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Addio al Maggiolino, l’icona di stile della Volkswagen esce di scena

Dopo 80 anni di produzione, il Maggiolino della Volkswagen esce di scena e si conclude un'epoca di gloriosi successi

MILANO – Cari amanti del vintage, dovete sapere che dopo più di 80 anni di produzione, il Maggiolino della Volkswagen cessa di essere prodotto coronando la fine di un’epoca di grandi successi. Dal 10 luglio questo mezzo a quattro ruote che ha fatto sognare intere generazioni dagli anni ’40 sino agli anni 2000, lascia per l’ultima volta la sua fabbrica messicana di Puebla.

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Non è un’addio ma un arrivederci

Dopo un’epoca di grandi successi, ecco che è venuto il momento di salutare il Maggiolino. Ma non vi spaventate perché anche se il 10 luglio quest’icona di stile cessa di essere prodotta, una nuova stella è in attesa di brillare. Ovviamente la notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del mondo e ha suscitato uno scalpore talmente grande da oscurare la notizia più bella: questo “stop” alla produzione del Beetle non è un addio ma un arrivederci. Infatti Volkswagen ha già in programma la versione elettrica che speriamo sia ancora più bella di quella che c’è adesso. Ma ora non facciamoci troppe aspettative sul modello del futuro e ripercorriamo insieme la strada di questo capolavoro di stile, design e ingegneria.

 

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La prima “auto del popolo”

Non bisogna essere degli appassionati di automobili per poter apprezzare questo gioiellino. Già dal suo primo modello, il Maggiolino ebbe un successo enorme e le sue vendite aumentarono a dismisura con il passare del tempo. Perché? Il Maggiolino nacque in Germania al tempo del regime nazista di Adolf Hitler, in un periodo in cui il potere d’acquisto era ridotto al minimo e l’esigenza di avere un macchina economicamente sostenibile a tutti era diventata indispensabile. Il progetto si concretizzò poi nel 1938 con la nascita della Volkswagen, letteralmente l'”auto del popolo“.

 

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Una vettura efficiente

A prendere in mano il progetto ingegneristico di questa vettura fu l’ingegnere tedesco Ferdinand Porsche che seppe interpretare al meglio ciò che questa macchina doveva essere e doveva offrire: doveva avere 5 posti, tanto spazio, costare poco, essere efficiente e perché no anche affascinate. Nel ’38 è già tutto pronto e Porsche manda in strada il prototipo della Typ1 (così si chiamava prima di assumere il nome Beetle) e i risultati sono straordinari: il primo Maggiolino percorre la bellezza di 50 mila km in colpo solo e senza avere alcun problema. Il suo costo solo era di circa 1000 franchi, il prezzo più basso sul mercato.

 

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Dalla guerra al successo

Detto ciò, ecco che arriva il 1939, la Germania invade la Polonia e la Seconda Guerra Mondiale inizia. La produzione commerciale della Typ1 viene interrotta e tutte le vetture sono ora convertite in mezzi da guerra. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, ecco che il Maggiolino dimostra subito la sua stoffa: appena uscita dalla Grande Guerra, la Germania è totalmente in rovina e la povertà padroneggia tra il popolo tedesco. Il potere d’acquisto è ridotto al minimo, ma nonostante ciò il desiderio di avere questa macchina diventa irrefrenabile e nel ’46 il Maggiolino fa letteralmente il botto vendendo 10.000 unità. L’ascesa vera e propria di questo incredibile mezzo ha ora finalmente inizio. In questo contesto di gioioso fermento per questa vettura di design nasce anche, sempre grazie a Porsche, il modello cabriolet.

 

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Il fascino senza tempo

Inoltre la Volkswagen ha un’idea di marketing pazzesca: portare i due modelli della vettura all’Esposizione industriale tedesca a New York, dove il New York Times la rinomina con il celebre nomignolo Beetle, ossia Maggiolino in italiano. Nel 1955 la Beetle batte il milione di vendite, la produzione aumenta e Walt Disney le dedica la saga di “Herbie, il Maggiolino tutto matto” che dura dal 1968 fino al 2005. Dal ’74 la fabbrica si sposta da Wolfsburg a Bruxelles e successivamente, nel 1981, in Messico dove corona i 20 milioni di esemplari venduti nel mondo.

 

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Un fascino intramontabile

Nel 2003 è la volta dell’ultimo modello con il vecchio design e la produzione riprende con la nuova Maggiolino Concept One che al salone di Detroit del ’94 stupisce il pubblico. Nel ’98 parte la sua produzione in serie identica al prototipo, con tanto di vaso portafiori sul cruscotto e i fanali simili a enormi occhi. Anche questa serie fa il botto di vendite.

 

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Nel 2011 arriva la seconda serie che è ancora più simile all’originale, rimodernata però con display e tecnologie odierne. Il 2019 ha segnato la fine di un’epoca per quest’auto, ma un’altra grandiosa era (si spera) sta per cominciare. Se all’epoca è stata una pioniera del motore a carburante, si spera lo diventi anche del motore elettrico ma senza perdere quell’incredibile fascino che l’ha resa una delle vetture più celebri e amate del mondo.

 

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