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Licia Troisi, “La musa dei miei romanzi fantasy? L’astrofisica”

In questa intervista, la regina del fantasy italiano ci parla del nuovo capitolo della saga ed analizza lo stato del fenomeno di questo particolare genere letterario oggi


MILANO – “In svariate occasioni l’astrofisica mi è servita da fonte d’ispirazione per le mie storie.” A confessarlo Licia Troisi, autrice di romanzi fantasy e di saghe di successo come le serie ambientate nel Mondo Emerso e di altre opere celebri come La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e la nuova serie de La saga del Dominio. Proprio di quest’ultima saga è uscita da poco la seconda parte delal trilogia “Il fuoco di Acrab. La saga del Dominio: 2. In questa intervista, Licia Troisi ci parla del nuovo capitolo della saga ed analizza lo stato del fenomeno fantasy oggi.

 

Come nasce questo secondo capitolo della saga?

Quando scrivo una trilogia, in linea di massima ho già in mente lo scheletro di tutta la storia, quindi, in un certo senso, questo libro è la naturale evoluzione di quello precedente. Ma, mentre scrivevo, ho aggiunto un paio di svolte di trama inattese, di cui secondo me lo sviluppo aveva bisogno. Quindi, in linea di massima è un libro nato assieme all’idea da cui si è sviluppata l’intera saga, ma con qualche elemento a sorpresa che ho elaborato strada facendo.

 

Come ti senti ad essere definita “la regina del fantasy”?

È una cosa divertente, ma cui non do poi tantissimo peso. Anche lo fossi, lo sono qui in Italia, e quindi di un regno piccolissimo. Quando me lo dicono, mi viene sempre in mente un verso di una canzone dei Muse: “you’re the God of a shrinking universe”. In ogni caso, anche se sono tredici anni che faccio questo lavoro, continuo a considerare il successo qualcosa di aleatorio, e ogni tanto continuo a pensare che dovrei prepararmi a un’eventuale carriera alternativa. Sarà una conseguenza del mio essere ansiosa…

 

Non solo scrittrice fantasy: sei anche una brillante astrofisica. Quanto i due mondi (fantasy e scienza) si incrociano nelle tue opere?

Con gli anni sempre di più. A parte il libro divulgativo, in cui ho direttamente unito le due passioni, in svariate occasioni l’astrofisica mi è servita da fonte d’ispirazione per le mie storie: è successo con La Ragazza Drago, e soprattutto con Nashira, che è la più “fantascientifica” delle mie saghe.

 

Qual è lo stato di salute del genere fantasy in Italia?

Credo ci troviamo in un periodo di plateau. Il picco di interesse, quello che ha reso il genere un fenomeno di massa anche da noi, è ormai passato, e neppure Games of Thrones è riuscito a riaccendere l’attenzione. Siamo nella fase di normalizzazione del fenomeno, in cui non acquisiamo granché nuovi lettori, ma contiamo comunque su uno zoccolo duro di fan. È sicuramente una fase delicata, e resta il problema che in Italia siamo davvero pochi a frequentare questo genere. Vedremo come si evolveranno le cose in futuro.

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