Redazione Libreriamo

7 Aprile 2016

Il signor Bryan era affacciato alla finestra, completamente immerso nella luce accecante del primo pomeriggio. "Entra pure Morgan. Ti stavo aspettando." mi disse appena superai il pianerottolo della sua stanza. Il signor Bryan, all'anagrafe John Thomas Bryan, era un uomo di mezza etá di origine inglese e proprietario della agenzia di scoop presso cui lavoravo. Grassoccio, capelli brizzolati e volto giovanile dove i tratti della maturità tardavano ancora a manifestarsi. "Ho cercato di raggiungerla il prima possibile. Quando il lavoro mi chiama è impossibile tirarmi indietro." risposi. "Proprio per ciò ti reputo uno dei miei migliori uomini. Non a caso Read more...

7 Aprile 2016

La donna apre la porta con delicatezza: sono da poco passate le cinque del mattino, suo figlio ha il sonno pesante, ma non vuole correre il rischio di essere scoperta mentre rincasa a quell'ora. Entra in silenzio, toglie il cappotto e va subito in bagno, chiudendo bene la porta. Si guarda nello specchio. Da quando il marito è stato ricoverato dorme poco e niente. Sono settimane ormai, ma le sembrano anni. Scuote la testa, si spoglia e si infila nella doccia. Lascia che l’acqua calda scorra a lungo, come se volesse lavare via insieme al sudore anche tutta la tristezza Read more...

7 Aprile 2016

Allungai la mano verso il cellulare che vibrava sul cruscotto dell’auto. «Amore, come mai ancora sveglia?». «Ma come mai tu invece sei ancora per strada. Dovevi solo prendere un aperitivo con i tuoi colleghi di lavoro ed è quasi mezzanotte». «Hai ragione, ma sai come vanno spesso 'ste cose. Succede che una parola tira l’altra, da un discorso ne esce fuori un altro e così il tempo passa senza accorgersene. E visto che s’era fatto tardi, abbiamo mangiucchiato qualcosa». «E c’era pure la tua cara collega Laura, in questa riunione?». «Sì, anzi l’ho accompagnata a casa poco fa». «E magari Read more...

7 Aprile 2016

Caro Pierluigi, prima che i pensieri si dissolvano come le nuvole che hanno oscurato il nostro ultimo appuntamento, butto giù queste righe. Contengono forse tutto quello che non ho saputo dirti quando ci siamo visti. Ricordo ancora la tensione di quella mattinata. Mi ero svegliata presto, avevo fatto come sempre un po' di ginnastica, preparato la colazione. Poi mi ero organizzata per uscire. Avevo ritirato la gonna in tintoria, comprato il latte. Depositato il tutto a casa, avevo cucinato qualcosa per il pranzo. Si era fatta l'ora dell'appuntamento. Raccolsi in una sacca le cose che eri venuto a riprendere, cercando Read more...

6 Aprile 2016

C’era un piacevole odore di colla e di pittura in quella camera. Dalla vetrata che dava sul giardino entrava, prepotente, uno spicchio di luce. Non mi soffermai a lungo a guardare fuori. All’interno della stanza c’era qualcosa di ben più interessante. Avanzava lentamente verso il centro della camera e non potei fare a meno di pedinarla con lo sguardo. A piedi scalzi tracciava una linea perfetta sul parquet. Le gambe lunghe e affusolate spuntavano sotto una camicia maschile. La stoffa leggera assumeva la forma delle natiche. Indossava solo quella. Sbirciai i muscoli tendersi ad ogni passo, disegnando tratti decisi sulla Read more...

6 Aprile 2016

Era bella. Dio, quanto era bella. Mi ritrovai a pensare che nessuna foto che avevo in casa o nessun ricordo che conservavo di lei le rendesse giustizia. Era la mia Elena di sempre, ma ancora più radiosa. Quel lungo sonno le aveva fatto bene, pensai. Che orribile pensiero, adesso che ci rifletto. In ogni modo, avevo il cervello totalmente annebbiato. Da lei. Non vedevo che lei. Sentivo ogni fibra del mio corpo tendere spasmodicamente verso quella visione, eppure non riuscivo a muovermi. Non ricordo com’era vestita. Di bianco sicuramente. E aveva folti capelli ricci. Si sentiva liscia dentro però, mi Read more...

6 Aprile 2016

Liberamente ispirato alla storia dei due amanti di Gradara. PROLOGO Milano, Anno Domini 1330 Come ogni giorno, rivolgo lo sguardo al tramonto. La sua luce, intensa e calda, è ormai l’unica amica e l’unica dolcezza di una lunga vita che sento volgere al declino. In nome della Giustizia, troppo a lungo celata, voglio raccontare i veri eventi che sconvolsero Gradara in quel lontano Marzo 1275. Il mio nome? Pazientate e leggete la mia storia... Gradara, metà Febbraio 1275 Tutto ebbe inizio in quel lontano giorno del 1275. Mentre le notti, implacabilmente fredde, appartenevano ancora all’inverno, durante il giorno si poteva Read more...

6 Aprile 2016

Lui si chiama Guido, il flâneur. Come un personaggio di un'opera francese decadente, vaga per le strade del paese con una sedia sulle spalle su cui campeggiano citazioni di Neruda. Tutti lo conoscono e sanno che possono trovarlo seduto sul ponte lama Monachile, che separa le due anime del paese, nelle rare giornate in cui non soffia il maestrale. Sceglie con cura la posizione, sistema la sedia, si accomoda e si immerge nella lettura del suo quotidiano. La sua pelle abbronzata, ancora poco segnata dalle rughe per un uomo della sua età, desta ammirazione e forse un pizzico di invidia Read more...

6 Aprile 2016

Corri..corri...corri... I passi rapidi e decisi incedevano sull'erba bagnata mentre il respiro si faceva affannoso formando inquiete nuvole di fumo nell'aria gelida della notte. Gli alberi alti bucavano il manto celeste lasciando intravedere qualche timida stella mentre i raggi freddi della luna a malapena illuminavano il terreno. Non ci prenderà..non ci prenderà... La sua mano strinse con fare ancora più deciso quella di lei. La triste gonna grigia che ondeggiava nel vento, i boccoli biondi che sobbalzavano ad ogni passo, il liquido caldo che scendeva lento sulle gambe nude. La paura in quei grandi occhi azzurri. Devo salvarla...devo proteggerla... I Read more...

5 Aprile 2016

Lì su quel ciglio roccioso, stavano Eddy e suo padre Paolo. Fissavano il vuoto del cielo con sotto i campi verdi e le case di campagna, che buttavano dai loro camini fumi di combustione di un legno dato alla cenere per riscaldare le proprie case. L'inverno stava per arrivare. «Papà...» disse il piccolo Eddy. «Dove vanno tutti gli uccelli che stanno volando in quel gruppo?» «Emigrano» rispose subito il padre. «Emigrano per un posto migliore e, soprattutto, un altro posto caldo che li possa ospitare» mise una mano nei capelli del figlio e li scompigliò. «Emigrano per trovare di meglio?» Read more...