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“Andando” di Pirandello, il cammino come metafora della riflessione metafisica

Di che sostanza siamo fatti? Dove siamo diretti? E da dove veniamo? Luigi Pirandello, di cui ricordiamo l'anniversario della nascita, ha tanto riflettuto sul tema anche attraverso le sue poesie.

Luigi Pirandello è uno degli autori più emblematici della letteratura del Novecento. Con le sue opere ha indagato i concetti di identità, apparenza, finzione, pazzia, ed ha esplorato la crisi di valori dell’uomo del suo tempo. In occasione dell’anniversario della sua nascita, scopriamo insieme una zona della produzione pirandelliana che rimane spesso inesplorata: la poesia.

“Andando” di Luigi Pirandello

A ciò che addietro nell’andar ti lasci

non badi ancora, poi che ti concede
di guardar oltre il tempo e innanzi fasci
di speranze t’accende, a cui tu miri.
Vai, cosí rischiarato, ove d’un sogno
la tentatrice immagine t’attiri
o lo sprone ti spinga d’un bisogno,
e non ti senti la catena al piede.

Nulla intanto hai davanti: un’ombra vana,

un inganno mutevole, una meta
che quanto più t’accosti, s’allontana.
Ma non ancor per te scoccata è l’ora
di volgerti a guardar dietro, nel breve
cammin percorso, e innanzi si colora
l’avvenir tanto piú quanto piú lieve
è il passato che ancor non t’inquïeta.

Pur verrà giorno che ti sentirai

cosi forte chiamar dietro le spalle
donde non puoi far piú ritorno mai,
che per te diverrà fievole, muto
ciò che innanzi t’invita, e da te stesso
a guardar ti porrai quanto hai perduto.
Le rose che ti risero da presso
e non curasti, ecco or lontane e gialle.

E con le terga ormai verso il futuro

e gli occhi assorti nel cammin percorso
andrai, men lieto quanto più sicuro,
riallacciando ognor più da lontano
le fila che correndo avrai lasciate
sospese, fino a che non apra il piano
d’improvviso una fossa alle gravate
membra, e insieme al rimpianto od al rimorso.

Camminare

Non sappiamo esattamente cosa ci comunichi “Andando” finché non la leggiamo tutta. Eppure, anche dopo varie riletture, sembra che qualcosa resti ancora in attesa di riaffiorare, in bilico fra il detto e il non detto.

Questo cammino descritto da Pirandello somiglia tanto al cammino di ognuno di noi. Perché quante volte, facendo strada, ci siamo guardati avanti e indietro, e abbiamo osservato la nostra piccolezza, la nostra fragilità, e ci siamo chiesti chi siamo, da dove veniamo e dove andremo? Come siamo realmente? Gli altri ci vedono come noi vediamo noi stessi? E se no, come siamo nella realtà? Cosa vuol dire realtà?

“Nulla intanto hai davanti: un’ombra vana,

un inganno mutevole, una meta
che quanto più t’accosti, s’allontana”.

La riflessione metafisica che Pirandello ha condotto per tutta la sua vita trova in “Andando” una strada poetica, fatta di metafore ed immagini che ci coinvolgono e ci fanno pensare a quanto strana, incerta e bella sia la vita.

Luigi Pirandello, l’esordio

Luigi Pirandello nasce nella città di Agrigento, allora meglio conosciuta con il nome di “Girgenti”, il 28 giugno 1867. In particolare, l’autore nasce e cresce in una frazione rurale del paese denominata “Caos”. Su questo dettaglio, Pirandello ha sempre amato intessere storie e fare battute. Diceva infatti scherzosamente di essere “figlio del caos”.

Cresciuto in un contesto borghese e benestante, Pirandello soffre perché immerso in un clima di grande disillusione, quello che ha caratterizzato gli anni del Risorgimento italiano. Anche le sue opere risentono di questa negatività latente. Studia lettere a Roma, poi si trasferisce in Germania, dove si laurea con una tesi sul dialetto girgentino. Quando, alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento, torna a Roma, Pirandello comincia a collaborare con alcune riviste e ad entrare negli ambienti frequentati dai letterati del tempo.

Lo spartiacque del 1903 e i capolavori

In questo periodo, lo scrittore pubblica le prime novelle e qualche romanzo. Nello specifico, nel 1901 viene pubblicato “L’esclusa“, seguito dopo poco tempo da “Il turno“. La fortuna volta le spalle all’autore siciliano a partire dal 1903, anno in cui la miniera di famiglia viene distrutta a seguito di un terribile allagamento e in cui la moglie di Pirandello comincia a dare i primi segni di malattia mentale – a causa di questa patologia la donna vivrà il resto dei suoi giorni in una casa di cura -.

Da questo momento, le opere di Luigi Pirandello cambiano radicalmente: la miseria, il tema della follia e dei legami familiari diventano centrali nelle pagine dello scrittore, che dà vita ai suoi lavori più apprezzati in tutto il mondo. Fra questi, “Il fu Mattia Pascal“, “I vecchi e i giovani“, “Suo marito“, “Quaderni di Serafino Gubbio operatore“. Inoltre, l’autore comincia ad approfondire il genere teatrale, che presto gli porterà un enorme successo.

Già noto grazie ai romanzi e alle novelle, Pirandello acquista fama internazionale grazie al teatro. “Sei personaggi in cerca di autore” è il primo di innumerevoli successi, che condurranno l’autore sino all’ottenimento del Premio Nobel per la Letteratura del 1934. Muore a Roma nel 1936, 10 anni dopo aver dato vita al suo capolavoro assoluto: “Uno, nessuno e centomila“.

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