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La notte porta consiglio – di Noemi Desogus

Mi hanno sempre insegnato che la notte porta consiglio.
Ma ho scoperto da me che la notte porta pensieri, soluzioni ai problemi e talvolta problemi stessi.
Ma torniamo all’inizio di tutto questo:
Era il quattro febbraio quando lo incontrai.
Non è la classica storia d’amore dove si incontrano, prendono un caffè assieme, si baciano, si amano, si sposano eccetera.
No.
Anzi, tutt’altro.
Ricordo che lo incontrai nel suo posto di lavoro, mi bastò guardarlo negli occhi per affezionarmi immediatamente.
Ricordo che lui mi guardò, rimase zitto e poi dopo qualche secondo mi fece accomodare.
Non era la prima volta che lo vedevo, ma era la prima volta che lo vidi in questo modo.
Il modo di guardarlo era diverso e questa diversità creò qualcosa di nuovo in me.
Lui era alto circa 1,80, portava gli occhiali, aveva i capelli sul nero con sfumature di grigio, aveva un fisico normale cioè né magro né cicciottello. Una via di mezzo, diciamo. Ma era bellissimo;
La cosa che mi fa più male è non ricordare il colore dei suoi occhi.
Più mi sforzo di ricordare anche solo il colore, meno ci riesco.
Ricordo che parlammo un po’, mi sfiorò la spalla non in modo involontario, ma in una maniera come per dire ‘sei qui? Sei reale?’
Non poté fare altro perché con me c’era una figura importante, qualcuno che poteva difendermi, qualcuno che avrebbe impedito qualsiasi cosa in quel momento: mio padre.
Io volevo fare qualcosa, ma non avevo coraggio oppure avevo paura. Mi pento di non aver fatto nulla;
A me davvero importava di Lui.
Ci si può innamorare di una persona dopo solo un’ora?
Quello che so è che io qualcosa provo. Che lui qualcosa prova.
Ma che non ci siamo più visti da allora.
Ci siamo incrociati qualche volta, ma due sguardi e niente più.
Non è una storia d’amore, forse è più un qualcosa di nato, vissuto e finito lì. Qualcosa che doveva durare poco e niente.
So solo che ho provato a conoscere qualcun’altro, che ho provato a guardare negli occhi qualcun’altro e dirmi finalmente che non vedevo lui.
Mi sbagliavo.
Ho dovuto finire ogni conoscenza a causa sua, di quegli occhi.
Guardare qualcuno in faccia che siano parenti, amici, conoscenti e sconosciuti e vedere solo ed unicamente lui nei loro occhi cos’è? Non è forse un sentimento forte? Un sentimento nuovo? Qualcosa di bello e doloroso? Non è forse amore?
Nel momento dei saluti finali mi guardò come per dirmi di restare, io lo guardai come per dire ‘fa qualcosa’, non successe nulla.
Son passati quasi due mesi.
L’ho visto solo due volte da allora.
Più mi sforzo di dimenticarlo, meno ci riesco. Fallisco e torno a pensarlo, sempre.
Ho passato notti insonni a pregare di rivederlo.
Ma niente è accaduto.
Molti ti insegnagno ad amare con poche cose, ma con quelle poche cose ami più forte.
Molti ti insegnano cose senza che tu lo sappia e, a volte, senza che loro sappiano.
Sicuramente dentro me ha smosso qualcosa, qualcosa che stava scomparendo e di questo lo ringrazieró sempre.
E ora mi ritrovo nel letto, con un sorriso sulla faccia, pensando che forse non devo dimenticare ma devo custodire quel che ho provato, in modo tale da non farlo scomparire, ma di prendermene cura finché un giorno non amerò qualcuno con tutta me stessa ringraziando lui per quello che mi ha dato.

 

Noemi Desogus

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