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Kandinskij, “il cavaliere errante” in mostra al Mudec di Milano

A partire dal prossimo 15 marzo, al Mudec di Milano, sarà possibile "passeggiare" nelle opere di Kandinskij, "il cavaliere errante"

MILANO – Inaugurerà il prossimo 15 marzo, al Mudec di Milano, la rassegna “Vasilij Kandinskij – Il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione”. Il Museo delle culture di Milano omaggia il padre dell’astrattismo con un’inedita mostra “site-specific”, fondata sul rapporto tra arte e scienza e sulla metafora del viaggio come avventura cognitiva. L’esposizione, a cura di Silvia Burini e Ada Masoero, sarà visibile fino 9 luglio.

IL CAVALIERE ERRANTE  – Nato a Mosca, da una colta famiglia per metà russa e per metà tedesca, il giovane Kandinskij dopo una formazione classica (accompagnata da lezioni di pianoforte, violoncello e disegno) inizia a frequentare la facoltà di giurisprudenza ma, in realtà, il suo interesse è rivolto soprattutto alla ricerca delle radici della propria cultura. Proprio per questo motivo, nel 1889, decide di fare un’esperienza nel governatorato di Vologda, nel Nord della Russia. Qui, studiando le credenze e il diritto penale dei komi e del popolo degli ziriani, l’artista ha una rivelazione che avrebbe segnato tutta la sua produzione futura “Nelle loro isbe mi sono imbattuto per la prima volta in questo miracolo, che in seguito divenne uno degli elementi del mio lavoro. Qui ho imparato a non guardare al quadro generale dall’esterno, ma a ruotare intorno a esso, vivere in esso. Quando sono entrato nella stanza, la pittura mi ha circondato, e sono entrato in essa”.

PASSEGGIANDO NEI QUADRI – La mostra abbraccerà tutto il periodo che comprende la formazione dell’immaginario visivo di Kandinskij fino al 1921, anno in cui l’artista si trasferì in Germania per non tornare mai più in Russia. Il visitatore, oltre a poter ammirare opere provenienti dalla Russia e mai viste in Italia, potrà (grazie all’ausilio di specifici strumenti multimediali) “entrare” e “camminare” nei dipinti astratti del genio moscovita. Ulteriore omaggio all’artista che, come ricorda uno dei suoi scritti, ha per anni cercato “di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”. Siamo sicuri che “immergendosi” in questa mostra, i visitatori del Mudec, non potranno che perdersi nei sensazionali capolavori di uno dei più grandi artisti del Novecento.

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