Niente è Bibbia – racconto di Fabio Testaverde
Erano le quattro del pomeriggio di una magnifica giornata di giugno… Cielo sereno e sole in profusione… Due colleghi (amici?) viaggiavano nell’automobile aziendale, lungo l’ampio
Erano le quattro del pomeriggio di una magnifica giornata di giugno… Cielo sereno e sole in profusione… Due colleghi (amici?) viaggiavano nell’automobile aziendale, lungo l’ampio
3.25 del mattino. Non si vede una luce fuori. Nè un lampione, nè il faro di una macchina. Le finestre sono buie. Nessun suono, nessuna
La bambina la guardava, era bella la sua mamma mentre stirava. I capelli neri e lucidi, i grandi occhi a mandorla e un sorriso grande
Quel lunedì mattina Fabio si era svegliato male. La notte era stato molto agitato; aveva fatto bagordi fino a tardi, com’era d’abitudine. Alzarsi, per andare
Lo chiamavano “ Il Guatemalteco”. Forse per via di quel colorito olivastro della pelle. Fumava sigari e spacciava donne. Ma talvolta si dilettava nel contrario.
Era rimasto solo. Una valanga di roccia si era staccata all’improvviso rotolando ferocemente verso di loro. Aveva sentito delle urla e delle esplosioni, non sapeva
All’improvviso, affannato, impaurito mi buttai a precipizio dalla scarpata che costeggiava la rotabile. Mimetizzato sotto rovi, nessuno fortunatamente, mi notò. Sulla mia testa un fiume
«La prego, signor Manno, mi dia un altro po’ di tempo!» Un uomo tarchiato e dallo sguardo torvo scosse ripetutamente la testa a quella richiesta
1 La vecchiaia è dura, ragazzi. Altroché. Specialmente quando la vivi da solo e il tuo lavoro appena concluso ti ha lasciato solo un po’
Mi fermai all’angolo della strada, tirai fuori dalla tasca il minuscolo pezzo di carta, l’indirizzo era quello, come il luogo descritto da te. A destra
Hai mai visto qualcuno piangere? Qualcuno che ti è caro. O almeno qualcuno che incontri tutti i giorni indipendentemente se lo vuoi vedere o no.