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Una notte stellata – di Francesca Palumbo

Mi dicevi che nascere è come vincere alla lotteria e che chi ha avuto questo grande privilegio ha anche la gran sfortuna di dover morire.
Dicevi sempre che la morte è naturale e che occorre affrontarla con serenità. Facile a dirsi…
Vedere agonizzare chi ami è devastante . E tu lo sapevi bene. I miei occhi bambini rivedono il tuo dolore per le morti dei tuoi cari. La vita non è quasi mai parsimoniosa in queste cose.

Ed eccomi qui…tocca a me, a noi, ancora una volta, dopo la mamma. Pochi gesti, inutili attenzioni , frasi e parole sentite e risentite.
Ascolto impotente la tua agonia.

Ripercorro mentalmente la tua vita grazie ai tuoi racconti. Ti rivedo bambino povero, correre per le vie del tuo paese, scalzo e felice. Ti penso ragazzino e inquieto con la voglia di ” fuggire” che ti ha spinto ad imbarcarti. Immagino il tuo ritorno e l’inizio della tua nuova vita di marito e padre.
Con la mia nascita divento testimone di ciò che sei stato: un sognatore che non ha mai perso il senso della realtà, un tenerissimo, instancabile narratore a cui piaceva colorire anche la realtà , un marito innamorato e un padre affettuoso, conciliante sempre disponibile ad ascoltare e consigliare.
Non si può chiedere molto di più dalla vita. Un vero privilegio il mio!

Ma poi, inesorabile, arriva la fine.
I ricordi si affollano, si sovrappongono, emergono inaspettati.
Mentre ti “accompagno” voglio pensare che anche tu veda solo le cose belle che ti ha dato la vita. E, sono testimone, te ne ha date tante!
Cancello le brutte immagini dell’ ultimo anno della tua vita e mi estraneo da questa fredda penombra rivedendoti così : accaldato, in una bellissima e stellata notte estiva, seduto sul nostro terrazzino nella “solita sedia”.

Sulle tue ginocchia c’è una bambina di sette anni che, incantata, ascolta i tuoi mirabolanti racconti sulle stelle , sulle galassie e sui possibili altri mondi. Si sente unica, protetta e amata come forse non lo sarà mai più nella vita; sente tutto l’ amore del mondo in quel buio caldo e, inconsapevolmente, ha già colto un po’ di eternità.

Voglio, fermamente, voglio che quel ” buio caldo” stanotte sia tutto per te, per noi. Un ricordo per l’ eternità.
Non c’è freddo, non c’è morte, non c’è dolore qui.

Solo una calda notte stellata, con un papà e la sua bambina sulle ginocchia.
Con infinito amore

 

Francesca Palumbo

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