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Alessandro Frezza, parla l’autore del brano erroneamente attribuito a Jung

Abbiamo intervistato Alessandro Frezza, autore del brano "Il mozzo e il capitano" diventato virale in seguito all'errata attribuzione del testo a Gustav Jung

Lusingato per l’accostamento con Jung e desideroso, un giorno, di diventare uno scrittore professionista. E’ salito agli onori della cronaca negli ultimi giorni Alessandro Frezza, originario de L’ Aquila con la passione per la scrittura, autore del brano “Il dialogo fra il mozzo e il Capitano“. Lo scritto pubblicato su facebook è diventato subito virale ma sotto la falsa attribuzione al filosofo Carl Justav Jung, autore de “Il libro rosso”.

Perché la falsa attribuzione

Lo stesso Alessandro Frezza ci spiega il perché dell’errata attribuzione. “Essa è dovuta al fatto che il mio post con il brano è apparso all’interno della pagina Facebook “Il libro rosso di Jung” con il mio nome. Poi il testo è stato ripreso erroneamente da qualcuno che ha diffuso il brano togliendo il mio nome e inserendo quello dello scritture a cui la pagina era dedicata, Carl Gustav Jung.  Si sono diffusi a macchia d’olio sia il post con la corretta attribuzione, che ha raggiunto 400mila like, sia quello con la falsa attribuzione che, grazie al nome altisonante di Jung, è diventato subito virale sui social e whatsapp.”
 

Il dialogo tra il mozzo e il capitano

“Il dialogo fra il mozzo e il capitano” nasce dalle riflessioni di Alessandro Frezza legate alla situazione attuale. “Mi sembrava utile, in questo periodo storico, realizzare uno scritto dedicato a tutte quelle persone in difficoltà in questo periodo. Come dicevano gli alchimisti, si diventa sapienti quando da una situazione negativa tu ricavi il massimo, anche se sei a terra, elevando la tua coscienza. Io sono de L’Aquila, e nel periodo del terremoto del 2009 ho preso il meglio da ciò che accadeva di peggiore intorno a me.” Frezza ci teneva al fatto che venisse attribuito il giusto autore a questo brano tanto apprezzato, in quanto “un giorno vorrei diventare uno scrittore di professione, non dedicarmi a scrivere libri come seconda attività. Resterò sempre con il dubbio che la citazione si sia diffusa a macchia d’olio per Jung o perché realmente apprezzato per il suo contenuto.”

Chi è Alessandro Frezza

Appassionato di mitologia, PNL, esoterismo, scienze di frontiera, culti misterici delle antiche civiltà ed ordini iniziatici, Alessandro Frezza è autore tramite self publishing del romanzo: “Del bene Del male“. Tra i suoi scritti il racconto “Storia di un ego, di un’anima e di una piccola porta”, il romanzo di fantascienza “Urman, l’uomo di luce-fuoco“, e il racconto “La leggenda della chiave di stella”. Sta pubblicando una raccolta di aforismi, poesie, brevi racconti e metafore su temi quali l’anima, l’amore, i sentimenti, le emozioni, la vita, la morte, la decadenza, il mito, la magia, i poteri della mente.

Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo un suo nuovo racconto, ispirato alla situazione sociale attuale dovuta alla pandemia del Coronavirus.

Imparare dal vento

“Nonno, ma quando passerà questo brutto vento?”
“Non lo so, nipote, ma passerà. Non vivere aspettando che passi, è una cosa che non farà che aumentare il tuo disagio”.
“Sì, ma tanto è inutile fare qualsiasi cosa! E non dirmi di non pensarci, non ci riesco!”.
“Oh, ma tu ‘devi’ pensarci, devi pensare al vento, invece”.
“Nonno, non mi va di pensare ad una cosa che mi fa star male, che non mi  permette di giocare coi miei amici”.
“Non ti occorre avere altre persone che giocano con te. Dove sono nato io ero l’unico bambino, e mi divertivo immaginando mille mondi. È così che ho sviluppato una potente immaginazione che mi ha permesso di scrivere quei libri che tanto ti piacciono”.
“Nonno, le tue storie mi piacciono, ma fatto sta che c’è un vento terribile e non si può uscire. Non si può giocare nemmeno a pallone”.
“Te l’ho detto, certe cose vengono affinché pensi ad esse. Il pallone è legato alla terra. Devi pensare al vento, e troverai un regalo per te”.
“Pensare al vento… non c’è nessun gioco che posso fare con questo vento, nonno, non insistere”.
“Peccato, avrei voluto fartene vedere uno di quando pensai al vento,molti anni fa…”
“E va bene… dimmi!”
“Ce l’ho proprio qui, in questo cassetto… ecco”.
“Ma cos’è?”
“Andiamo sul terrazzo…”
.
“Ecco, ora afferra il filo. Il vento farà il resto…”
“Ma è bellissimo! Vola!”
“Vedi? Ora la situazione è cambiata, pur essendo sempre la stessa. 
Si chiama aquilone, e può volare solo con il vento. Domani attaccheremo dei pezzi di specchio, e i tuoi amici ti imiteranno. Così, anche se non siete insieme lo sarete lo stesso. Tutto ciò che entra nelle nostre vite lo fa per essere compreso, e quando lo abbiamo compreso, ciò che si è manifestato se ne va, ma non prima di averci permesso di sfruttarlo a nostro vantaggio. Se ti rifiuti di comprendere ciò che entra nella tua vita, ti verrà riproposto ancora e ancora.
Oggi hai imparato cosa c’è dietro gli eventi. Oggi hai imparato a sorridere quando tutti sono afflitti, oggi hai imparato a sorridere nel vento, e non avresti visto questo se il vento non fosse mai arrivato”.
© Alessandro Frezza
 
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