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“Il lavoro nobilita l’uomo”, origine e significato del proverbio

"Il lavoro nobilita l'uomo" è un celebre proverbio attribuito a Charles Darwin. Scopriamo il significato di questo detto e il suo reale valore oggi.

“Il lavoro nobilita l’uomo” è un famoso proverbio che tutti hanno sentito almeno una volta nella vita. Si tratta di una celebre espressione proverbiale attribuita al grande naturalista inglese Charles Darwin, colui che ha elaborato la teoria dell’evoluzione.

Un detto popolare che celebra il lavoro, uno dei diritti universali dell’uomo, a cui è dedicata la giornata del Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori. Ma cosa significa questa espressione? E’ ancora valida oggi?

Il lavoro nobilita l’uomo

Con questo celebre detto, si vuole indicare il fatto che attraverso il lavoro l’uomo si nobilita, ovvero diventa migliore, eleva la sua dignità. Come si legge all’interno del dizionario Treccani, infatti, la parola “nobilitare” (dal lat. nobilitare, der. di nobĭlis “nobile”), oltre a significare letteralmente “elevare al rango di nobile, conferendo o trasmettendo un titolo di nobiltà”, in senso figurativo indica “sollevare spiritualmente, conferire dignità morale”.

L’importanza del lavoro è ribadito anche all’interno della Costituzione Italiana, già a partire dall’Art.1 che recita:

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Cosa “nobilita” l’uomo in un lavoro?

Ma cosa si intende per un “lavoro capace di rendere nobile”? Si è soliti dire che esiste una scala di valori nel giudicare un lavoro, in base a livello di retribuzione, autonomia, ruolo all’interno dell’organigramma aziendale, requisiti di studio, tipo di contratto, mansione. Secondo alcuni, bastano anche solo alcuni di questi requisiti per sentirsi “nobili” o superiori ad altre persone.

In realtà non è così: non è il tipo di lavoro o la paga o il tempo speso a compiere una mansione a rendere una persona nobile o importante; bensì è il lavoro stesso, a prescindere dalle sue caratteristiche, a garantire la nobiltà. Ogni lavoro, qualsiasi mansione o retribuzione includa, è capace di rendere l’uomo nobile, ad elevare la sua condizione sociale, perché ognuno di noi nella società fa parte di un ingranaggio che può contribuire al benessere di ciascun membro della collettività.

Non esistono lavori “di Serie A” o “di Serie B”: ogni mestiere, se contribuisce al benessere della società e degli individui che la compongono, è degno di merito e di rispetto. E’ giusto che si scelga un lavoro in base alle proprie attitudini, al proprio percorso formativo, a prescindere dal livello raggiunto.

Ogni lavoro è potenzialmente capace di “nobilitare” l’essere umano. Portarlo avanti nel migliore dei modi, nelle condizioni migliori, è un diritto ma anche un dovere morale verso la società di cui si fa parte.

Il lavoro tra passato e presente

Con il proverbio “Il lavoro nobilita l’uomo”, lo scienziato Charles Darwin voleva far capire l’importanza del lavoro nella società in cui viveva. All’epoca, parliamo del XIX secolo, chi non lavorava era preda dell’ozio e dei vizi, viveva una condizione agiata per cui non necessitava trovarsi un impiego.

Oggi, invece, in molti purtroppo non hanno l’opportunità di lavorare, pur avendo tutti i buoni propositi per farlo, o purtroppo sono costretti a lavorare in condizioni lavorative pessime per cui si sentono sfruttati e trattati senza la dovuta tutela. Ecco perché oggi a volte avere un impiego non sempre è sinonimo di sentirsi umanamente apprezzati e rispettati, oppure non averlo non corrisponde in assoluto ad una mancanza di “nobiltà”.

Speriamo che il primo maggio sia anche l’occasione per riflettere su questi temi e sul senso di “nobiltà” che il lavoro, inteso come diritto e dovere del cittadino, deve conferire alla persona, proprio nell’accezione originale del proverbio “il lavoro nobilita l’uomo”.

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