, La madre, La Figliastra, Il Giovanetto, La Bambina e Madama Pace. 

È considerata la prima opera della trilogia del teatro nel teatro, composta con le successive Ciascuno a suo modo e Questa sera si recita a soggetto.

La frase che abbiamo scelto è quello pronunciata dal “Padre”, proprio all’inizio della commedia, in cui la famiglia incontra i “teatranti” chiedendo di portare in scena il proprio dramma.

La frase di Luigi Pirandello sull’incomprensione umana

Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre, chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo d’intenderci; non c’intendiamo mai!

La genialità di questa frase di Pirandello prende forma attraverso il valore della parola. Seguendo il discorso del personaggio pirandelliano il concetto di comprensione è quasi impossibile. 

L’aspetto psicologico prende il sopravvento per l’autore. Il senso di ogni cosa è intimamente legato alla comprensione della parola che viene dato da chi la pronuncia e chi l’ascolta. 

Ogni posizione diventa inconciliante con quella altrui se si continua a rimanere ancorati ciascuno nella propria posizione, ciascuno nella propria parte. 

Il dramma della vita sta proprio in queste parole. Tutto ciò che accade crea separazione, rottura, scontro perché non si fa il sacrificio di “comprendere”, ovvero affermare quella parte più intima che sta nell’altra persona. 

Già la vita è una commedia piena di inganni e illusioni. Il reale sembra superare per artificio l’irreale. I sei autori pirandelliani portano in scena un dramma assurdo come la vita di tutti i giorni.

Dietro la maschera dell’incomprensibilità

Il concetto dell’incomprensibilità umana Luigi Pirandello lo ribadisce in un’altra frase presente nel Libro Secondo di Uno, nessuno e centomila, romanzo incominciato dallo scrittore siciliano intorno al 1909, ma uscì solo nel dicembre 1925a puntate nella rivista La Fiera Letteraria, e in volume nel 1926.

Ma il guajo è che voi, caro, non saprete mai, nè io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sè, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci, non ci siamo intesi affatto.

E continua la dose l’autore:

voi mi darete sempre una realtà a modo vostro, anche credendo in buona fede che sia a modo mio; e sarà, non dico; magari sarà; ma a un “modo mio„ che io non so nè potrò mai sapere; che saprete soltanto voi che mi vedete da fuori: dunque un “modo mio„ per voi, non un “modo mio„ per me.

Se si prende coscienza che ci sono due modi di pensare subentra il rispetto

Malgrado, l’incomprensibilità, Luigi Pirandello comunica un messaggio molto forte, che è l’accettazione del pensiero altrui malgrado il nostro non comprendere. 

Se si prende atto che nessuno può capire fino in fondo il pensiero, la parola altrui, perché si possiede un modo d’intendere diverso, l’accettazione dell’altro diventa automatica. 

Non posso capire fino in fondo cosa vive l’animo di chi mi sta di fronte. Questa è una sana presa di coscienza che evita qualsiasi scontro. 

Conferma questo pensiero Pirandello sempre nello stesso dialogo in Uno, nessuno e centomila

Allora, amico mio, bisogna consolarci con questo: che non è più vera la mia che la vostra, e che durano un momento così la vostra come la mia.

© Riproduzione Riservata