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Una frase di Piero Calamandrei sulla libertà per celebrare il 25 Aprile

In occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione, vi proponiamo una frase sulla libertà di Piero Calamandrei, fra i maggiori protagonisti della Resistenza

Oggi, 25 aprile, si celebra la Festa della Liberazione. Per iniziare la giornata, vi proponiamo una frase di Piero Calamandrei, politico e accademico, ma soprattutto uno dei maggiori protagonisti della Resistenza italiana. 

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”

Il valore della libertà

Oggi la libertà, intesa come diritto della persona, ci sembra un valore scontato. In realtà, è qualcosa di preziosissimo, per cui le generazioni che ci hanno preceduto hanno dovuto lottare, e spesso sacrificare la propria vita, per ottenerla ed assicurarla alle generazioni future.

Così scontata, proprio come l’aria, ma anche tanto importante, proprio come la stessa atmosfera che ci circonda, indispensabile per garantire la vita degli esseri umani. Come dice Calamandrei, solo quando la libertà viene a mancare, ci accorgiamo del suo reale valore.

E’ stato così durante il periodo della pandemia, quando non eravamo liberi di fare molte cose che, fino al giorno prima davamo per scontate e a cui, per l’appunto, non abbiamo ancora dato l’esatto valore perché le davamo per scontate.

Il Covid ci ha insegnato a non sottovalutare più tutte quelle azioni quotidiane e routinarie che ci sembravano quasi inutili, ma che in realtà erano l’essenza stessa della nostra libertà e del nostro tenore di vita. 

“La libertà personale è inviolabile – recita l’articolo 13 della Costituzione – Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Ecco, quindi, perché giorni come il 25 Aprile servono a ricordare il sacrificio per chi ha lottano per garantirci la libertà, a prendere coscienza dell’importanza di questa condizione essenziale per il benessere di una persona, e infine a lottare anche noi affinché questa libertà continui a esserci nella nostra società, e a difenderla tutte le vole che la vediamo a rischio. E’ un diritto e allo stesso tempo un dovere morale di tutti. 

25 aprile, Festa della Liberazione

La Festa della liberazione si celebra il 25 aprile perché in quella data nel 1945 avviene la caduta del fascismo in Italia e della liberazione dall’occupazione nazista.

Si tratta della transizione decisiva dalla oppressione alla tanto agognata libertà, grazie all’intervento della Resistenza italiana. Sempre il 25 aprile Mussolini fuggì da Milano in direzione di Como ma due giorni dopo venne processato e fucilato a Dongo.

La vita di Piero Calamandrei

Nato da una famiglia di giuristi, Piero Calamandrei si laurea in giurisprudenza nel 1912 a Pisa. Nel 1915 era già docente di procedura civile all’Università di Messina. Avrebbe insegnato a Modena (1918), a Siena (1920) e, dal 1924 fino ai suoi ultimi giorni, nell’Ateneo fiorentino di cui fu rettore. Interventista, Calamandrei partecipa da volontario alla prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria. Ma, nonostante la promozione a tenente colonnello, preferisce riprendere la carriera accademica.

La libertà e l’impegno contro il Fascismo

L’avvento del fascismo lo porta a impegnarsi contro la dittatura. Da qui, la collaborazione con Salvemini e poi con i fratelli Rosselli, con i quali fondò il Circolo di Cultura di Firenze, devastato nel 1924 dagli squadristi. Ma Piero Calamandrei non si fa intimidire dalla violenza fascista e nel 1925 sottoscrive il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti, redatto da Benedetto Croce.

Quando gli viene chiesto di sottoscrivere una lettera di sottomissione a Mussolini, Calamandrei preferisce dimettersi dall’incarico universitario. Nel 1942 è tra i fondatori del Partito d’Azione e, dopo l’armistizio, inseguito da un mandato di cattura, si rifugia in Umbria. Così, inizia la sua collaborazione con la Resistenza partigiana, nella quale fu particolarmente attivo il figlio Franco.

 

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