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“Ombre d’ali” (1936) di Ada Negri, una poesia che celebra la leggerezza di giugno

Scopri la magia del mese di giugno attraverso i versi di "Ombre d'ali" poesia di Ada Negri un inno alla giovinezza, alla passione, all'amore, alla gioia e alla felicità.

Ombre d’ali di Ada Negri  è una poesia che celebra il mese di giugno e che rende omaggio alla memoria di un amore giovane che riesce a donare magica felicità. Giugno è la metafora del saper ritrovare la giovinezza sempre qualsiasi sia la nostra età. 

La vita merita i essere vissuta e ogni cosa che ci accade rende il nostro domani migliore. Giugno è un’opportunità che va colta e che va resa un immagine visibile solo ai nostri occhi, ma concreta e vera.

In Ombre d’ali la memoria diventa lo stimolo per vivere il presente con gioia e allo stesso tempo per far diventare quei ricordi concreti, attuali, vivi. Non si vive di soli ricordi, aiutano, ma bisogna avere il coraggio di dare spazio a quegli elementi fondamentali per la vita, l’ingenuità, la passione, l’amore, la leggerezza, la spensieratezza.

Quel ricordo di amore lontano, legato all’atmosfera del mese di giugno, per Ada Negri sono pura dolcezza per l’anima. Permette di dare vigore ad una parte intima che sembrava andare il letargo e che giugno è riuscito a risvegliare. 

La poesia fa parte della raccolta Il dono (Mondadori, 1936) che l’autrice dedicò all’amica Delia Pavoni, moglie del giornalista, scrittore ed editore Umberto Notari, morta l’anno prima della stampa di questo volume.

Ma, leggiamo Ombre d’ali per comprendere il significato del poema di Ada Negri.

Ombre d’ali di Ada Negri

Cielo di giugno, azzurra giovinezza
dell’anno; ed allegrezza
di rondini sfreccianti in folli giri
nell’aria. Ombre, ombre d’ali
vedo guizzar sul bianco arroventato
del muro in fronte: ombre a saetta, nere:
vive, al mio sguardo, più dell’ali vere.

Traggon dal nulla, scrivono col nulla
parole d’un linguaggio
perduto; e le cancellano
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.

Vita che mi rimani,
fin che io veder potrò quelle parole
strane apparire scomparir sul muro
candente al sole
(forse un tempo io le dissi a chi m’amava,
egli le disse a me, bocca su bocca)
vita che mi rimani, ancor dolcezza
puoi darmi. Basta
l’ombra d’un bacio alla memoria, basta
l’ombra d’un’ala alla felicità.

Basta una ricordo per donare felicità e dolcezza

In Ombre d’ali, Ada Negri condivide una propria riflessione esistenziale. Si avverte la maturità della poetessa lombarda e la sensazione di “allegria” e “vita” di una giornata di giugno la riporta agli anni della giovinezza. 

Protagonista della poesia è quindi il potere “motivante” della memoria. Ada Negri, fin dalla prima strofa, propone il legame allegorico tra giugno e la giovinezza. Questo legame prende forma attraverso l’immagine della “allegrezza di rondini sfreccianti in folli giri nell’aria”, che rappresentano quella libertà e quell’allegria tipica della più giovane età. 

Lo sguardo delle rondini in volo, nel cielo azzurro di giugno, fa scattare la molla della memoria. La poetessa non rappresenta attraverso la visione di un muro, sul quale le ombre delle ali degli uccelli dipingono immagini che arrivano dal passato, dalla sua giovane età.

Il fluire dei ricordi, le cui parole sono scritte con un inchiostro invisibile e in un linguaggio “perduto”, arriva da quei ricordi lontani, dove man mano le ombre rendono sempre più visibili e manifesti attimi e contesti di un’epoca passata.  

Quelle parole e quelle immagini offrono all’autrice un toccasana di piacere, gioia, allegria, felicità. Grazie anche al ricordo di un amore vissuto in gioventù e di “quel bacio dipinto dall’ombra” che le permette di ritrovare quella passione giovanile, vitale per sopravvivere al peso dell’età che avanza. 

Ombre d’ali celebra come abbiamo detto la memoria, che diventa la molla per ritrovare vitalità, anche quando si pensa che quelle cose sono ormai passate e non è più il momento per fare certe cose.

La giovinezza viaggia con la memoria e rende la vita sempre “frizzante”, se si ha la volontà di rivivere il passato non come un rimpianto ma come una grandissima opportunità. 

I fatti che la vita propone nel percorso dell’esistenza sono tutti utili per spingerci ad affrontare il contemporaneo con la giusta energia e con la massima positività. 

Il mese di giugno con i suoi colori, i suoi profumi, la sua naturale esplosione di vita, dovrebbe essere la metafora di come andrebbe affrontata la vita.

Abbiamo bisogno sempre di un po’ di giugno, ovvero saper tornare ragazzi e godere della gioia e della spensieratezza di quell’età.

Anche quel bacio che non c’è più può essere rivissuto allo stesso modo, basta volerlo. Magari, non attraverso quelle “ombre d’ali” che si muovono in quel muro invisibile, ma nella vita normale, vera, quella di tutti i giorni. 

Ada Negri ci suggerisce di dare “giugno” alla nostra vita e al nostro cammino. Solo così potremo trovare un pizzico di vera felicità.

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